Un omaggio a San Francesco sul palco dell’Ariston. A metterlo in scena Achille Lauro, che nella prima serata del Festival di Sanremo 2020 ha interpretato la celebre scena attribuita a Giotto in una delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore di Assisi, definito “il momento più rivoluzionario della sua storia, in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà”.
Un’anticipazione social era arrivata il 6 gennaio, quando Lauro aveva cambiato la sua foto del profilo con una del Poverello d’Assisi. Scelta passata tutto sommato inosservata, se non tra i suoi fan, almeno fin quando, alla seconda volta sul palco del Festiva, Achille Lauro ha portato sul palco una vera e propria rappresentazione teatrale, con la collaborazione di uno dei designer più apprezzati nel mondo, Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci.
Salito sul palco a piedi nudi, Achille Lauro ha indossato una cappa di velluto nero, ricamata a mano, con pailettes oro e argento per rappresentare il mondo a cui il Santo ha scelto di rinunciare. Nel momento clou dell’esibizione, spogliandosi proprio come il Santo d’Assisi e ispirandosi al noto affresco, Lauro ha svelato l’ensamble custom made, body e shorts in strass nude. “La storia della rinuncia di San Francesco ai beni materiali è un messaggio universale che ancora oggi risulta di grande attualità”, ha spiegati Achille Lauro.
Il quadro rappresentato – si legge in una nota – nasce da una ricerca che Lauro e il suo team creativo hanno sviluppato nei mesi precedenti, e al Festival ha trovato il suo sbocco naturale con Gucci che da subito ha voluto sposare il progetto. “Nell’assoluto rispetto della religione, e con grande umiltà“, parola di comunicato stampa, “Lauro ha scelto di rappresentare la figura del Santo in una delle sue rappresentazioni iconografiche più note, quella di Giotto, per omaggiare la figura di un Uomo così iconico, che ancora oggi porta con sé il valore inestimabile di un messaggio universale“. E chissà che in serbo, in una delle prossime quattro serate, non ci sia un bis…
(Alcune delle foto nella gallery sono di Luca D’Amelio/Ufficio stampa Goigest)