Ne Il discorso del re, che gli è valso un premio Oscar è bastato un logopedista per risolvere i problemi di balbuzie del re Giorgio VI da lui interpretato. Ma questa volta servirà, e forse non basterà, un ricorso al Tar per Colin Firth, l’attore britannico che sarà rimasto senza parole alla notizia di dover demolire non solo un annesso, ma bensì l’intero immobile che possiede con la moglie Livia Giuggioli a Città della Pieve.
La Forestale ha avviato l’indagine. La vicenda edilizia che riguarda i coniugi Firth parte dal lontano 2011 quando il Corpo Forestale dello Stato mette gli occhi sulla proprietà dell’attore e della consorte produttrice. Così dopo i rilevamenti alla coppia viene intimata la demolizione dell’annesso e il ripristino “delle opere eseguite in difformità”, questo attraverso un’ordinanza del Comune di Città della Pieve, dove si trovano appunto l’immobile e l’azienda agricola dove la coppia Vip produce olio d’oliva.
Nuova costruzione senza titolo abitativo. Nei giorni scorsi però il Comune revoca quell’ordinanza, la numero 37 del 2014 e ne emette un’altra infatti, si legge nel nuovo dispositivo, il Corpo Forestale dello Stato rispetto all’ordinanza n. 37 ha evidenziato, che li “nulla invece viene intimato per quanto concerne la presunta realizzazione del fabbricato in posizione totalmente differente dall’autorizzato, tale da configurare intervento di nuova costruzione, in assenza di titolo abilitativo”, anche qui tradotto significa che secondo gli accertamenti l’intero immobile sarebbe stato realizzato in luogo diverso da dove sorgeva anticamente un casale e quindi in “totale difformità dai permessi a costruire e dalle autorizzazioni paesaggistiche”.
Dal solo annesso a tutta la villa. In altre parole, mentre il primo provvedimento imponeva la demolizione di una sola parte del fabbricato, dove i coniugi gestiscono l’azienda agraria ad un paio di chilometri dal centro pievese, oggi il nuovo dispositivo riguarda invece tutto l’immobile. Altro che balbuzie, qui si tratta di rimanere proprio senza parole.
La villa potrebbe passare al Comune. Ma non è tutto, infatti se entro 90 giorni l’immobile non sarà demolito, come previsto dalla legge “qualora il proprietario o il responsabile dell’abuso non provveda alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi nel termine sopra indicato, prorogabile di ulteriori trenta giorni su motivata richiesta dell’interessato, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive saranno acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio disponibile del comune”. Insomma o lo abbattono o passerà di proprietà del Comune. Un particolare non di poco conto e che lascia come unico spiraglio ai coniugi famosi un decisivo ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale.
Unica chance il ricorso al Tar. Ricorrere o demolire, this is a Question. Ma su questo Firth non avrà problemi, visto che il quesito amletico è uno dei primi monologhi da lui interpretati. Del resto, e questo non è teatro e nemmeno un film, la legge è uguale per tutti, o , per dirlo alla britannica dura lex sed lex. O era latino?