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BPop Spoleto, Clitumnus lancia nuova offerta – All’orizzonte anche Popolari Bari e Vicenza

Redazione

BPop Spoleto, Clitumnus lancia nuova offerta – All’orizzonte anche Popolari Bari e Vicenza

Mar, 02/04/2013 - 21:30

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Carlo Ceraso
Nuova offerta della Clitumnus per l’acquisizione del controllo di Banca Popolare Spoleto. La newco, veicolo societario già costituito dal professor Carbonetti con Tlk Srl e Pavè Partecipazioni Srl, ha infatti concluso un accordo di investimento con 13 soci, prevalentemente umbri, interessati alla Popolare. L’offerta complessiva è di 102 milioni di euro, 60 quelli sottoscritti (60.284.000€ per la precisione), € 41.716.000 quelli che sarebbero stati già opzionati da altri investitori la cui firma è attesa per la fine di questo mese. Una offerta che prevede il controllo dell’istituto almeno al 51% e la relativa quota di ricapitalizzazione. In attesa, ovviamente, delle risultanze del lavoro che stanno svolgendo i Commissari inviati a Spoleto da palazzo Koch e delle decisioni della stessa Vigilanza.
Fra annunci e gaffe – la notizia è rimbalzata ufficialmente questa mattina ma nel giro di poche ore è stata talmente fraintesa da portare alcune autorevoli agenzie a rilanciare il raggiungimento di un accordo fra la Clitumnus e Bps. Cosa impossibile visto che l’istituto è stato commissariato da Bankit quasi due mesi fa. Per comprendere in pieno l’operazione basta leggere la nota apparsa nel pomeriggio sul sito di Borsa Italiana dove viene ricostruita l’operazione lanciata da Clitumnus già dallo scorso gennaio. La newco “aveva allo studio un'operazione per la possibile acquisizione del pacchetto di controllo della banca – si legge sul sito di BI – l'operazione prevedeva, tra l'altro, l'acquisto di azioni della banca dal suo socio di controllo, vale a dire Spoleto Credito e Servizi (Scs). Clitumnus aveva formulato un'offerta esplorativa – di natura non vincolante – nei confronti di Scs che è stata rifiutata”. E’ in pratica il famoso ‘niet’ che l’ex presidentissimo Antonini aveva pronunciato ritenendo irricevibile una offerta a 2,1 per azione (oggi Bps ha chiuso a 1,85€ in rialzo del 3,24% forse proprio per effetto della nuova offerta). Leggiamo: “A seguito di questo rifiuto e del commissariamento di Scs e della Banca (intervenuto con provvedimenti dello scorso 8 febbraio), il contesto in cui si inquadra l'operazione si e' modificato radicalmente, quindi la proposta deve ritenersi del tutto superata. L'accordo stipulato ha come obiettivo quello di salvaguardare l'autonomia, il radicamento territoriale ed i livelli occupazionali della banca. Non appena gli organi della procedura di amministrazione straordinaria avranno definito le modalità di selezione del possibile intervento sulla Banca, Clitumnus presenterà la propria disponibilità ad un'operazione di acquisizione del controllo di diritto della Banca che consisterà in via preferenziale nella sottoscrizione di un aumento di capitale della Banca riservato a Clitumnus. Alla luce dei termini e modalità in cui si articolerà l'operazione, sarà verificata l'esistenza di una fattispecie esentiva dall'obbligo di promuovere un'offerta pubblica di acquisto. L'accordo prevede, inoltre, che l'esecuzione degli impegni di investimento e il perfezionamento dell'operazione siano subordinati ad una serie di condizioni, tra cui, in particolare, l'ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte di Banca d'Italia”.
Nessuna intesa – Carbonetti & Co. hanno poi precisato che “attualmente non esiste alcuna intesa con i Commissari Straordinari e non è stato ancora avviato l'iter istruttorio per l'ottenimento dell'autorizzazione all'acquisto della partecipazione di controllo della banca. Al momento non è possibile fornire alcuna indicazione circa la possibile tempistica dell'operazione. L'accordo non prevede pattuizioni relative alla governance della Banca, salvo la previsione secondo cui sarà garantita la presenza nel Cda di esponenti, in maggioranza indipendenti, dotati di requisiti di adeguata professionalità”. Il professor Carbonetti ha poi fatto sapere, probabilmente per spazzare via i veleni che da giorni circolano a Spoleto e non solo, che “per espressa previsione statutaria, Clitumnus si è inibita l'esercizio dell'attività di direzione e coordinamento sulle società controllate e, pertanto, essa non assumerà lo status di capogruppo bancaria”.
I soci – Tuttoggi.info aveva già da settimane svelato i nomi di alcuni degli investitori che in queste ore hanno chiuso l’accordo con Clitumnus. C’è in pratica il gotha dell’imprenditoria umbra, specie quella della provincia di Perugia, visto che, almeno per ora, nessun imprenditore né istituzione dell’area di Terni si è fatto avanti. A fare la parte del leone è la Fondazione CaRiPerugia del presidente Carlo Colaiacovo che si è impegnata a investire 27,5 milioni di euro (il 26,96% dell’offerta complessiva) seguita da Coop Centro Italia con 11,067 mln (10,85%) e dal gruppo assicurativo romano Net Insurance con 7,5 milioni (7,35%). L’imprenditore Enrico Ricci e la Financo, finanziaria della famiglia Colaiacovo, si sono impegnati per un pacchetto pari a 2.213.400 € ciascuno (2,17%) seguite da Fondazione CaRiOrvieto per 1,65 mln e dalla finanziaria della gruppo oleario Monini, la Ze.Flor. per 1,5 mln. Un pacchetto per così dire ‘minimo’, del valore di 1.106.700 euro, è stato sottoscritto dalla BiFin (finanziaria del gruppo Bianconi di Assisi), dalla BriziarelliFin (facente capo ai titolari delle fornaci di Marsciano), Ecosuntek (società di Gualdo impeganata nelle energie rinnovabili), Luigi Metelli Spa di Foligno, Molini Spigadoro di Bastia e Ubn Finance (finanziaria del gruppo Urbani di Scheggino. Per concludere l’accordo occorre ora piazzare poco meno di 42 milioni di euro che potranno essere opzionati “da altri investitori che siano graditi a quelli attuali”, come si legge nella nota.
Gli altri interessati – ma sul tavolo delle trattative, ancora da avviare, non ci sarebbe solo l’offerta della Clitumnus. Stando a quanto rimbalza dalla Puglia, trovando qualche tiepida conferma a piazza Pianciani, sembra infatti che anche PopBari sia interessata a piazza Pianciani. La Popolare pugliese, già presente in Umbria dopo aver inglobato gli sportelli della Cassa di Risparmio di Orvieto, avrebbe avanzato ai Commissari di Bankit una proposta economica per il tramite del commercialista Edoardo Caforio (abbiamo provato due volte a contattarlo al suo studio di Spoleto ma il professionista ha indubbiamente preferito non richiamarci). Il Gruppo del presidente Jacobini ha di recente concluso l’aumento di capitale sociale e la emissione di obbligazioni incassando ben 306 milioni di euro, con richieste superiori alle azioni e obbligazioni messe in offerta. Un successo rimarcato nei giorni scorsi dal capogruppo Pdl alla regione Puglia, Rocco Palese, che ha elogiato la guida di Jacobini, da quasi un trentennio, con incarichi diversi, ai vertici dell’istituto. Ma all’orizzonte, a quanto può anticipare Tuttoggi.info, ci sarebbe anche la Popolare Vicenza, istituto che già tempo addietro aveva adocchiato la banca spoletina e che vorrebbe radicare la propria presenza nel centro Italia.
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