Sembrerebbero essere arrivate ad una svolta le indagini sull’agguato del 4 novembre scorso a Monsignor Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e già vescovo di Foligno, e al suo segretario Don Paolo Brogi, che fu ferito all’addome da un colpo di pistola.
Nel pomeriggio di ieri, gli agenti della Squadra Mobile e della Digos di Firenze hanno portato in questura un uomo di 73 anni, originario di Udine ma residente nel capoluogo toscano. Pare che il sospettato, dopo l’agguato, abbia tentato di camuffare il suo aspetto fisico (si sarebbe anche tinto i capelli) per somigliare il meno possibile all’identikit che fu tracciata dagli inquirenti grazie alla testimonianza dei due religiosi.
A quanto sembra però, il tentativo non è servito a nulla. Il presunto aggressore è stato fermato dopo un lungo interrogatorio che ha visto protagonista un suo conoscente. Poi, intorno alle 19, è giunto in questura per interrogarlo il PM Giuseppina Mione, titolare delle indagini. Quando, poco prima di mezzanotte, è arrivato anche il Procuratore Quattrocchi, si è intuito che la svolta era vicina. Verso le 3, infatti, è scattato ufficialmente il fermo.
La svolta nelle indagini è arrivata due giorni dopo la ricostruzione dell’agguato che la Squadra Mobile aveva eseguito con l’aiuto delle vittime. Il tutto si svolse in pochissimi minuti, quelli che bastarono all’aggressore per sparare un colpo di pisola che centrò all’addome don Brogi e per avvicinarsi a monsignor Betori puntandogli la pistola alla tempia e minacciandolo verbalmente, prima di fuggire.