In campagna elettorale Tommaso Bori lo aveva promesso: se entro a Palazzo Cesaroni, la prima proposta di legge sarà quella per ridurre le indennità dei consiglieri e delle altre cariche regionali. Una proposta che allora andò di traverso a qualche collega in lista, che accusava Bori di giocare la carta “grillina” nella sua prima corsa verso Palazzo Cesaroni.
Quella corsa Bori l’ha vinta (da trionfatore, pur nella bruciante sconfitta del Pd) e da capogruppo del primo partito d ell’opposizione ha depositato la sua proposta di legge per la riduzione dei compensi ai politici eletti in Regione.
Secondo la proposta di Bori l’indennità “non potrà essere superiore allo stipendio di un sindaco di una città con un numero di abitanti pari ai residenti dell’Umbria”. Insomma, le indennità di consiglieri, presidente dell’Assemblea e della Giunta vanno dimezzate.
Una proposta, ha argomentato Bori, “ispirata ad un principio di equità e sobrietà delle istituzioni e punta a diminuire l’eccessiva differenza esistente tra gli stipendi di coloro che rappresentano i cittadini umbri e la situazione economica media della popolazione”. Tanto più che per tanti giovani che si affacciano oggi al mondo del lavoro mille euro al mese rappresenta un miraggio.
L’invito ai colleghi
“Con questa modifica legislativa – spiega Bori – l’importo complessivamente riconosciuto delle indennità spettanti al presidente della Giunta regionale, al presidente dell’Assemblea legislativa, ai consiglieri e agli assessori, non potrà essere superiore allo stipendio spettante, per legge, al sindaco di una città con numero di abitanti pari al numero dei residenti della regione Umbria, in base ai dati dell’ultimo censimento effettuato. Tale importo dovrà diventare un emolumento unico interamente trasparente e tassato. Questa proposta è un gesto concreto di responsabilità, sul quale auspico la più ampia convergenza da parte degli altri colleghi, come espressione autentica, e non demagogica, di una politica impegnata con unità e spirito di servizio, a contrastare le disuguaglianze sociali”.
Squarta: “Giusta una riduzione”
Una proposta di legge che intanto ha trovato una sponda molto importante, sul piano politico e su quello istituzionale. A dirsi favorevole ad una riduzione delle indennità in Regione è stato infatti il presidente dell’Assemblea legislativa (e rappresentante del secondo partito della coalizione di maggioranza, Fratelli d’Italia) Marco Squarta.
Una posizione che Squarta ha ribadito alla trasmissione “il Punto” della testata TeleCru del Consiglio regionale, ricordando di aver restituito, nello scorso mandato, 50mila euro. “Ritengo giusta una riduzione delle indennità dei consiglieri regionali, ma con determinati criteri – ha spiegato Squarta – va tenuto conto che un consigliere regionale è eletto con le preferenze e che si tratta di un impegno a tempo pieno: per questo va garantito che tutti possano fare politica, non soltanto “i figli di”“.
Per Squarta il giusto compromesso potrebbe essere quello di adeguare le indennità paramentrandole a quella percepita dal sindaco di una città con un numero di residenti paragonabile a quello dell’Umbria.