Malta, croce e delizia di un luogo geografico. Tutto ha inizio ad agosto 2017 con la compagnia aerea maltese Fly Volare. 9 rotte, un aereo di base a Perugia e 500mila euro di “avviamento” offerti dall’ente di gestione aeroportuale SASE. Il tutto senza licenze di volo, senza aereo e sopratutto, arraffando i 500mila a babbo morto (restituiti al momento 250mila)
Segue poi a maggio 2018 la presentazione ufficiale delle nuove rotte in accordo con la compagnia Aliblue Malta. Roma e Olbia a partire dal 5 luglio 2018. La prima tratta a sparire sarà Roma l’11 giugno e con motivazioni ancora fumose. A seguire, il 22 giugno, spariranno anche Olbia, Cagliari e Trapani.
Nel mezzo del cammin di nostra vita…vi risparmiamo la figura spaziale dell’annuncio di accordo raggiunto da SASE con la Cobrex Trans, originariamente compagnia di elicotteri a noleggio, al 9 di aprile 2018. Bucarest, Trapani, Cagliari, Barcellona e Brindisi le rotte individuate. E ovviamente mai partite con la rapida sparizione all’orizzonte della Cobrex Trans, che voleva anche lei lasciare un aereo parcheggiato a Perugia. Una “fissa” del Presidente di SASE Ernesto Cesaretti, quella dell’areo di stanza in Umbria. Mah!
A volte volano…
Lo scorso 28 giugno, mentre i vacanzieri di tutto il mondo iniziavano a mettere i piedi dentro la carlinga di qualche aereo per raggiungere mete di riposo e svago, il Direttore Generale di Sviluppumbria, Mauro Agostini, politico di lungo corso e con “la coda lunga”, come si suol dire di qualcuno che la sa lunga un pò su tutto, annunciava al suo Consiglio di Amministrazione che l’aeroporto San Francesco d’Assisi, di cui Sviluppumbria è socio pubblico di riferimento e di maggioranza, non aveva la febbre. Esisteva infatti una mail con la quale Teodosio Longo, numero uno di Aliblue Malta, dava la disponibilità a far partire le tre rotte entro la metà di luglio.
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Si, perchè lo scalo umbro, ma in particolare la SASE (ente di gestione dell’aeroporto), da qualche tempo con le occhiaie e in generale con una brutta cera, perde colpi su colpi per quello che riguarda rotte italiane strategiche come Olbia, Trapani, Cagliari, Roma, ed europee come Budapest, Barcellona, Bucarest. La vicenda dello stop alle vendite di Aliblue Malta, che si è accorta di non avere poi questo gran mercato, con solo 9 biglietti venduti in totale e la conseguente ennesima presa d’atto che a Perugia ci deve essere una maledizione solenne che ha a che fare con il nome Malta, fa il paio solo con l’accordo raggiunto da SASE con la compagnia Cobrex Trans che al momento di volare ha ripreso invece la bicicletta ed ha preferito le nostra pista ciclabile sulla via di San Francesco per fare la grande fuga verso casa.
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Il bello è che SASE ogni volta che accade un putiferio, notifica alle redazioni comunicati francescani in cui si dice sempre “sorpresa” o al meglio della condizione fisica, emette un lamento del tipo “cadiamo dalle nuvole”, che detta così, in situazioni di non volo, sembra anche un discreta presa per i fondelli.
Ma di SASE ormai non ci meravigliamo più di nulla, visto la dinamica e la gestione del pastrocchio Fly Volare. In qualsiasi altro paese del mondo, anche in minime condizioni di civiltà, i responsabili o coloro che sono stati comunque attori della vicenda, sarebbero ora a giocare con le MicroMachine su qualche pista di sabbia ai giardinetti pubblici, invece di occuparsi di traffico aereo.
TUTTA LA VICENDA FLY VOLARE
L’acme di una condizione di giudizio simile alla Bella Addormentata nel bosco, è stata raggiunta allorquando, nel corso della presentazione alla stampa del nuovo Direttore dello scalo, Umberto Solimeno, il presidente Ernesto Cesaretti, noto industriale del settore movimento terra e affini, ha fatto sapere che sulla vicenda Fly Volare nulla faceva presagire tempesta perchè il dossier era stato studiato sei mesi. Sic! (CLICCA QUI).
Come è finita lo sanno anche i sassi, che peraltro ridono allo stremo del salnitro. Ci è voluto l’arresto di Fausto Chiparo, dominus di Fly Volare, per capire che sei mesi di studio evidentemente erano pochi. Ergo riparare la materia a settembre. Se poi si volesse venire a conoscenza di qualche parere sull’argomento dei consiglieri del CdA di SASE, su tutto quello che è accaduto dal 2017 in avanti, occorre la palla di vetro o Henry Potter per trovare qualche pensiero di consistenza, perlomeno, gelatinosa, ectoplasmatica, ecco.
…a volte no.
E’ notizia di oggi invece che Aliblue Malta non volerà proprio più da Perugia, perchè SASE ha detto finalmente la sua. In una dichiarazione ufficiale resa alla testata online Umbria24, il Presidente Cesaretti avrebbe così sintetizzato la faccenda, “Non andiamo avanti perché non ci sono i soldi per partire da parte di Aliblue, e questo ovviamente ci ha dato un po’ di preoccupazione. Ci siamo ritirati – aggiunge Cesaretti-perché non possiamo andare incontro a un’altra debacle”.
E’ seguita poi la solita nota ufficiale di SASE, meno di 10 righe che certificano il tutto: “In riferimento alle notizie emerse sulla stampa locale circa i voli della compagnia Aliblue Malta, SASE tiene a precisare che relativamente alla nuova proposta, pervenuta in data giovedì 28 giugno e riguardante il ripristino dei voli a partire dal 13 luglio pv, le condizioni richieste e le garanzie offerte dalla compagnia non sono state ritenute idonee e sufficienti a garantire l’aeroporto ed i suoi passeggeri. SASE ribadisce che primario interesse della società di gestione dell’aeroporto dell’Umbria è garantire servizi puntuali ed efficienti attraverso partner consolidati, affidabili e solidi.”. E’ con questa dichiarazione di intenti dunque che a SASE sono saltati 3 accordi su 3 nell’ultimo anno e mezzo. Di più sarebbe stato un “cappotto” e non sta bene in questi ambienti.
Riassumendo:
solo lo scorso 28 giugno uno degli azionisti di maggioranza di SASE, Sviluppumbria, fa sapere che c’è la possibilità di tornare a volare con Aliblue Malta entro la metà di luglio. A tutto questo il presidente di Sviluppumbria, Gabrio Renzacci (noto industriale del settore lavatrici), aggiunge una bella tirata di orecchie a chi la fa lunga (la stampa?) sull’aeroporto invitando, più che “a guardare un singolo atto”, a tenere conto del fatto che esso sia stato risanato: “Fino a pochi anni fa – le parole del presidente ai giornalisti – perdeva 1.5 milioni di euro, oggi è in salute e ha registrato un utile. Se guardiamo i competitori – non scali più grandi, ma simili ai nostri – notiamo che essi stanno peggio, in alcuni casi rischiano addirittura il fallimento, mentre il San Francesco non solo è in condizione di avere le autorizzazioni dell’Enac ma anche di essere messo sul mercato”.
E via libera al benealtrismo con bacchettate sulle manine.
Aeroporto sano, in utile di circa 200mila euro e senza rotte! Tranne la meritoria e “santa subito” (a questo punto) Ryanair. Ma cosa deve volere (o volare) di più una persona sana di mente? Utili aziendali senza lavorare, il top.
Sintetizzando:
per la prima volta dopo il caos scatenato da Fly Volare, l’inossidabile Presidente di SASE , Ernesto Cesaretti, ammette che una “debacle” c’è stata. Tanto basterebbe per fargli trarre le conclusioni inevitabili, sempre chè ci si trovi in un paese con condizioni minime di civiltà. Ma Cesaretti è inossidabile ed anche un pò impermeabile a certe faccende e non può essere l’unico capro espiatorio in questa storia, come non può esserlo per motivi cronologici il direttore Umberto Solimeno a cui va la nostra incondizionata simpatia e comprensione per avere avuto il coraggio “kamikaze” di infilarsi in una sala d’aspetto di una clinica psichiatrica invece che in quella di un aeroporto.
Ci incuriosisce, e non poco, il pensiero pesante di Sviluppumbria, per bocca del suo presidente Renzacci. Ci riferiamo al famoso utile senza lavoro. Sarebbe molto bello se qualche revisore contabile, di quelli stipendiati da Sase o Sviluppumbria, ci facesse sapere con chiarezza come è stata iscritta a bilancio la cifra di 250mila euro che Fly Volare non ha ancora restituito a Sase, e quindi di che natura è l’utile a bilancio pari a circa 220mila euro. Ammettiamo la nostra ignoranza contabile, ma anche la nostra fede gesuita “a pensare male si fa peccato, ma a volte…”.
Liofilizzando:
“Chi mi frena in tal momento…Chi raffrena il mio furore, e la man che al brando corse? ” canta Enrico nella Lucia di Lammermoore di Gaetano Donizzetti.
Ecco dunque, evitiamo la mano che corre al brando e per Carità Divina fateci il favore: dimettetevi tutti in modo tale che si possa presto mettere mano invece ad un piano di riserva con il campo sgombero da chiacchiere.
Temporaneamente suggeriamo il ritorno al calesse o alla carrozza trainata dalla doppia pariglia, in attesa di saper usare bene il vapore. Nel campo agreste e bucolico non ci batte nessuno, altro che aerei.
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