La "provocazione" di equiparare appartamenti e case turistiche agli hotel a 5 stelle non è piaciuta a tutti: e così slitta l'entrata in vigore, nonostante i proventi siano già stati messi nel bilancio di previsione
Inserita nel bilancio di previsione con tanto di “tesoretto” da 1.7 milioni di euro, la nuova tassa di soggiorno assisana che equipara gli hotel 5 stelle e gli appartamenti e le case utilizzati a scopo di locazione turistica facendo pagare 5 euro indistintamente è stata in realtà sospesa almeno fino a fine febbraio e potrebbe essere cancellata.
Da inizio febbraio infatti soggiornare in un appartamento ad Assisi sarebbe costato quanto soggiornare in un hotel a 5 stelle, 5 euro a turista per i primi tre giorni – dal quarto le tariffe si ‘cancellano’. I clienti degli hotel a 1-2-3 stelle dovrebbero pagare 2 euro, quelli a 4 stelle 3 euro, delle residenze d’epoca 3 euro, mentre i turisti di 5 stelle e appartamenti turistici pagheranno 5 euro. Per quanto riguarda bed & breakfast, camere, strutture ricettive religiose, case per ferie, altre strutture extralberghiere, campeggi e ostelli la tassa è di 2 euro, la stessa degli agriturismi a 1-2-3 girasoli (per quattro e cinque girasoli, la tariffa è di 3 e 4 euro).
Per protestare contro la maxi tariffa di cinque euro ad Assisi è nata Altea (Alloggi Locazioni Turistiche ed Extralberghiero Assisi), un’associazione che oltre a rappresentare gli interessi di quanti sono attivi in detti settori nel territorio comunale, è volta a stimolare l’aggregazione di una tipologia di offerta turistica costituente parte considerevole della realtà assisiate. Vogliamo fare formazione e ricerca e diventare un punto di riferimento per approfondite analisi sull’impatto delle forme di ospitalità che rappresenta, rispetto alla ‘destinazione turistica Assisi’. Tra le priorità, quella di portare a termine l’interlocuzione avviata con l’amministrazione per ridiscutere la parificazione della tariffa dell’imposta di soggiorno delle
locazioni ad uso turistico e similari agli alberghi di 5 stelle”.
I cinque euro erano stati presentati come una sorta di “provocazione” per aprire il dibattito sullo spopolamento del centro storico – di Assisi, dove trovare casa è diventata un’impresa, ma anche di altre realtà umbre e non solo: il problema riguarda anche città turistiche e molto più grandi come Firenze o Venezia – la ‘stangata’ potrebbe infatti non vedere mai la luce, visto che – ha spiegato l’assessore al turismo Fabrizio Leggio nel corso di un’assemblea della neonata associazione – è stata appunto varata una delibera di sospensione della maxi tariffa e soprattutto si è aperto un tavolo di discussione che, salvando gli assisani che affittano case e appartamenti, potrebbe limitarsi a colpire, qualora arrivino in città, quelle società che affittano intere case e palazzi allo scopo di creare dei complessi turistici.
“Stiamo pensando di istituire un registro delle locazioni e di valutare la fattibilità legislativa di una simile ipotesi”, ha detto Leggio, ricordando come la maxi tassa fosse “un grido d’allarme per un problema che è di tutti: siamo contenti di questa interlocuzione con le associazioni di categoria, ma anche consci che accanto al singolo cittadino che affitta un appartamentino esistono anche aziende che vivono di questo tipo di locazioni, senza contare che ad Assisi negli ultimi anni questa tipologia di alloggi si è quadruplicata e, accanto alla stanza o al locale in affitto, si trovano anche alloggi molto più prestigiosi e addirittura ville con piscina. Non esiste insomma solo chi ‘arrotonda’ le sue entrate”.
Dal canto suo, per contribuire a dissipare ogni perplessità dell’amministrazione, il Presidente di Altea, Gabriele Caldari, ha confermato la piena disponibilità dell’associazione ad approfondire tematiche a garanzia della trasparenza, anche con la costituzione di un apposito registro, già proposto dalla Commissione Europea, e qualsiasi altra iniziativa volta a favorire una più chiara visione e conoscenza del settore da parte del governo locale.