Nel corso dei servizi di controllo delle direttive emanate dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus, gli agenti del Commissariato P.S. di Assisi hanno fermato lungo il “percorso verde” di Bastia Umbra un giovane di origini albanesi.
Alla richiesta dei documenti il 21enne ha dichiarato di aver lasciato il proprio passaporto e altri documenti presso la vicina abitazione della sorella con la quale, a suo dire, conviveva.
Ma una volta giunti nell’abitazione indicata, il giovane ha ammesso invece di vivere insieme alla madre in un’altro luogo e di aver lasciato lì i documenti.
A quel punto gli agenti, viste le dichiarazioni confuse, hanno deciso di controllare anche l’indirizzo dell’effettivo domicilio dove all’interno era presente una donna, anch’essa cittadina albanese, la quale parlava e comprendeva a fatica la lingua italiana.
La donna, realmente la madre del giovane, ha consegnatoat il proprio passaporto e quello del figlio agli agenti i quali hanno così scoperto che l’ultimo ingresso sul territorio nazionale risaliva al 2018.
Sprovvisti di permesso di soggiorno, i due sono stati dunque considerati irregolari sul territorio nazionale e per questo motivo, dopo i dovuti accertamenti, fotosegnalati e denunciati all’Autorità Giudiziaria.
Il ragazzo, è stato anche indagato per il reato di false attestazioni a Pubblico Ufficiale. Per madre e figlio sono anche state avviate le procedure per la loro espulsione dal territorio nazionale.
Nel corso di ulteriori accertamenti si è scoperto che i due pagavano ogni mese 300 euro di affitto della casa ad un loro connazionale, senza tuttavia un regolare contratto. Per questa fattispecie l’uomo, un 58enne cittadino albanese con regolare permesso di soggiorno, ma con precedenti di polizia è stato denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.