Promosso dall'Istess e la Commissione diocesana per l'università in collaborazione con il Comune di Terni e il polo didattico ternano dell'Università di Perugia, mercoledì 6 febbraio alle 17 al Cenacolo San Marco (in via del Leone, 12), va in scena “Abissi e vette – dedicato a Simone Weil”, pièce teatrale in un unico atto per due voci recitanti, soprano, viola e pianoforte scritta e diretta da Maffino Redi Maghenzani. Uno spettacolo che ha la fisionomia di un concerto in forma di teatro e ripercorre l'itinerario intellettuale, umano e spirituale di Simone Weil a partire dal suo amore per l'arte e la bellezza. Nello spettacolo affiorano sintonie, dissapori, scelte in campo, l'appassionata ricerca della verità, le esperienze più profonde dell'anima: dagli abissi più oscuri alle vette più luminose. Le musiche sono di Giacomo Maria Danese, le voci recitanti Maria Rosario Olori, Mauro Di Girolamo, il soprano Mandria Buongrazio, i musicisti Samuele Danese e G.M. Danese e la regia di M.R. Maghenzani. L'ingresso è libero. Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu insegnante di liceo, militante sindacale, attivista politica di sinistra, libertaria, cristiana anarchica, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti di Francisco Franco, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Dopo aver trascorso una vita di generosità, abnegazione, sofferenze, morì in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna non rende però conto della vita interiore della Weil ed in particolare della svolta, o radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938. Ha scritto di lei Susan Sontag: “Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia, Simone Weil ci commuove, ci dà nutrimento”.
IL CAMPUS UNIVERSITARIO-Iniziato a novembre, il Convivium filosofico sulle donne filosofo del Novecento – che ha affrontato in tre mesi le figure di Edith Stein, Simone Weil, Maria Zambrano e Hannah Arendt con conferenze, proiezioni di film e performance teatrali – ha inaugurato le attività del Campus universitario “San Marco”, che Diocesi e Comune hanno promosso con l'obiettivo di radicare nella città il tessuto universitario. “Terni è sede universitaria, ma non è una città universitaria, perché la cittadinanza, di fatto, non interagisce con la produzione scientifica e culturale dell'università” dicono Stefania Parisi, direttore dell'Istess e Laura Rebaioli, responsabile della commissione diocesana per l'università. “Il Campus, allora, si propone l'obiettivo di fare da cerniera tra le istituzioni universitarie e la città”. Per questo a partire dal mese di marzo saranno attivati i vari laboratori artistici e culturali destinati ad essere ospitati dal campus e dedicati a cinema, danza, giornalismo, filosofia e poesia. “Il protocollo di intesa tra Diocesi e Comune che ha dato vita al Campus – aggiungono Parisi e Rebaioli – costituisce un fenomeno innovativo a livello nazionale, tanto da costituire un precedente per altre realtà italiane, e che è il segno di un protagonismo dal basso del volontariato culturale, elemento indispensabile per la crescita della città”.