E' approdata oggi in consiglio regionale la vicenda del progetto di rilancio della centrale Enel a Carbone di Ponte di Ferro, nel comune di Gualdo Cattaneo, con un'interrogazione presentata al Question Time dal Capogruppo Idv Oliviero Dottorini all'assessore all'Ambiente Silvano Rometti, che ha firmato l'otto giugno il protocollo con Enel e università di Perugia per uno studio di fattibilità sulla parziale riconversione dell'impianto (leggi).
“Io mi rendo conto che se noi avessimo la possibilità di programmare lo sviluppo della nostra regione in questo momento, collocare la centrale in quel luogo sarebbe qualcosa che non avremmo assolutamente dovuto fare”, ha detto Rometti, in risposta all'interrogazione, riferendosi alla posizione dell'impianto, al centro di una valle abitata. “La centrale che esiste li è una delle due centrali che garantiscono approvvigionamento energetico alla nostra regione”, ha detto però l'assessore, di fronte al consiglio regionale e ad alcuni cittadini di Gualdo Cattaneo e dintorni che assistevano alla seduta dagli spalti. “Come regione abbiamo espresso un parere per l'Autorizzazione di impatto ambientale, con obbiettivi di qualità precisi”, ha detto Rometti, secondo cui “all'interno di questo percorso autorizzativo abbiamo chiesto come regione al ministero che entro 5 anni l'Enel presenti un progetto di riconversione, per adeguarla ai nuovi standard. Entro questi 5 anni dobbiamo studiare delle varie ipotesi. La proposta che è venuta dall'Enel è dentro un progetto che vede l'interesse di molti imprenditori umbri, del mondo scientifico umbro”.
Il progetto cui fa riferimento il protocollo d'intesa recentemente siglato fa riferimento a una filiera che vorrebbe veder sorgere nei pressi di Nera Montoro un impianto di produzione di biocombustibili, ottenuti dalla coltura di 4 mila ettari di canna comune e altri vegetali, da cui produrre annualmente -in ipotesi- 40 mila tonnellate di bioetanolo e 60 mila di lignina, quest'ultima da trasportare via rotaie a Foligno e via gomma a Gualdo, per essere bruciata nella centrale al posto di parte del carbone, in una quantità tra il 5 e il 10 per cento della capienza complessiva dell'impianto. Come specificato dallo stesso Rometti, quello allo studio con Enel è allo stadio attuale solo un progetto, che dovrà ancora essere valutato nella sua fattibilità. Rometti ha ricordato poi il totale sostegno dei sindacati al progetto, a salvaguardia dei posti di lavoro garantiti dall'impianto.
IDV: PUBBLICITA' INGANNEVOLE Dopo essersi dichiarato non soddisfatto della risposta nella replica, il gruppo Idv in consiglio regionale ha commentato nuovamente il progetto di Rometti in un incontro con la stampa, fissato subito dopo il Question Time.
“Da diverso tempo la centrale funziona al 10 per cento della sua potenzialità”, ha detto il consigliere Paolo Brutti alla stampa. “Sembrava del tutto naturale che quello fosse un impianto destinato a chiudere la sua vita, in termini di produzione da fonti fossili. Invece ci troviamo di fronte a un progetto che rivitalizza un vecchio impianto a carbone”. Secondo Brutti, il progetto in ballo “è tutto ipotetico, tranne (per il fatto) che la centrale a carbone riprenderà a funzionare a pieno regime. Noi diciamo che l'assessore ha preso un granchio. Si è fatto sedurre dalle sirene di una proposta che non ha le gambe per camminare”.
Il gruppo Idv sostiene che il progetto mira a “rifare il trucco” a una centrale a carbone, oggi quasi ferma, dandole modo di riprendere a funzionare a piena attività. Secondo Brutti e Dottorini, se questo progetto andasse in porto, “anziché sostituire l'energia prodotta da fonti fossili con quella prodotta da rinnovabili -come dovrebbe essere- si andrà ad aumentare la quantità di energia prodotta con il carbone, riportando a pieno regime l'impianto”.
MOZIONI Dottorini ha ricordato ancora una volta l'esistenza di una mozione del consiglio comunale di Gualdo Cattaneo e di una del consiglio regionale, entrambe risalenti al 2007, che inibivano l'utilizzo delle biomasse nella centrale. Inoltre, secondo il capogruppo Idv, il progetto allo studio va contro l'attuale piano energetico regionale, che vorrebbe un tetto massimo di 14 mega di energia proveniente dalle biomasse in tutta la regione, al momento già saturo. Dottorini ha infine messo in dubbio la possibilità, come ventilato da Franco Cotana, ideatore del progetto dell'università di Perugia, di poter coltivare la canna da fosso necessaria in uno stretto raggio territoriale, inficiando la sostenibilità anche dell'eventuale produzione a biomasse dell'impianto.
LE AMMINISTRAZIONI Una nota polemica è infine stata sollevata circa il mancato coinvolgimento delle amministrazioni dei due comuni coinvolti, Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo, nel protocollo di intesa, siglato solo tra regione, Enel e ateneo. I due sindaci, entrambi stamani in regione per una conferenza stampa su altro tema, hanno finora avallato il progetto solo in occasione del convegno introduttivo, chiedendo però la partecipazione della popolazione nelle decisioni.
IL RITIRO E IL CONVEGNO Il consigliere Brutti ha detto in conclusione che l'Idv intende chiedere alla giunta -di cui il gruppo consiliare fa parte- il congelamento del progetto siglato l'otto giugno e la discussione del nuovo piano energetico regionale.
A fine conferenza, il Comitato per l'ambiente di Gualdo Cattaneo, presente in sala, ha annunciato che organizzerà a settembre una conferenza, in cui tenterà di far sedere allo stesso tavolo Gianni Tamino, esperto nazionale di biomasse, tra i riferimenti di molti movimenti ambientalisti, e l'ideatore del progetto Franco Cotana.
Francesco de Augustinis
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