Covid-19, lettera aperta di Confartigianato ai sindaci per la Fase 2 - Tuttoggi.info

Covid-19, lettera aperta di Confartigianato ai sindaci per la Fase 2

Redazione

Covid-19, lettera aperta di Confartigianato ai sindaci per la Fase 2

Priorità, "evitare la chiusura delle imprese e la perdita di residenti" | Le proposte, detassazione e un patto territoriale per la ripartenza
Lun, 04/05/2020 - 09:20

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Progettualità condivisa per una ripartenza in sicurezza nella Fase 2. Detassazione per l’anno in corso e sospensione dei pagamenti comunali. Costi fissi su negozi e laboratori artigiani. Digitalizzazione. Promozione delle eccellenze.

Sono le questioni che, alla vigilia dell’avvio della cosiddetta Fase 2, pone Confartigianato Imprese Perugia a nome delle imprese associate pone ai sindaci della provincia di Perugia attraverso una lettera aperta firmata dal vice presidente vicario Giorgio Buini e dal segretario Stelvio Gauzzi.

Una lettera nella quale i due rappresentanti di Confartigianato lanciano l’allarme: tante attività nel comprensorio rischiano di non riaprire. Una situazione peggiorata dalla generale incertezza circa tempi e modalità delle riaperture.

Da qui le proposte avanzate, a cominciare dagli aspetti fiscali e tributari. Che devono tener conto della situazione eccezionale.

Per il rilancio, Confartigianato Perugia propone una sorta di patto di area vasta che tenga conto di quattro fattori: senso di comunità, voglia di fare imprese, vocazione del territorio, previsione delle tendenze future. Potendo contare sulla disponibilità di adeguate infrastrutture digitali.

Il testo integrale

Egregio Sig. Sindaco

Ci rivolgiamo a Lei forse nel momento più difficile di questa cruenta battaglia per sconfiggere un nemico inaspettato e sconosciuto fino a tre mesi fa, un nemico che prima ha portato migliaia di morti tra le comunità del nostro Paese, ed ora, lo stesso nemico, rischia di portare allo smantellamento del nostro tessuto economico, costituito per il 95%, come Lei certamente sa, da micro e piccolissime imprese dell’artigianato, del piccolo commercio, del turismo, del mondo agricolo, di piccoli imprenditori, che, se con immediatezza non si da il via all’ormai famosa “FASE 2“ , difficilmente riapriranno le rispettive attività, provocando un processo generalizzato di diseconomia territoriale , con gravissime ripercussioni sociali, dagli esiti purtroppo, ad oggi, imprevedibili.

Per queste motivazioni la Confartigianato Imprese Perugia, che ci onoriamo sempre e comunque di rappresentare, sentendo con forza la responsabilità sociale che ci appartiene da oltre 40 anni trascorsi al fianco dei nostri soci, dello loro famiglie e dei propri collaboratori, le propone di essere al suo fianco per collaborare con Lei, con la sua amministrazione (che vive sulla sua pelle il fatto che il Sindaco è l’istituzione più vicina ai cittadini), affinché la famigerata ripartenza dell’economia locale di cui tanto si parla, riparta attraverso azioni mirate per l’oggi, progetti per il prossimo futuro e che coinvolgano, oltre alla politica, tutti i corpi intermedi della rappresentanza.

I cittadini sono generalmente abituati a rivolgersi a Lei per qualunque aspettativa e necessità, magari anche per quelle richieste per le quali Lei non ha né poteri Istituzionali, né risorse economiche, ma che ascolta perché Il Sindaco, soprattutto nelle emergenze, deve rassicurare sempre i propri cittadini e generare fiducia nella comunità. Noi pensiamo che solo da questa “fiducia” si potrà ripartire.

Gentilissimo Sindaco,

attraverso questa lettera vogliamo offrirle, oltre alla vicinanza, la nostra capacità progettuale, di relazioni Istituzionali Regionali e Nazionali, di contributo di idee per una progettazione condivisa per il bene e la crescita dei nostri territori, delle nostre comunità.

A livello europeo e nazionale stanno saltando tutte le certezze e le prassi che fino a ieri ritenevamo impossibili da modificare, e questo avviene per il superiore interesse alla difesa dell’esistenza delle imprese e alla ripartenza dell’economia. Non si può pensare che questo modo corretto di affrontare l’emergenza debba fermarsi ai livelli superiori senza raggiungere anche il livello comunale, quello più vicino alla vita reale.

Adesso più di prima è importante agire in favore dell’equilibrio dei bilanci dello Stato e degli Enti pubblici, ma in una situazione gravissima come quella che stiamo vivendo in questi mesi, tutto deve diventare eccezionale ed anche le regole più ferree devono in ogni modo essere ridiscusse con tutta la forza necessaria affinché, tutto quello che abbiamo costruito dal dopo guerra ad oggi, non facciano saltare il banco dell’economia. Fino a ieri bastava contenere le spese e fissare, di conseguenza, i livelli di fiscalità locale per migliorare l’equilibrio del bilancio, perché il gettito non rischiava crolli sostanziali; oggi, invece, la priorità sta nella difesa della base imponibile che declinata a livello comunale significa evitare la chiusura delle imprese e l’emigrazione dei residenti, che sono fenomeni strettamente connessi.

Pertanto, semplificare gli adempimenti fiscali e tributari, detassare del tutto le imprese almeno fino al 31/12/2020 e alleggerire il carico fiscale sui residenti è oggi il modo per difendere nel medio periodo l’equilibrio dei bilanci comunali; questa manovra può avere successo a condizione che tali interventi vengano adottati immediatamente, prima che si avvii il circolo vizioso dei processi di spopolamento e desertificazione economica.

Anche le semplici sospensioni dei pagamenti delle imposte comunali possono diventare essenziali perché evitano l’impatto immediato sulle imprese e danno il tempo alle amministrazioni di aprire un confronto con il Governo per trasformarle, quanto prima, in detassazioni in via definitiva.

I settori più colpiti e più in pericolo di sopravvivenza sono certamente quelli del turismo, degli organizzatori eventi, dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, agriturismi, guide escursionistiche, agenzie di viaggio, piccolo commercio … ) perché stanno affrontando la evaporazione immediata dei ricavi a fronte della persistenza di tutti i costi, la perdita della stagione e delle prenotazioni, e per ripartire saranno soggetti a restrizioni di utilizzo degli immobili e degli spazi interni ed esterni per evitare gli affollamenti; condizioni queste che deprimono la loro economicità futura. In questi casi, anche la detassazione dell’occupazione del suolo pubblico e la riduzione del costo della TARI, svolgeranno un ruolo importante , e per questi imprenditori gli incentivi e detassazioni complete dovranno estendersi anche oltre il 31/12/2020.

Anche le manifatture, soprattutto quelle artigianali ed artistiche, quelle collocate tra le

mura dei nostri Centri Storici sempre più desertificati, dovranno essere difese e protette.

Ma non possiamo assolutamente dimenticare l’importanza economica e sociale del comparto edile e dei servizi ad esso collegato, già martoriato prima del Covid 19, ancora dimenticato dalla ricostruzione post sisma del 2016, di fatto ancora non partita.

Ricordiamo che oltre il 60% delle imprese artigianali è rappresentato proprio dalle imprese edili ed il suo indotto del sistema Casa.

Per questa tipologia d’imprese diventa essenziale la puntualità di pagamento dei propri fornitori, compresi i Comuni e le Pubbliche Amministrazioni in genere.

Discorso a parte merita la tematica dei costi relativi agli immobili produttivi e commerciali che gravano sulle imprese sotto diverse forme. Riteniamo che tali valori dovranno scendere perché il bene immobile, sia per la crisi, sia per la minore utilizzabilità degli spazi a seguito delle normative sanitarie, diventa meno adatto a contribuire all’utile di impresa.

Quando gli immobili sono di proprietà dell’impresa i costi si presentano sotto forma di IMU. Quando tali immobili sono di proprietà di terzi e nella disponibilità dell’impresa in regime di locazione diventerebbe necessario un intervento immediato, anche solo di “moral suasion” dei Sindaci, per far presente ai proprietari che tale minore utilizzabilità del bene ai fini produttivi determinerà, in ogni caso, una riduzione dei canoni di affitto; pertanto è interesse dei proprietari concedere delle riduzioni del canone per mantenere in vita l’impresa conduttrice dell’immobile, e di conseguenza mantenere in vita anche il contratto.

Una volta che con le indispensabili detassazioni avremmo superato con successo l’impatto frontale di questa crisi ed avendo difeso le imprese e l’occupazione, dovremmo prepararci per la fase successiva; quella del rilancio dell’economia del territorio. Attraverso le proprie peculiarità, la storia, la cultura, le tradizioni, l’ambiente circostante.

Sarà quindi necessario, anche con un grande gioco di squadra di Area Vasta, indirizzare le risorse pubbliche che il Governo e la Regione metteranno finalmente a disposizione in modo concreto verso direttrici condivisi. Allo stesso tempo occorrerà dare un motivo valido ai detentori di risorse private di sostenere sul territorio le iniziative progettuali.. Questo è possibile solo con idee chiare e instaurando con i privati un rapporto di reciproca fiducia.

Da dove ripartire?

Confartigianato Imprese Perugia intende ripartire da quattro aspetti:

  1. SENSO DI COMUNITA’

Solo le comunità più unite convinte di poter fare squadra a difesa delle imprese e dell’occupazione possono trovare le motivazioni positive per rispondere alla crisi. Non è mai inutile sottolineare che le imprese regolari sono un valore per tutti; in questo senso anche una politica di contrasto all’abusivismo condivisa e interiorizzata dalle istituzioni e dai cittadini, può aiutare a mantenere in vita le imprese sane, ed evitare che la crisi degeneri verso un abusivismo e lavoro nero sfrenato e senza più controllo

  1. VOGLIA DI FARE IMPRESA

L’economia locale non potrà mai risollevarsi senza l’impresa, senza gli imprenditori; occorrerà creare le migliori condizioni per le quali gli imprenditori attuali decidano di continuare a impegnarsi per tenere in vita le loro aziende e che le future generazioni scelgano un progetto di vita incentrato sul lavoro autonomo e sulla creazione d’impresa nel proprio territorio. Senza questo le comunità locali, soprattutto nelle aree interne, perderebbero gran parte della propria vivibilità.

  1. VOCAZIONI DEL NOSTRO TERRITORIO

I nostri caratteristici borghi, le magnifiche produzioni artigianali, i pregiati prodotti tipici, il paesaggio, il turismo rurale e l’enogastronomia tipica, costituiscono la nostra cultura e la maggiore attrazione verso i nostri territori. Tutte caratteristiche che non sono state superate dal concetto della “globalizzazione”, anzi; sono elementi sempre più apprezzati e ricercati, solo che occorrerà, meglio di prima, essere in grado di promuoverli con più professionalità in modalità digitale, ed organizzarli sotto forma di experience. Non lo abbiamo fatto a sufficienza in passato, ma possiamo concentrarci su questi temi e costruire in questo modo la via d’uscita dalla crisi.

  1. PREVISIONE DELLE TENDENZE FUTURE

La crisi sanitaria nei prossimi mesi modificherà anche le preferenze dei consumatori accelerando tendenze già in atto o affermandone di nuove. Per citarne alcune possiamo evidenziare che lo smart working diventerà una modalità sempre più apprezzata e diffusa. Questo modo di lavorare potrebbe rappresentare una nuova opportunità per i nostri borghi, sia per programmi di nuova residenzialità stabile, sia per proporre soggiorni innovativi di vacanza – lavoro a determinati target. Per cogliere questa opportunità occorre essere in grado di accelerare e concretizzare la disponibilità capillare dei servizi digitali e di internet veloce. Anche la possibile preferenza di mete turistiche rurali che si caratterizzano per uno stile di vita slow e per l’assenza di affollamenti è una opportunità che può essere colta dai nostri territori se investiamo ora in questa direzione.

Gentilissimo Sindaco,

come Confartigianato Imprese Perugia riteniamo che di fronte all’ eccezionalità che tutti noi stiamo vivendo possiamo chiuderci nelle nostre rispettive competenze, oppure cercare insieme le soluzioni, sviluppando una collaborazione positiva in grado di finalizzare le risorse disponibili e focalizzare le richieste del territorio verso la Regione e il Governo su infrastrutture digitali, semplificazione amministrativa, detassazione, aumento

dell’attrattività territoriale, promozione dei nostri punti di forza e delle eccellenze.

Rinviare a domani la tutela delle imprese e gli investimenti necessari sopra elencati con la motivazione della crisi, significa perdere la partita prima di iniziare a giocarla.

Nel ringraziarla per la sua attenzione a questa lunga lettera e nel rimanere a disposizione per tutti gli approfondimenti necessari, nonché per avviare, qualora interessato, la collaborazione sopra richiamata, cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti.

IL SEGRETARIO IL VICE PRESIDENTE VICARIO

(Stelvio Gauzzi) (Giorgio Buini)

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