Ieri in Regione il vertice dei sindaci sul piano liquidazione delle cinque “Montane” dell’Umbria. A condurlo, l’assessore regionale Antonio Bartolini. Sul tavolo anche la situazione più complessa della Montana del Trasimeno. In riva al lago si parla di un “buco” stimato tra i 17 e 20 milioni di euro, illustrato dal liquidatore nominato dall’Ente di piazza Italia.
Le liquidazioni delle cinque Montane verranno unificate. Questo anche perchè, come scritto nel “piano”, i debiti sono sicuri, ma la realizzazione degli attivi messi a bilancio presentano “non pochi elementi di incertezza”. Il pareggio della Comunità Montana del Trasimeno (fino all’anno della sua messa in liquidazione) è stato ottenuto ricorrendo anche alle entrate potenziali del patrimonio immobiliare in conto vendita e calcolando anche il valore delle quote delle partecipate. Un patrimonio che oggi si sgretola per effetto della crisi, di una evidente sopravvalutazione di alcuni “pezzi di corredo” e del valore di quelle partecipazioni a società (come la Sviluppo Valnestore ad esempio) che oggi sono anch’esse in liquidazione o oggetto di contenzioso.
Giugno 2017 è la data entro la quale la Regione intende chiudere una volta per tutte il capitolo Montane, ma quello del Trasimeno è il caso più critico. L’Ente in liquidazione del Trasimeno ha iniziato la cessione del patrimonio nel 2015 ricavando dalla vendita di immobili e terreni circa 3 milioni e 200 mila euro. Nel 2016 sono stati ceduti altri “pezzi” di “corredo” ma la crisi ha messo a dura prova le stime di valutazione e difficilmente, pur cedendo fino all’ultima proprietà, si otterrebbe un pareggio per quella situazione debitoria stimata tra i 17 ed i 19 milioni di euro. A questi, ogni anno che passa, vanno sommate qualche centinaia di migliaia di euro di interessi di mutui. Insomma una situazione complessa anche perchè gli immobili ed i terreni, insomma tutte le proprietà dell’Ente sono stati evidentemente sovrastimati.
La soluzione sarà quella di unificare le liquidazioni, ma salvaguardando però i singoli patrimoni dalle possibili aggressioni dei creditori. Per intenderci insomma si procederà alla vendita degli immobili e delle varie proprietà di tutte e 5 le Montane e alla fine le somme che si ricaveranno serviranno a compensare le situazioni di deficit, ma sulla carta tecnicamente si terranno distinti i beni. La più temuta possibilità è che qualora all’esito delle operazioni restino ancora debiti, a questi ricadano per legge sui Comuni.
Ma ecco in dettaglio la panoramica dei mutui al 31 dicembre del 2013. Quelli relativi a beni venduti hanno un capitale residuo pari a 2 milioni e 200 mila euro, i mutui sui beni immobili di proprietà valgono 3 milioni e 600 mila euro, il mutuo per i lavori sul demanio regionale (Fibbino) 54 mila euro, i mutui per acquisto di mezzi ed attrezzature 2 milioni e 204 mila euro, per l’acquisto di attrezzature e strumentazioni ci sono ancora da pagare 32 mila euro, per il ponte radio 130 mila, per il progetto wireless del Trasimeno 626 mila euro, per le aree verdi pubbliche 561 mila euro, per il cofinanziamento di progetti come la pista ciclabile 561 mila euro. C’è poi il capitolo dei mutui assunti per conto dei comuni che nell’allegato alla delibera di giunta, con cui sono stati approvati i piani di liquidazione, vengono indicati per un valore di capitale residuo pari a 5 milioni e 510 mila euro. A questi vanno sommate qualche centinaia di migliaia di euro degli interessi che continuano a maturare.