Detenuto col cellulare nascosto nella presa elettrica della cella | Sappe: situazione fuori controllo

Detenuto col cellulare nascosto nella presa elettrica della cella | Sappe: situazione fuori controllo

Redazione

Detenuto col cellulare nascosto nella presa elettrica della cella | Sappe: situazione fuori controllo

Dom, 10/03/2024 - 11:39

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Trovato durante un controllo all'alba, il sindacato di polizia penitenziaria: rischio del taglio organici, serve personale e strumentazione

Il telefono cellulare era nascosto dentro una presa elettrica della sua cella, all’interno della sezione del carcere di Spoleto dove sono ristretti i detenuti appartenenti al circuito alta sicurezza.

Il Sappe, nel congratularsi con gli agenti per l’operazione che ha portato al ritrovamento del cellulare durante l’ispezione della cella effettuata all’alba, denuncia però come la carenza dell’organico di polizia, dopo il taglio di 130 unità nel 2017, comporti simili rischi per la sicurezza.

Così Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “L’Amministrazione penitenziaria deve necessariamente comprendere che non è possibile gestire un istituto penitenziario di massima sicurezza con un numero di uomini che non sarebbe idoneo neanche per la gestione di un asilo nido ed inviare con urgenza un contingente idoneo alle esigenze del caso”.

“Al personale di Spoleto, che nonostante le vessazioni subite con turni massacranti e violazioni di ogni genere dei diritti soggettivi riesce ancora con abnegazione a trovare le forze per portare a termine nel miglior modo possibile il proprio mandato, vanno i complimenti delle segreterie regionale e generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria”, conclude Bonino.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, torna a richiamare l’attenzione dei vertici regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria affinché vengano date risposte concrete, alla risoluzione delle problematiche in atto nel penitenziario di Spoleto, anche dotando le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, da sempre in prima linea sul fronte dell’ingresso e possesso di droga e telefonini in carcere, di adeguati strumenti tecnologici di controllo: “Non è più accettabile che all’interno delle carceri ci siano decine e decine di telefoni cellulari: questo, ormai, è un problema serio e drammatico”, evidenzia il leader del primo Sindacato dei Baschi Azzurri. Che ricorda che introdurre o possedere illegalmente un telefono cellulare in carcere costituisce reato, punito da 1 a 4 anni di reclusione: “L’introduzione del reato nel nostro Codice penale, purtroppo, non ha sortito gli effetti sperati; l’unico deterrente possibile rimane la schermatura degli istituti per rendere inutilizzabili i telefoni. La situazione è ormai fuori controllo. È necessario un intervento urgente per dotare le carceri di sistemi di schermatura efficienti e per contrastare efficacemente l’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari”.

Capece ricorda, infine, che “è sempre e solo grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri della polizia penitenziaria che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna degli istituti: ma domandiamo ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria a che punto è proprio il progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l’utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l’introduzione, garantendo così quella prevenzione che, in casi di questo tipo, può risultare più efficace della repressione”.

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