Omicidio a Perugia, madre uccisa con il figlio in casa. Il marito: "Ho sparato io" - Tuttoggi.info

Omicidio a Perugia, madre uccisa con il figlio in casa. Il marito: “Ho sparato io”

Sara Minciaroni

Omicidio a Perugia, madre uccisa con il figlio in casa. Il marito: “Ho sparato io”

La vittima è la 40enne Raffaella Presta. Reo confesso Francesco Rosi. Gli inquirenti: "futili motivi". Testimone racconta lo sparo
Mer, 25/11/2015 - 16:45

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di Sara Minciaroni e Antioco Fois

Un colpo di fucile, forse due, hanno ferito a morte Raffaella Presta. La donna, avvocato 40enne di origini pugliesi, è stata uccisa a Perugia, colpita dal fuoco esploso da una doppietta da caccia, che il marito Francesco Rosi, agente di commercio e figlio di un noto pediatra perugino, ha detto di aver usato contro la moglie.

“Sono stato io”. A quanto si apprende è stato lo stesso professionista 43enne a chiamare i carabinieri: “Ho fatto una cosa terribile a mia moglie, venite”, avrebbe detto ai militari, che a loro volta hanno avvisato il 118. Quando l’ambulanza è arrivata sul posto il corpo della donna era riverso a terra, colpito al basso ventre. Ma questo sarà soltanto l’ispezione del cadavere – che in questo momento sta svolgendo il medico legale Laura Paglicci Reattelli – a chiarirlo. La vittima, non uccisa sul colpo dai proiettili, è stata rianimata dal personale paramedico, ma senza successo. Nel frattempo l’omicida reo confesso è stato trasferito a sirene spiegate in Procura per essere interrogato dal pm Valentina Manuali.

“Futili motivi”, così il colonnello Cosimo Fiore comandante provinciale dei carabinieri di Perugia ha spiegato quello che ci sarebbe all’origine di un gesto ancora tutto da chiarire, “Una famiglia agiata” così ha descritto il quadro familiare nel quale non ci sarebbero stati probabilmente dissidi di natura economica. La coppia non era in procinto di separazione, sembrerebbe, eppure sull’omicidio si affaccia il sospetto della gelosia. Resta il fatto che al momento la posizione del noto agente di commercio è quella di stato di fermo, come reo confesso di un tremendo delitto. Un “femminicidio” consumato proprio nel giorno in cui si celebra la giornata contro la violenza contro le donne.

Il colpo udito dalla testimone. E’ la proprietaria di un negozio nei pressi della villa, tra via del Bellocchio e via Pievaiola, a raccontarlo a Tuttoggi.info: “Ho aperto interno alle 15.30, poco dopo ho sentito un gran botto, ho pensato che fossero spari, poi mi son detta che non era possibile, che si trattasse del rumore dovuto ai lavori”. E invece, secondo le prime informazioni sull’accaduto si tratta di un orario del tutto compatibile con la dinamica dei fatti.

Il bambino in casa. Il delitto si è consumato al primo piano di un palazzo nobile, nel corridoio del primo piano. E nello stesso edificio si trovava anche il figlio della coppia, un bambino di poco più di sei anni che al momento risulta “il soggetto da proteggere”, ha spiegato l’avvocato Luca Maori all’uscita dalla villa.

Sull’arma del delitto sono in corso indagini. Una doppietta da caccia, come confermato dai vertici provinciali dell’Arma, ma si apprende anche che il reo confesso non avrebbe un porto d’armi a suo nome. Sono quindi in corso accertamenti per chiarire a chi appartenesse quell’arma e a quale titolo fosse detenuta in casa.

Il sindaco di PerugiaE’ con enorme dolore e sgomento che apprendiamo la notizia dell’uccisione di una giovane donna, colpita nella sua abitazione proprio mentre si celebrava la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. L’Amministrazione comunale sta seguendo con attenzione quanto accaduto ed esprime profonda commozione e vicinanza alle famiglie coinvolte in una tragedia che trascina con sé anche un bambino di appena sei anni. La violenza tra le mura domestiche, spesso per mano di persone vicine alla vittima, è ormai un’emergenza sociale che pare inarrestabile. Sia personalmente che come istituzioni non possiamo assistere impotenti ai continui e crescenti episodi di femminicidio. Siamo tutti chiamati ad un rinnovato e sentito impegno, mettendo in campo ogni possibile iniziativa per fermare questa strage”. Queste le parole del sindaco di Perugia, Andrea Romizi che affida ad una nota ufficiale inviata alla stampa. 

AGGIORNAMENTO ORE 19.40

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Sarebbe un contesto familiare quello in cui oggi pomeriggio, 25 novembre, tra le 15.30 e le 16 si è consumato un tremendo fatto di cronaca. A quanto è stato possibile apprendere, la vittima è Raffaella Presta, di 40 anni, avvocato perugino di origini pugliesi, e al momento  il marito Francesco Rosi 43 anni, agente di commercio risulta in stato di fermo ed è sentito dai carabinieri, per cercare di comprendere la dinamica dei fatti.

Alle 18.20 Francesco Rosi, è uscito dalla villa a bordo dell’auto dei carabinieri, in direzione procura di Perugia, dove verrà interrogato dal pm di turno Valentina Manuali. Sul posto arrivati anche i vertici dell’Arma, il colonnello Cosimo Fiore comandante provinciale di Perugia. Sul luogo sono arrivate anche le tute bianche del Ris che si stanno occupando dei rilievi.

I militari sarebbero stati avvisati dallo stesso Rosi la cui posizione sarebbe al vaglio, per un presunto litigio per futili motivi, da cui potrebbe essere scaturita la tragedia.

Secondo i primi elementi raccolti sul posto l’arma che avrebbe provocato la morte della donna sarebbe un fucile a doppia canna (doppietta) da caccia. L’abitazione in cui si sono svolti i fatti è all’incrocio tra via Pievaiola e via Bellocchio, al numero civico 1, residenza della famiglia Rosi, nota in città per essere una famiglia di professionisti , medici e avvocati. Sul posto un’ambulanza del 118 e i Carabinieri.

Sul posto sono arrivati il magistrato di turno ed il medico legale oltre ai carabinieri che a quanto si apprende avrebbero inviato la chiamata al 118. All’arrivo i medici hanno tentato la rianimazione della donna, purtroppo inutilmente. Alcuni testimoni sul posto raccontano di aver udito un rumore forte proprio nell’orario compatibile con l’esplosione del colpo fatale.

Una drammatica coincidenza il fatto che la morte della donna sia avvenuta proprio nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

All’uscita dalla villa l’avvocato Luca Maori ha pronunciato queste parole: “Si tratta di una tragedia, al momento la cosa più importante è tutelare il figlio della coppia”.

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