di Salvatore Savastano e Fabio Faina (*)
Il pastificio Spigadoro di Foligno, l'ultimo esempio di questo tipo di industria presente in una regione come l'Umbria che in passato pullulava di questi impianti, è a forte rischio chiusura.
La produzione è ferma e 55 dipendenti dello stabilimento rischiano seriamente di perdere il loro posto di lavoro.
Nell'ultimo periodo i lavoratori hanno davvero dato tutto quello che potevano per aiutare l'azienda in una fase difficile. Hanno lavorato sette giorni su sette, hanno fatto straordinari e questo ha permesso a Spigadoro di registrare buoni risultati, soprattutto con le esportazioni del prodotto, che rappresentano i due terzi delle vendite.
La Spigadoro era finita nel mirino negli ultimi mesi di due diverse cordate di imprenditori. La prima faceva capo ad un investitore del Sud Italia e l’altra ad una cordata di Latina. Dopo alcuni incontri era stato il gruppo laziale ad aver offerto maggiori garanzie per il futuro dell’impianto, tanto che l’8 ottobre le sigle sindacali hanno incontrato quello che avrebbe dovuto essere il nuovo amministratore, Bernardino Quattrociocchi. In ballo, oltre all’affitto, c’era anche l’acquisto del marchio che si sarebbe poi proposto sul mercato come Pasta Spigadoro srl.
Gli imprenditori di Latina avevano anche messo sul tavolo il reintegro immediato dei lavoratori. Poi nei giorni scorsi il passo indietro, la trattativa salta perché la cordata laziale si ritira, il che vuol dire la chiusura totale dello stabilimento.
I 55 dipendenti della Spigadoro sono in mobilità dalla fine di agosto e anche il pagamento degli stipendi è fermo da mesi.
La crisi economica che attraversa il nostro territorio, con l’incremento delle persone che stanno perdendo il lavoro e che vengono messi in cassa integrazione incide anche sul terreno del livelli della coesione sociale, della qualità della vita delle persone e delle relazioni umane.
Sinistra Ecologia e Libertà esprime preoccupazione anche per la crisi che colpisce pesantemente tutta la nostra provincia, infatti quotidianamente arrivano notizie di chiusure di stabilimenti, di lavoratori in mobilità o in cassa integrazione.
La situazione è tale che la politica è chiamata in causa non per fare del lavoro uno spot pubblicitario ma per creare e favorire una concertazione vera tra Comune, Provincia, Regione e Ministeri, occorre intervenire con tutti i mezzi a disposizione soprattutto per evitare la chiusura degli stabilimenti e la riduzione del personale.
A medio e a lungo termine occorre necessariamente iniziare a ragionare su uno sviluppo diverso nei nostri territori.
Noi ci siamo ed esprimiamo solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori della Spigadoro, siamo disponibili ad incontrarli sempre e a sostenere le loro giuste rivendicazioni.
(*) Coordinatore Circolo Foligno e Coordinatore Federazione Provinciale Perugia
