CONTINUA LA CORSA DELLA BENZINA, I GESTORI UMBRI INVOCANO RIDUZIONI FISCALI. SECONDO ADOC, PRESTO VERDE A 1,70 - Tuttoggi.info

CONTINUA LA CORSA DELLA BENZINA, I GESTORI UMBRI INVOCANO RIDUZIONI FISCALI. SECONDO ADOC, PRESTO VERDE A 1,70

Redazione

CONTINUA LA CORSA DELLA BENZINA, I GESTORI UMBRI INVOCANO RIDUZIONI FISCALI. SECONDO ADOC, PRESTO VERDE A 1,70

Mer, 09/03/2011 - 15:44

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(Fda) – Continua la corsa al rialzo dei carburanti, sulla scia degli aumenti dei prezzi al barile del petrolio sui mercati internazionali, che anche in Umbria sta mettendo in difficoltà le tasche di tante famiglie e sembra prospettare tempi difficili per gli automobilisti.

Sebbene leggermente al di sotto della media nazionale, che secondo il quotidiano specializzato Staffetta energia si aggira oggi intorno alla soglia di 1,562 euro/litro per la verde e a 1,459 euro per il gasolio, l'UmbriaSulla corsa dei carburanti è intervenuta oggi la Figisc umbra, il ramo di Confcommercio che rappresenta i gestori delle pompe di benzina, invocando un taglio delle accise sui carburanti per mettere un freno agli aumenti. non si sottrae al trend di aumenti, con il costo della verde che oggi varia dalla media delle pompe indipendenti di 1,478 euro al litro a quella di alcune compagnie come Ip e Tamoil, che si aggira intorno a 1,515 euro al litro (dati PrezziBenzina.it).

Sulla corsa dei carburanti è intervenuta oggi la Figisc umbra, il ramo di confcommercio che rappresenta i gestori delle pompe di benzina, invocando un taglio delle accise sui carburanti per mettere un freno agli aumenti.

“E' indispensabile mettere mano alla leva fiscale per ridurre la pressione del prezzo. Oltre a consumatori e imprese, anche gli operatori finali della filiera distributiva dei carburanti sono vittime della situazione in atto”, ha detto in un comunicato Giulio Guglielmi, presidente della Figisc umbra e vicepresidente della federazione nazionale, secondo cui il caro benzina è da imputarsi alle “quotazioni del greggio, che in questi giorni hanno toccato i 115 dollari al barile”.

Secondo Guglielmi, “i gestori acquistano i prodotti con un margine fisso nominale di 4 centesimi al litro – indipendente dal prezzo finale – con il quale devono pagare tutti i costi di gestione, il personale addetto, le imposte e la previdenza”. “L'aggravio dei prezzi -continua Guglielmi- sta mettendo a durissima prova una categoria che è già in sofferenza”.

Secondo il rappresentante dei gestori, “occorre sterilizzare l'aumento dell'Iva sul prezzo finale, trascinato dall'effetto greggio, con una corrispondente riduzione dell'accisa: un'imposta che pesa oggi, ad esempio, per 56 centesimi al litro sul prezzo finale della benzina”.

Secondo le stime diffuse qualche giorno fa dall'associazione di consumatori Adoc, “il caro carburante potrebbe costare in media alle famiglie italiane 1.200 euro su base annua, con un litro di verde che potrebbe superare quota 1,70 euro nei prossimi due mesi”, spingendo a livelli rischiosi l'inflazione.

Secondo l'associazione, il caro dei prodotti petroliferi andrebbe a colpire con aumenti anche altri settori, “a catena”, come i trasporti, gli alimentari, l'elettricità, il riscaldamento. Anche l'Adoc indica le riduzioni fiscali sui prodotti petroliferi come possibile soluzione: “Per calmierare i prezzi dei prodotti petroliferi – ha detto il presidente nazionale Carlo Pileri – che incidono non solo sul prezzo del pieno ma anche e soprattutto su tutti i prodotti ad essi connessi, sia per gli aumenti dei costi di produzione sia per i costi di trasporto, l'Adoc da tempo ha chiesto al governo di intervenire per ridurre l'accisa e per congelare l'Iva. E' poi necessario attuare la liberalizzazione dei distributori no logo anche in autostrada e nelle grandi città. Nei distributori no logo il prezzo della benzina mediamente è inferiore del 5,8 per cento, circa 8 centesimi in meno, mentre per il diesel si risparmiano 7 centesimi”.

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