Accoglienza per i senzatetto durante l’emergenza Coronavirus, così come era accaduto per i buoni spesa ( ma lì fu invocato l’errore tecnico) il Comune aggiusta il tiro. E al termine di una giornata di polemiche arriva la nota che annuncia che, con ordinanza n. 574, l’Amministrazione comunale proroga gli effetti dell’ordinanza n. 571 fino al 27 aprile, mantenendo attivo il Cva e la palestra di Sant’Erminio destinata all’assistenza dei senzatetto.
Da questa mattina numerose polemiche sono state sollevate intorno alla notizia dell’emissione da parte del sindaco Romizi, dell’ordinanza n.571. Ordinanza che dispone la cessazione dell’utilizzo delle strutture comunali del CVA e della palestra di Sant’Erminio come punti di accoglienza per i senza fissa dimora.
La spiegazione del Comune
Tale destinazione d’uso che era stata determinata in ragione dell’emergenza Coronavirus sempre tramite ordinanza lo scorso 22 marzo. “L’amministrazione comunale – spiega una nota del Comune – ritiene ora importante fare chiarezza intorno alla questione con la volontà non solo di fugare ogni possibile strumentalizzazione ed in un’ottica di trasparenza spiegare il funzionamento di determinati servizi, ma anche per ribadire che nessuno viene lasciato solo, ancor più in un momento di così forte fragilità e lo fa anche attraverso una nuova ordinanza. Tale ordinanza specifica meglio cosa accadrà e come sarà organizzato il sistema di accoglienza che prevederà nuove modalità ma nessuna esclusione”.
“La necessità di adibire le strutture di Sant’Erminio a nuovi punti di accoglienza – spiega la nota del Comune – era stata determinata dall’inadeguatezza della struttura di via Romana, che annualmente accoglie i senza fissa dimora durante l’emergenza freddo. A questa, quasi contemporaneamente, si è aggiunta l’emergenza da Covid-19 che ha portato ad un necessario ripensamento organizzativo che richiedeva spazi più ampi, che consentissero la prosecuzione del servizio assicurando al contempo il rispetto delle misure di sicurezza“.
“L’operatività della struttura di via Romana – prosegue il Comune – era stata dunque spostata nel quartiere di Sant’Erminio prevedendo due postazioni, una notturna presso la palestra e una diurna presso il cva. Con il venir meno dell’emergenza freddo e con il netto miglioramento dell’emergenza Coronavirus che vede l’Umbria prossima al contagio zero si sono delineate tutte le condizioni per un ritorno alla ‘normalità’ per quanto riguarda l’erogazione di tali servizi. Una normalità che prevede un ricovero diurno presso il Centro a bassa soglia, dove vengono erogati pasti forniti dal Comune di Perugia da parte di operatori forniti dall’Asl tramite gara d’appalto. Infatti i due servizi, quello dell’Unità di strada e del Centro a bassa soglia, che consentono a tali soggetti in difficoltà la possibilità di un pasto, di una doccia e di lavatrici, sono di titolarità dell’Azienda sanitaria locale. In ragione dell’emergenza da Covid-19 tale assetto era stato un po’ modificato, ma ad si può pensare ad un progressivo ripristino delle precedenti condizioni d’uso e di accesso ai servizi“.
Con la nuova ordinanza si dispone la chiusura non più a partire da oggi, ma da lunedì 27 aprile. In ogni caso l’amministrazione tiene a precisare che “fino al 4 maggio i pasti continueranno ad essere erogati su quattro postazioni: in parte il servizio sarà svolto dall’Unità di strada, in parte dal Centro a bassa soglia, ed ancora dalla Protezione civile dalla Comunità di Sant’Egidio. Saranno loro a distribuire i 50 pasti già assicurati in precedenza, stavolta in modalità “take-away”.
Tale assetto organizzativo vede l’intesa tra l’Amministrazione comunale e la Usl Umbria 1 stessa che già aveva espresso titubanza nell’utilizzo dei suddetti spazi per timore di eventuali contagi, contagi che anche grazie all’ottimo lavoro di operatori e volontari non si sono verificati, come confermato dall’azione di screening effettuata su quanti hanno transitato nelle strutture e che non ha rilevato alcun caso positivo.
La denuncia delle opposizioni di centrosinistra
Prima della nuova ordinanza comunale le opposizioni di centrosinistra avevano manifestato il proprio allarme per “la decisione del Comune di Perugia di revocare l’accoglienza e ‘restituire alla strada’ i senza fissa dimora“.
La decisione presa oggi dal sindaco con la prima ordinanza era giudicata “assolutamente incomprensibile e ingiustificabile“, tanto più che non venivano indicate “alternative valide per la presa in carico di queste persone bisognose di aiuto”.
“Incomprensibile anzitutto nei tempi: l’emergenza sanitaria, pur in netto miglioramento nel nostro territorio – ricordavano le opposizioni – non è affatto superata e le relative misure restrittive resteranno tali sino al 3 maggio”.
Da qui l’appello di numerose associazioni cittadine e delle opposizioni di centrosinistra a Palazzo dei Priori affinché il sindaco revocasse “l’ordinanza intempestiva e contraddittoria“. Auspicando che da qui al 3 maggio venisse valutata la situazione.
Poi, nel tardo pomeriggio, la nuova ordinanza del sindaco.