Oltre 2.000 presenze, hotel e B&B convenzionati al completo e più di 30 esibizioni costantemente accompagnate da un pubblico numeroso e affiatato: si riconferma dunque un grande successo ed un punto di riferimento nazionale e internazionale il Dancity Festival 2011, “Back to the Future”, che da venerdì 1 a sabato 2 luglio ha fatto prendere vita, nelle suggestive location di Palazzo Candiotti, Auditorium San Domenico e Auditorium Santa Caterina, a concerti, performance, A/V live, live set, dj set, installazioni, workshop, mostre e teatro con al centro la musica elettronica, le arti digitali e la sperimentazione.
Nonostante il maltempo e qualche conseguente ritardo nelle esibizioni, le performance si sono praticamente svolte secondo il programma e hanno visto la partecipazione del numeroso pubblico, che ha apprezzato notevolmente gli appuntamenti pomeridiani – dal concerto di Oorutaichi con il coro dell’Oratorio di Bevagna al dj set di John Talabot, da Braun Tube Jazz Band, il progetto del giapponese Ei Wada con i televisori, al concerto di Stian Westerhus – e ha acclamato le esibizioni serali, come il concerto del Balanescu Quartet o il dj set di Dj Krush, il live di Elektro Guzzi e quello di Arandel insieme al Dancity Ensemble, solo per citarne alcuni.
Fra le varie novità di quest’anno ha spiccato senza dubbio quella della sistemazione del palco all’interno dell’Auditorium San Domenico, con il pubblico che ha popolato l’abside dell’ex chiesa circondando gli artisti e partecipando così attivamente. Basti pensare alla performance/installazione di Teamlab Net & Mjuc, suggestiva e sensoriale, che ha visto le persone presenti interagire a ritmo di musica con le grandi palle colorate create dal collettivo giapponese, o ancora l’audio/visual live di Zan Lyons, durante la quale la proiezione del capolavoro di Ridley Scott, “Blade Runner”, era accompagnata dalla musica dell’artista inglese, suonata con violino e live electronics, per non parlare dell’ultima esibizione che ha concluso il Festival, quella di Felix Kubin, con più di due bis e con il pubblico che ha letteralmente circondato l’artista, ballando la sua musica fino all’ultima nota.
“È moltissima la soddisfazione perché è stata la più bella edizione del Dancity Festival, nonostante il cambio di location e la pioggia” ha affermato entusiasta a TuttOggi.info Giampiero Stramaccia, presidente dell’associazione culturale Dancity. “C’è stato un incremento di pubblico, proveniente soprattutto da fuori città e dall’estero – ha proseguito –, i commercianti della zona si sono detti molto contenti e soddisfatti dell’iniziativa ed i B&B hanno fatto registrare il tutto esaurito, anche fuori città, fino a Bevagna”. Ma c’è un rammarico: “il pubblico folignate che non vuole pagare il biglietto. Quello che viene da fuori si organizza e acquista dunque il pass, il nostro invece è abituato a spettacoli gratuiti e non è disposto a pagare per la cultura. Addirittura qualcuno ha forzato il cancello della scuola di Santa Caterina per poter accedere abusivamente agli eventi dell’Auditorium. La cultura ha bisogno di sostentamento e di certo il pagamento di un biglietto può riuscire anche a selezionare il pubblico interessato, spingere la gente a rispettare gli spazi ristrutturati, venire dunque per la musica”. Il pubblico ha quasi sempre circondato e “avvicinato” gli artisti. Che rapporto si è dunque instaurato tra i due? “Noi di Dancity cerchiamo sempre di permettere la creazione di una relazione tra gli artisti e i fruitori, di far interagire anche in maniera diversa gli artisti ed il pubblico, limando dunque il distacco per poter dare vita ad una relazione creativa: cerchiamo la sindrome di Stendhal e la nostra realtà ce lo permette, come ci permette di far trasformare l’artista in fruitore e far creare relazioni, percorsi e collaborazioni”. Archiviata, ma non troppo, la sesta edizione, quale sarà il futuro del Dancity Festival? La risposta non è scontata come si penserebbe. “Non c’è qui un altro festival che fa questi numeri. La gente risponde ed è interessata, ma insieme a molti appoggi ci sono anche molte difficoltà. Se ci sono presupposti per il futuro, dunque? Beh, abbiamo anche pensato di non farlo più. Ogni volta sembra che le possibilità non ci sono e ciò che puntualmente ci manda avanti è la risposta della gente, di chi è venuto e continua a venire. I dubbi sono tanti, ci dispiacerebbe lasciare, ma non è facile. Per questo c’è una grossa incertezza sulla decisione da prendere, se e come eventualmente andare avanti. È davvero difficile stare dietro alla burocrazia e a tutto ciò che c’è da seguire, anche dal punto di vista economico. 1/3 del costo del Festival è sostenuto dalle istituzioni, 1/3 dai privati ed 1/3 ancora dagli incassi: il tutto per andare in pari e compensare le perdite. Questo non vuol dire che non abbiamo un grande supporto: la vicepresidente della regione Umbria, Carla Casciari, l’assessore alla cultura della provincia di Perugia, Donatella Porzi, l’assessore alla cultura della regione Umbria, Fabrizio Bracco, e l’assessore alla cultura del comune di Foligno, Elisabetta Piccolotti, ci sostengono. Ma il tutto è molto faticoso e non è semplice andare avanti: negli ultimi tre mesi gli impegni sono diventati quotidiani. I venti volontari che compongono l’associazione si riuniranno, discuteranno e decideranno del futuro dal Dancity Festival”.
(Elisa Panetto)
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