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Case, auto, moto: le 5 tasse che gli umbri pagano senza saperlo

Redazione

Case, auto, moto: le 5 tasse che gli umbri pagano senza saperlo

Regione e Province, ecco quanto riscuotono bollette, atti e contratti
Mer, 02/10/2019 - 09:18

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Non soltanto IRPEF, IVA, IMU, Addizionali IRPEF Regionali e Comunali, IRAP, Accise sui carburanti, Bollo Auto. Nel Paese delle “100 tasse”, ve ne sono alcune “ignote”, che spesso i cittadini ignorano di pagare oppure non conoscono l’Ente che le incassa.
Sono le 5 “tasse occulte”, che puntualmente troviamo sulle bollette del gas, della TARI, sull’assicurazione oppure la momento di acquistare un’auto o uno scooter. Parliamo di imposte che sono delle vere e proprie “tasse sulle tasse”: Arisgam, IRBA, TEFA, IPT, Imposta RC Auto.

Il CAF UIL dell’Umbria ha calcolato gli effetti di cinque tributi che gravano sulle tasche dei contribuenti e che vengono pagate in molti casi ignorando di farlo o, quantomeno non conoscendo l’Ente che ne riscuote il gettito. Di cosa si tratta e dove si annidano questi balzelli misteriosi? Si tratta di tributi dai nomi criptici, vengono prelevati a favore di Regioni e Provincie ma pagati perché inglobati all’interno delle bollette della Tari, sulle assicurazioni dei veicoli a motore o sul consumo del gas metano. Arisgam, Irba, IPT, Imposta sulle assicurazioni RCA, Tefa, cui si aggiungono altri balzelli secondari colpiscono i consumi dei cittadini e messi insieme raggiungono però cifre importanti, che si affiancano – sovrapponendosi – ad altre imposte definite a livello nazionale come le accise.

Arisgam

L’Arisgam è una addizionale sul consumo del gas metano, è possibile abolirla a livello regionale ma solo alcune lo hanno in realtà fatto: Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Basilicata, Sicilia, Sardegna e la Provincia Autonoma di Bolzano. Se applicata può oscillare in un range compreso fra 5,50 euro e 30,98 euro ogni 1000 metri cubi di gas consumato.

Se il gettito nazionale porta alle Regioni complessivamente 470 milioni di euro, per l’Umbria vale 2,2 milioni.

Irba

L’altra imposta regionale è l’Irba, cioè l’Imposta regionale sulla benzina per autotrazione, che colpisce anche i consumi privati. Vale 2,58 centesimi per ogni cento litri di carburante, quindi significa che in un pieno si lascia in media 1,5 euro, oltre a tutto il resto.

La fortuna è che questo tributo è stato applicato solo in sette regioni, fra le quali è assente l’Umbria. Nel  complesso quindi, il prelievo di queste imposte sconosciute risulta più basso in Umbria rispetto alla media nazionale con un risparmio quantificabile in quasi 7 euro pro capite all’anno.

Imposta provinciale Rca

Di segno opposto è la situazione che riguarda i tributi che vanno a favore delle Provincie umbre. Qui il prelievo risulta complessivamente superiore a quello medio italiano. In termini quantitativi spicca l’Imposta sulle assicurazioni RCA sui veicoli a motore, che vale in Umbria 33,5 milioni di euro. Questa imposta può essere applicata nella misura base del 12,50%, ma rispetto alla quale è possibile fissare incrementi o diminuzioni dell’aliquota base fino al 3,5%. In Umbria si è optato per una
maggiorazione fino al massimo consentito, con l’aliquota finale del 16%.

Ipt

A seguire in termini di introito prodotto c’è poi l’Imposta Provinciale sulle trascrizioni (IPT) che garantisce alle casse provinciali dell’Umbria circa 28 milioni di euro, dei quali ben 22 milioni sono appannaggio della provincia di Perugia e solo 6 di quella di Terni.

Questa imposta viene versata dai contribuenti quando effettuano le trascrizioni al PRA o trasferiscono la proprietà di un veicolo a motore, in questi casi a pesare è la potenza del veicolo, dovendosi pagare una quota fissa di 150,81 euro fino a 53 KW, facendo aumentare poi il balzello di 3,51 euro per ogni KW aggiuntivo.

Anche in questo caso le flessibilità legate al federalismo fiscale consentono manovre in aumento fino al massimo del 30% della tariffa base, scontato dire che entrambe le provincie umbre hanno optano per la maggiorazione massima consentita dalla legge.

Tefa

A chiudere l’elenco c’è poi la Tariffa Provinciale Ambientale Tefa, inglobata all’interno delle bollette Tari. Questo tributo viene commisurato direttamente alla superficie degli immobili sui quali viene calcolata con possibilità di differenziare il prelievo da un minimo dell’1% al massimo del 5%. In palio ci sono per l’erario umbro 8,8 milioni di euro all’anno assegnati per 6,5 milioni alla provincia di Perugia e la restante parte a quella di Terni.

A tal proposito è interessante notare che il prelievo pro capite sui cittadini umbri, in termini di Imposta RCA e Tefa, pur essendo mediamente superiore a quello nazionale, non conosce differenziazione fra le due provincie, differenza che invece emerge per l’IPT che ammonta a 33 euro a Perugia contro i 27 euro di Terni, in questo caso i perugini versano 6 euro in più della media nazionale che si colloca a 29 euro, ed i ternari ne risparmiano invece 2.

Quanto costa l’anno

In definitiva, considerando le tasse regionali e provinciali in maniera aggregata, dall’elaborazione emerge che a fronte di imposte occulte gli italiani pagano 81 euro pro capite all’anno, considerati adulti e bambini, gli umbri ne devono versare 82.

A Perugia l’incidenza è più elevata che a Terni, in quanto nel capoluogo regionale si versano 82,50 euro contro i 79,50 della città dell’acciaio.

L’analisi del Caf Uil

Alcune di queste imposte, quali l’Arisgam, l’Irba e la Tefa sono state introdotte nei primi anni ’90, altre sono state introdotte successivamente come l’IPT nel 1997 e l’Imposta sulle Assicurazioni RCA nel 1999 e quindi nel corso di tutti questi anni hanno rastrellato cifre complessive molto ragguardevoli.
Il prelievo operato sulle due tasse regionali in Umbria è significativamente più basso rispetto alla media italiana, ma ampiamente compensato tuttavia da quanto trattenuto per quelle provinciali, tanto che nel complesso gli umbri pagano leggermente di più.
Il prelievo maggiore in Umbria riguarda i residenti nella provincia di Perugia, con una differenza di circa 3 euro all’anno in più pro capite.
La differenza maggiore in termini di importi pro capite si riscontra per l’IPT, con Perugia superiore alla media nazionale di 4 euro.

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