di Fabio Muzzi
Indubbiamente non è una scelta semplice quella derivata dalla siccità portata da Scipione (se questo è il suo vero nome), ma altrettanto indubbia è la contraddizione sulla gestione della tematica dell’acqua potabile: da una parte la scelta di affrontare la crisi idrica chiudendo l’erogazione pubblica di notte e ipotizzando multe di giorno a chi la spreca per usi diversi da quello idropotabile, dall’altra la necessità di terminare i lavori di ripavimentazione della città di Foligno, rispettando il cronoprogramma stabilito da tempo. Le due tematiche sembrerebbero non correlate tra loro se non fosse che per la pavimentazione del centro storico, le ditte che stanno compiendo i lavori in tempi record, utilizzano abbondanti risorse idriche, che, come testimoniano le foto, non provengono da pozzi, ma da collegamenti a contatori privati.
Allo stato attuale sembra che l’amministrazione folignate stia dando un colpo al cerchio e uno alla botte: chiudendo di notte l’erogazione di acqua dalle ore 22.00 alle ore 6.00 in alcune zone della città, e, di giorno, lasciando che i lavori proseguano con abbondante utilizzo della risorsa. La situazione di cerchiobottismo a cui si assiste potrebbe essere tollerabile fintanto che alla politica di restrizione della fornitura non siano affiancate multe per chi si limita ad annaffiare il proprio orto. Nel caso di sanzioni, l’interrogativo è se non sia più utile annaffiare i propri prodotti commestibili, che in tempi di crisi economica risultano più che mai indispensabili, piuttosto che bagnare sassi.
Crisi idrica a Foligno: tirare la cinghia di notte per sperperare di giorno?
Ven, 22/06/2012 - 21:40