Contro il Covid, assunzioni a tempo indeterminato per evitare che medici e infermieri “scappino” in altre regioni. Questo il punto principale su cui i sindacati della sanità e la Regione Umbria hanno trovato un accordo, nel confronto convocato in tutta fretta vista la situazione negli ospedali e nelle strutture di accoglienza socio-sanitaria dell’Umbria.
Ospedali e Rsa: i nodi che hanno portato l’Umbria nella fascia “arancione”
La relazione di Tesei
Che di fronte all’emergenza Covid la questione personale sia la più urgente era emerso anche dalla seduta del Consiglio regionale di martedì, quella della “tregua sanitaria” tra maggiora e opposizione. “Il problema principale è il personale” ha detto la presidente Tesei elencando i numeri dei posti letto Covid che si stanno attivando in base al il Piano concordato col Governo e quelli ulteriori previsti dal Piano cosiddetto di salvaguardia.
Medici e infermieri lasciano l’Umbria
E del personale aveva parlato poco prima l’assessore Luca Coletto, sollecitato dal capogruppo del Pd, Tommaso Bori. Quest’ultimo, invocando assunzioni urgenti, aveva lanciato l’allarme: “Il personale sanitario si sta spostando in altre regioni. Stanno assumendo il nostro personale in tutte le professioni sanitarie“.
A fronte della prospettiva di un contratto annuale, infatti, soprattutto infermieri e oss si spostano in quelle regioni che offrono un rapporto di lavoro più stabile. Occorre poi considerare che solitamente l’Università di Perugia forma giovani provenienti dalle regioni meridionali, dove normalmente ci sono minori opportunità lavorative. Ma in questa fase, chi può tornare a lavorare “a casa” coglie al volo l’opportunità.
Coletto: i numeri per medici e infermieri
Coletto ha ricordato che da marzo al 6 novembre sono state reclutate 422 unità sanitarie (178 medici, 127 infermieri, 46 oss e 29 unità di contract tracing”. Le unità stabilizzate nel 2020 sono state 432.
Poi c’è la procedura (che si è conclusa il 6 novembre) per reperire 250 infermieri, finché non sarà sbloccato il bando dei 300 infermieri. L’Azienda ospedaliera di Perugia ha avviato la procedura accelerata per reperire medici. Medici non specializzati vengono chiamati per rafforzare le Usca, mentre per il tracciamento all’Umbria spettano 29 unità delle 2.500 assunte a livello nazionale.
Personale contagiato dal Covid
Ma pensionamenti, contagi da Covid e isolamenti preventivi riducono fortemente il personale attivo in Umbria. Dei 13.732 operatori sanitari che lavorano in Umbria nelle strutture pubbliche in 408 (quasi il 3%) hanno contratto il Coronavirus da settembre ai primi di novembre. Un numero in continua crescita, secondo le notizie che arrivano dagli ospedali umbri.
L’incontro coi sindacati
Di tutto questo si è parlato nel confronto operativo tra i rappresentanti di di Cgil, Cisl, Uil confederali e di funzione pubblica e la squadra della Regione, con la presidente Tesei, l’assessore Coletto, il direttore Claudio Dario e il capo di Gabinetto Federico Ricci.
I sindacati hanno chiesto assunzioni di personale stabile per far fronte all’emergenza Covid e poter continuare a fornire cure ai pazienti umbri che hanno altre patologie. La scarsità di personale tra l’altro, costringendo a turni misti, aumenta i rischi di contagi per i pazienti e il personale sanitario. Che lamenta in molti casi l’insufficienza di adeguati dispositivi di protezione individuale (tute, guanti, mascherine).
La presidente Tesei ha espresso la necessità della condivisione di una strada unitaria ancora di più in un periodo complesso come quello che stiamo attraversando ed ha fortemente ribadito l’impegno e la volontà della Giunta regionale di rafforzare la sanità pubblica anche attraverso il potenziamento degli organici.
Piano di assunzioni a tempo indeterminato
Al termine della discussione, in cui le parti presenti hanno avanzato le proprie proposte e necessità, si è arrivati alla stesura di un documento in cui la Giunta regionale si impegna a individuare una soluzione per l’attivazione di assunzioni a tempo indeterminato di personale sanitario e tecnico da presentare alle organizzazioni sindacali entro una settimana. Alla convocazione del Comitato regionale salute e sicurezza che affronterà le questioni organizzative e dei DPI, alla definizione dei nuovi piani triennali dei fabbisogni alla luce delle nuove normative, alle prosecuzione e chiusura dell’accordo del 5 maggio 2020 sugli incentivi Covid-19 ed al raggiungimento di una regolamentazione delle procedure sulle prestazioni aggiuntive.
Le organizzazioni sindacali hanno preso atto positivamente dell’esito dell’incontro e hanno rinviato a successivi tavoli la verifica degli impegni presi.