Emergono nuovi dettagli relativi alla vicenda che ha visto l’arresto del 50enne carabiniere di Gualdo Tadino, accusato di violenza sessuale nei confronti di tre donne. Al momento in cui al militare sotto indagine vennero sequestrati i supporti informatici, tra cui il cellulare, si pensò che questo servisse a cercare prove di contatti telefonici tra l’uomo e la 16enne che lo aveva denunciato per adescamento di minore, raccontando come il brigadiere le avesse promesso contatti nel mondo della moda facendole alzare la maglietta.
Oggi, dal quotidiano La Nazione, apprendiamo, nei risvolti dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Alberto Avenoso, che nel computer del brigadiere si cercava ben altro.
Nei video trovati dai carabinieri, infatti, ci sono immagini che lui stesso avrebbe girato con una videocamera anche sul computer dell’ufficio in caserma, da dove avrebbe ripreso il video hard con una prostituta straniera. La procura ha contestato la concussione, ritenendo che il militare aveva offerto una sorta di ‘protezione’ alla donna, in cambio di sesso. Il Pm Michele Adragna aveva chiesto il carcere per il carabiniere, ma il giudice ha poi concesso i domiciliari.
Differente l’ipotesi per un’altra giovane, alla quale il militare avrebbe ‘promesso’ un facile guadagno attraverso la successiva diffusione dei filmini a luci rosse che, in questo caso, non sarebbero stati girati in caserma. E non si esclude che il militare possa anche averle offerto denaro in cambio del rapporto intimo.
Ora l’accusa di violenza sessuale, aggravata dal fatto che una delle ragazze avesse un ritardo cognitivo e dal reato di concussione, pesa come un macigno sul carabiniere e, mentre la difesa sostenuta dall’avvocato Nicola di Mario valuterebbe già il ricorso al Riesame, l’indagine sul fronte disciplinare sarebbe sul punto di determinare la sospensione del militare sussistendo una circostanza di arresti.