Il 'Comitato Centro Storico' di Città di Castello scrive una lettera aperta all'Amministrazione comunale e alle istituzioni "Livelli di esasperazione sono alti, chiediamo di salvaguardare nostro diritto a salute e riposo"
La movida di Città di Castello torna ancora una volta sotto accusa. Con l’allentamento delle misure anti Covid e la ripresa delle attività dei locali pubblici, infatti, nelle ore notturne (talvolta anche fino alle prime luci dell’alba) il cuore della città è diventato da tempo dominio assoluto di giovani e giovanissimi da giovedì a domenica compresa, con evidenti ripercussioni sulla vita dei residenti.
Lettera aperta
Il Comitato Centro Storico – dopo due mesi di movida “selvaggia e molesta” – ha infatti pensato di scrivere una lettera aperta agli amministratori del Comune di Città di Castello e alle istituzioni competenti, facendo emergere un quadro della situazione per niente confortante.
“Vicoli come orinatoi e bivacchi su scalini”
“Giovani e giovanissimi, – si legge nella missiva – accompagnati da una colonna sonora assordante, e sotto gli effetti dell’alcol, quando non si tratta di droga, si riversano e si assembrano nelle piazze e nelle strade limitrofe, trasformando i vicoli in orinatoi, bivaccando sugli scalini dei portoni e divenendo padroni incontrastati degli spazi pubblici”.
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Tutti “sfregi” ben tangibili anche la mattina seguente: i residenti infatti parlano di “fastidiose e puzzolenti macchie di urina e vomito vicino ai portoni e lungo le facciate delle case”, senza contare la distruzione di fioriere e piante.
Risse e inquinamento acustico
Il Comitato, nella lettera aperta, sottolinea la propria indignazione anche per le recenti risse che hanno costretto forze dell’ordine e ambulanze ad intervenire a tarda notte, e che avevano costretto il sindaco anche a emanare ordinanze con limiti al consumo e alla vendita di alcol.
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“La movida – aggiungono – si nutre soprattutto di musiche ad alto volume, che causano un elevato inquinamento acustico. L’annullamento del diritto al riposo, il degrado, i traslochi obbligati quando possibile, il calo del valore degli immobili, sicurezza e salute messe in pericolo, il tutto sembra consentito passivamente dalle istituzioni, più vicine agli interessi delle attività di bar, pub, ristoranti, che ai residenti”.
“Il centro storico va rispettato”
“Il centro storico non è un oggetto da consumare o una merce da vendere, è un bene da rispettare – sottolinea il Comitato – Il Comune non può arrendersi a chi vuole farla da padrone negli spazi pubblici ma deve saper agire con fermezza per difendere la città da degrado e illegalità, e attuare le normative relative alla salvaguardia di sicurezza e salute dei cittadini. Gli effetti su quest’ultima dell’inquinamento acustico vanno infatti dai disturbi del sonno, mal di testa, ansia, stanchezza, stress fisiologico e reazioni cardiovascolari”.
“Alti livelli di esasperazione”
“Sono alti i livelli di esasperazione, – concludono i residenti – si tratta di una situazione incresciosa e invivibile, pertanto chiediamo di salvaguardare il diritto alla salute e al riposo degli abitanti delle zone consegnate alla movida, vincolando l’Amministrazione al suo dovere istituzionale di applicare la legge nel rispetto dei diritti tutelati dalla Costituzione e nel rispetto della convivenza democratica. Se non verranno adottate contromisure efficaci per le esigenze di chi vive e lavora in centro, ogni altra azione individuale e collettiva sarà valutata dagli interessati nelle sedi opportune”.