Cda Vus revocato, Zuccarini e altri 6 sindaci condannati dalla Corte dei conti "Condotta di estrema gravità" - Tuttoggi.info

Cda Vus revocato, Zuccarini e altri 6 sindaci condannati dalla Corte dei conti “Condotta di estrema gravità”

Sara Fratepietro

Cda Vus revocato, Zuccarini e altri 6 sindaci condannati dalla Corte dei conti “Condotta di estrema gravità”

Mer, 27/09/2023 - 19:02

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Spoil system illegittimo sul Cda della Vus, Zuccarini dovrà risarcire oltre 20mila euro, altri 6 sindaci circa 2.800

Non era applicabile nessuno spoil system e la revoca dei componenti del consiglio d’amministrazione della Valle umbra servizi (Vus) avvenuta nel 2019 è stata illegittima, creando un danno erariale. Per questo la Corte dei conti dell’Umbria ha condannato il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, il sindaco di Sellano, Attilio Gubbiotti, il vicesindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera, il sindaco di Gualdo Cattaneo Enrico Valentini, il sindaco di Castel Ritaldi Elisa Sabbatini, il sindaco di Giano dell’Umbria Manuel Petruccioli e l’ex sindaco di Nocera Umbra Giovanni Bontempi. Assolto invece il sindaco di Montefalco, Luigi Titta, che era stato citato in giudizio.

A far partire l’indagine della Corte dei conti era stato l’esposto presentato ad agosto 2019 dal collegio sindacale della Vus. La vicenda è nota: dopo le elezioni del 2019 il Comune di Foligno ha deliberato il venir meno del “rapporto di fiducia fra l’Amministrazione comunale e gli organi di amministrazione delle citate società partecipate“, tra cui appunto la Vus. Cda che era stato nominato il 29 agosto 2018 ed era composto dal presidente Lamberto Dolci e dai consiglieri Daniela Riganelli e Manuel Petruccioli.

Il “defenestramento” del Cda dell’azienda partecipata dai 22 comuni dell’area vasta era stato messo in discussione durante l’assemblea dei soci il 6 agosto 2019, con alcuni sindaci che si erano allineati alla posizione del Comune di Foligno. L’attuazione del cosiddetto spoil system era stata osteggiata da altri primi cittadini (non solo di centrosinistra), ma anche il collegio sindacale aveva espresso i propri dubbi per via della decisione che veniva presa sulla base di una valutazione esclusivamente politica.

Nonostante il caso politico che era montato, il 29 agosto del 2019 l’assemblea dei soci Vus a maggioranza aveva approvato la revoca di Dolci e Riganelli, mentre Petruccioli si era precedemente dimesso. A votare erano stati i rappresentanti dei comuni di Foligno, Sellano, Norcia, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Castel Ritaldi e Nocera Umbra. Il sindaco di Montefalco si era invece astenuto mentre al momento del voto erano usciti i rappresentanti di altri comuni (Bevagna, Campello sul Clitunno, Cascia, Scheggino, Spello, Valtopina) ed altri ancora non erano presenti all’assemblea. Spoleto in particolare aveva assunto una posizione fortemente critica nonostante il primo cittadino fosse all’epoca espressione del centrodestra.

Era seguita la nomina di un nuovo Cda, scelto appunto dagli amministratori politici di centrodestra sotto l’egida di Foligno, ma l’ex presidente Dolci e l’ex consigliera Riganelli avevano fatto causa all’azienda. In particolare a gennaio 2020 avevano ipotizzato un accordo transattivo per evitare un contezioso giudiziario, essendo stati danneggiati dalla revoca. Ne è seguito a giugno 2021 un accordo economico: la Vus ha riconosciuto ai due ex amministratori un importo pari a 36mila euro in totale, spendendo inoltre 4.043 euro di spese legali per l’avvocato che ha seguito Vus nella vicenda.

Nella sentenza della Corte dei conti si ricorda anche come “alcuni soci dissenzienti” (tra cui anche l’ex sindaco di Spoleto, il magistrato Umberto de Augustinis) avevano richiesto sia l’intervento della Presidenza del Consiglio dei ministri sia il parere della Sezione di controllo della stessa Corte dei conti dell’Umbria: “entrambe le autorità audite, seppur con termini e modalità diverse, hanno espresso serie perplessità sulla legittimità della revoca degli amministratori”.

“Questo collegio – si legge – considera gravemente colpevole la condotta dei soci che, nonostante le forti perplessità sollevate dal collegio sindacale prima dell’adozione del provvedimento lesivo, non hanno doverosamente riflettuto sulla legittimità dell’atto che si accingevano ad adottare”. I giudici evidenziano anche che “la condotta dei sindaci-soci che hanno espresso voto favorevole alla revoca del Cda appare connotata da estrema gravità ed antigiuridicità”.

Da qui la condanna di 7 tra gli 8 sindaci che erano stati citati in giudizio dalla Procura contabile: nel mirino era finito anche il sindaco di Montefalco Luigi Titta (che però in assemblea si era astenuto sulla revoca del Cda e a cui sono stati riconosciuti 1.500 euro di risarcimento per spese legali). Il risarcimento del danno erariale di poco più di 40mila euro, però, non è stato decretato in modo uguale per tutti gli amministratori citati. Al sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, è stato infatti imputato l’addebito in misura del 50% del danno erariale, quindi 20.021,50 euro. Gli altri sindaci coinvolti, invece, dovranno pagare 2.860,21 euro ciascuno.

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