Se prima, il clima politico elettorale a Bevagna, era caldo ora si fa a dir poco incandescente.
In politica si sa: tutto può succedere, e così, dopo aver richiesto per settimane un ‘passo indietro’ al sindaco Analita Polticchia, alla fine, lunedì sera è stato lo stesso segretario cittadino del Partito Democratico a rassegnare le sue dimissioni.
Fabio Maccarelli, ha già inviato la lettera alla segreteria regionale piddina, da oggi quindi la sezione di Bevagna è senza una guida, a meno di due mesi dalle elezioni e nel pieno delle manovre elettorali.
Una situazione a dir poco paradossale, con Maccarelli che, dopo aver sonoramente bacchettato il primo cittadino in carica, adesso bastona senza mezzi termini l’ex sindaco Bruno Bini: “denuncio le manovre becere di Bruno Bini – scrive nella lettera di dimissioni inviata ai vertici del Pd ed alla stampa – e mi rattrista vederlo circondato da una corte prona”.
Nelle acque agitate del centrosinistra bevanate, nel Pd si aprono falle che rischiano di farlo naufragare, specialmente ora che manca persino il timoniere.
Ecco il contenuto integrale del documento dell’ormai ex segretario Maccarelli:
“Ho guigato e guido un percorso serio e lineare, che abbiamo chiamato congresso civico, attuando delibere assembleari prese dopo lunghi e sofferti dibattiti. Ho senz’altro fatto dei passi decisi e senz’altro avrei dovuto rendermi conto e chiedere conto prima a ciascun iscritto di come effettivamente al dunque la pensasse. Ho sperato, in buona fede, di non dover arrivare a questo. Ma di fronte a quanto messo in atto, con pervicacia e disprezzo, da chi si autodefinisce di sinistra, non ha la minima possibilità di essere definito da me politica; non può avere cittadinanza a Bevagna, per quel che mi riguarda.
Denuncio le manovre becere di Bruno Bini e mi rattrista vederlo circondato da una corte prona.
Denuncio la mistificazione dei fatti sostanziali e del diritto statutario, la pervicace azione volta a strumentalizzare persone di altissimo profilo morale e istituzionale, che fanno percepire l’azione cristallina e in buona fede di queste persone come se fosse il risultato delle manovre di un gruppo ristretto di volponi che gestisce Bevagna da 40 anni.
Denuncio, di più, che si tenti di ammantare questa farsa con un documento, che nessuno ha visto e ciònondimeno è evocato in Piazza, che sembra contenga un accordo per un centrosinistra unito, non si capisce fatto dove, da chi, a che titolo, né quando sia stato deciso in una qualsivoglia assemblea democratica.
Denuncio insomma l’incucio e l’ammucchiata, chiaramente volta a fermare, anzi a umiliare, l’unica speranza di innovazione e di rinnovamento che in questo momento esiste a Bevagna e che ha già mobilitato oltre quaranta persone, e che sembrava (fino a ieri) avere l’appoggio della maggioranza degli iscritti, che avevano o firmato il patto civico o comunque dichiarato a voce la loro adesione. E questo dopo aver comunque in molti partecipato ai lavori di questo progetto che si chiama congresso civico, dopo averlo votato per ben tre volte in tre successive assemblee.
Denuncio la miopia politica di chi si asserve a questo modo squalificato di fare politica.
Denuncio la volontà proclamata di questo gruppo di pressione di ingerirsi nella formazione di una lista civica che dovrebbe essere espressione di un rinnovamento morale e metodologico, che alla fine, forse, avrebbe anche riunito il pezzo di partito che si riconosce nelle posizioni del Sindaco.
Denuncio dunque un modo di fare vecchio, marcio, che non mi appartiene e che non appartiene alle persone (ma quante sono infine?) che sostengono un progetto serio, credibile e vincente di rinnovamento.
Denuncio che tutto questo è emerso solo alla fine, quando abbiamo posto in maniera chiara e definitiva il tema del rinnovamento. Come a dire: qui non si vuole cambiare! Ossia: gioca pure, ma lascia lavorare chi sa fare, sa come si fa”.
Ora è il tempo delle scelte, chiare e personalmente impegnative da parte di ciascuno.
La mia scelta, libera e consapevole, è sostenere solo il progetto del congresso civico e nient’altro.
Rassegno dunque il mio mandato nelle mani del segretario regionale, perché a termini di statuto sia convocata un’assemblea che decida cosa vuol fare, veramente, il PD di Bevagna.