Sara Minciaroni
Biogas, la storia infinita. Il Consiglio regionale dell'Umbria, ieri dopo lungo dibattito, ha bocciato due documenti (un ordine del giorno e una mozione), relativi alle centrali a biomasse e agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tutto ruota intorno alla delibera 494 quella che ha modificato le distanze per la realizzazione degli impianti a biogas. La prima mozione è stata bocciata perchè di fatto ne confermava la validità, la seconda perchè ne chiedeva la sospensione.
L'ordine del giorno (di iniziativa dei consiglieri Pd Galanello, Smacchi e Barberini presentato durante i lavori in sostituzione di una precedente mozione con gli stessi firmatari) faceva riferimento alla “Necessità di adozione di una normativa regionale che disciplini in materia organica l'installazione di impianti a biogas in Umbria” ed ha riportato 14 voti favorevoli (Pd, Psi), 5 contrari (Prc, Comunista umbro, Idv, Lega nord) e 10 astensioni (Pdl, Udc, Fd'I), risultando quindi bocciato per la non prevalenza dei voti positivi (il voto di astensione è considerato negativo). Il testo auspicava di “Privilegiare strutture di piccole dimensioni (inferiori a 300 kw) che utilizzano biomasse provenienti da attività agro zootecniche del territorio dove è ubicato l'impianto, nel rispetto delle distanze di pertinenza indicate dalla delibera di Giunta 494/2012.
La delibera della discordia. E’ proprio sulla 494 che le acque si sono agitate. Infatti per quanti hanno votato contro la delibera avrebbe dovuto prevedere lo sospensione della delibera che di fatto riduce le distanze degli impianti dai centri abitati. Sospenderla avrebbe significato ripristinare la normativa precedente ovvero 500 metri di distanza per tutti i tipi di impianti a prescindere dalla loro potenza. Invece nel provvedimento bocciato si prevedeva la realizzazione solo per impianti di medio grandi dimensioni (sopra 1mw) in aree industriali o a distanze superiori a 500 metri da edifici tutelati e dai centri abitati.
Bocciata anche la mozione per il ritiro della 494. La mozione di iniziativa del consigliere Stufara (Prc – Fds), che ha ottenuto 23 no e 5 sì (Prc, Comunista umbro, Idv, Lega nord), chiedeva invece alla Giunta di ritirare due delibere del 2012, la 40 e la 494 (vedi sopra), e di promuovere: “Nel settore delle agroenergie, la realizzazione di impianti di piccole dimensioni, con approvvigionamento su base locale, anche recuperando le disposizioni originarie del regolamento numero 7 del 2011; nel settore del fotovoltaico, lo sviluppo di tecnologie impiantistiche che riducano il consumo del suolo, nell'ottica di una maggiore tutela dei beni paesaggistico-culturali e di una specifica valorizzazione produttiva delle aree agricole, anche in riferimento alle previsioni del prossimo Piano di sviluppo rurale; la definizione di criteri specifici per l'individuazione delle aree non idonee da parte dei Comuni, prevedendo in particolare l'indicazione delle motivazioni alla base dell'eventuale rifiuto da parte della Regione rispetto alle proposte dei Comuni; l'individuazione di opportune forme di partecipazione delle istituzioni locali e della popolazione per l'individuazione delle aree idonee all'installazione di impianti da fonti rinnovabili”.
Dottorini dice la sua. Il capogruppo Idv, da sempre molto sensibile alla materia si esprime in questi termini: “Indipendentemente da come la si pensi in proposito, è urgente riaprire un confronto, seppur tardivo, con le amministrazioni locali e con i cittadini per riaffermare alcuni principi: la biomassa deve essere reperita in loco e gli impianti devono essere di piccole dimensioni, riportando le distanze a quanto già deciso dal Consiglio regionale. Fa veramente dolore constatare come una straordinaria opportunità di produzione di energia da fonti rinnovabili possa trasformarsi in un boomerang per la credibilità delle nostre istituzioni”.