Ha lasciato molte perplessità e strascichi polemici, soprattutto sui social, il caso della donna positiva di Gubbio, di rientro dalle vacanze, segnalato lo scorso 26 agosto dalle autorità sanitarie e comunicato dal sindaco Stirati.
La giovane si è infatti affidata all’avvocato Francesco Gagliardi per chiarire alcuni aspetti della vicenda e, in primis, difendersi dagli attacchi dei cosiddetti “leoni da tastiera”.
“Al ritorno dalla Sardegna nessun controllo”
La ragazza, al rientro in aereo dalle ferie trascorse in Sardegna, “non è stata sottoposta ad alcun controllo da parte delle Autorità, ad evidente dimostrazione dell’assenza di alcun pericolo legato alla permanenza nei luoghi di vacanza – spiega l’avvocato Gagliardi – Con spirito fattivo e responsabile, la mia rappresentata aveva già programmato, di propria iniziativa, il controllo medico a seguito delle notizie di cronaca nazionale“.
“Inaccettabile gogna mediatica”
Una volta risultata positiva al test la giovane ha poi fornito alle Autorità ogni necessaria informazione per la ricostruzione della catena dei contatti. Le compagne di vacanza, inoltre, sono risultate tutte negative, “tranne una – aggiunge l’avvocato – con la quale la mia rappresentata ha vissuto momenti conviviali a Gubbio, con il conseguente sospetto che il ‘focolaio’ non provenisse dalla vacanza. Così ricostruiti i fatti, è inaccettabile la gogna mediatica a cui è stata sottoposta, così come inaccettabili sono i numerosi e scomposti commenti, susseguitesi sui social, che sottoporremo al vaglio delle competenti Autorità, dato il loro contenuto offensivo e diffamatorio“.
“Non sono giovani incoscienti”
Per Gagliardi dunque l’eugubina e le sue compagne di viaggio “hanno diligentemente vissuto i momenti di vacanza, nel pieno rispetto delle prescrizioni vigenti e non meritano certamente di essere additate come giovani incoscienti“. “È tempo -conclude – di far cessare la barbarie della ‘caccia all’untore’ e del gossip, spesso generato da recondite frustrazioni personali, a cui i social ed in generale i mezzi di informazione dovrebbero saper porre argine”.