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Acciaierie di Terni; Outokumpu, Inoxum e TK-Ast a un bivio. Parla il senatore del PD, Ferrante

Redazione

Acciaierie di Terni; Outokumpu, Inoxum e TK-Ast a un bivio. Parla il senatore del PD, Ferrante

Dom, 07/10/2012 - 19:57

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Luca Biribanti

In seguito alle recenti vicende della acciaierie di Terni, con la possibile vendita di alcuni reparti della Tk-Ast, la situazione si fa sempre più complessa. Dopo il vertice al Ministero dello Sviluppo Economico tra il ministro Corrado Passera e le istituzioni locali (sospeso per un malore del sottosegretario De Vincenti), non ci sono state sostanziali novità riguardo un possibile scioglimento della questione. L'intenzione del Governo è quella di chiamare a un tavolo di concertazione i vertici delle aziende interessate alla trattative, per metterli di fronte alle loro responsabilità.

TO® ha ascoltato l'autorevole voce del senatore del Pd, Francesco Ferrante, da sempre attento e impegnato nelle questioni che riguardano la città di Terni.

Secondo lei quali sono stati gli errori strategici che hanno portato le acciaierie a questa situazione?
F – Bisogna dire in premessa che la questione non è di facile soluzione. Nel mercato globale stiamo assistendo negli ultimi quindici anni a un gigantesco trasferimento di produzioni (e di ricchezza) specialmente nel campo manifatturiero. Proprio questo avrebbe richiesto da tempo, per il secondo paese manifatturiero in Europa, politiche industriali che favorissero il mantenimento delle produzioni nel nostro paese puntando su qualità e innovazione. Invece non ne abbiamo fatte mai – tranne la lodevole eccezione del programma “Industria 2015” voluto da Bersani nell'ultimo, troppo breve, governo Prodi.
Quanto la politica può fare per risolvere la questione?
F – Una politica seria, di sistema, è l'unica chance per affrontare la questione senza andare incontro alla perdita di produzioni importanti quali quella dell'acciaio con le devastanti conseguenze sociali che questo comporterebbe sul territorio. Non è facile, e sarebbe demagogico sostenere il contrario, opporsi alla tendenza “naturale” del trasferimento delle produzioni verso luoghi del mondo dove manodopera costa meno. Ma esistono esempi positivi. La Germania, ad esempio, da sempre in questo come in altri campi è stata in grado di difendere le produzioni sul suo territorio. Certo in questo aiutata da un sistema industriale e imprenditoriale molto più proattivo innovativo del nostro
I poteri economici non sono più forti di quelli politici?
F – Lo sono quando la politica abdica al suo compito di indirizzo. Succede spesso ma non ė affatto inevitabile e siamo ancora in tempo per invertire la rotta
Quali sono i reali scenari che si potrebbero aprire per Terni?
F – La storia, le competenze, le capacità che sono a Terni consentono di pensare a un futuro di qualità per quelle produzioni che possa garantirne la competitività sul mercato globale. Inoltre e contemporaneamente vanno sostenute, agevolate, afforzate tutte le iniziative che mettono in campo altre occasioni di sviluppo industriale. Penso alla nuova chimica verde , presente a Terni da tempo e che avrebbe grandi potenzialità, ma anche alla costruzione di un polo delle energie rinnovabili che può contare su presenze ormai consolidate. Ed è importate il lavoro sulle smart grids e in genere sulle smart cities avviato a Terni e a Narni
Pensa che si possa arrivare ad una soluzione positiva?
F – Assolutamente sì. A patto che ognuno – a partire dal Governo nazionale – faccia il suo.
Quali potrebbero essere le conseguenze da un punto di vista economico se le acciaierie dovessero chiudere alcuni comparti?
F – Non voglio nemmeno prendere in considerazione in questa fase riduzioni che darebbero segnali di disimpegno. Insisto che pensare alla chiusura delle acciaierie porta con se un quadro devastante dal punto di vista sociale
Cosa bisogna fare nell'immediato secondo lei?
F – Far pesare il ruolo che l'Italia ha riconquistato grazie a Monti, anche in queste trattative a livello europeo. L'affidabilità del presidente del consiglio non può essere utile solo per far calare lo spread, va giocata e fatta pesare con forza a Bruxelles , nelle discussioni con l'antitrust e con altri paesi membri, nelle pressioni che si posso esercitare in tutte le direzioni anche al fine di salvaguardare produzioni strategiche , come è l'acciaio per il nostro Paese, e l'occupazione, decisiva per futuro di Terni.

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