Non con un membro della squadra di cacciatori cinghialisti della zona, ma con una persona che, senza licenza di caccia e porto d’armi, si trovava nei pressi del rifugio per animali al Pantano ad effettuare “una girata di comodo”, indossando una pettorina ad alta visibilità, sarebbe avvenuto il violento diverbio con la presidente della Onlus Sulle Orme di Enea, Francesca Paixa, che poi ha presentato denuncia, dopo essersi fatta refertare al pronto soccorso, con una prognosi di 7 giorni per “ombrellate e pugni” in capo. La persona con la pettorina, affrontata da Francesca Paixa è sulla jeep, come ripreso da un video postato dalla presidente della Onlus.
E’ quanto informa il presidente di Federcaccia Umbra, Nazzareno Desideri, che dopo aver appreso la notizia dalla stampa – anche nazionale – si è attivato per avere un colloquio con il responsabile della squadra che effettuava la battuta di caccia. Squadra a cui, nel resoconto fatto sui social, la responsabile attribuiva l’ingresso dei cani all’interno del rifugio con la conseguente lite con una persona definita “cacciatore”. Così come “cacciatori”, secondo quanto pubblicamente denunciato dall’animalista, sarebbero stati coloro che avrebbero offeso con frasi volgari e sessiste la figlia minorenne.
Carabinieri chiamati dai “Lupi del Nese”
“Su queste problematiche lamentate dalla signora – chiarisce il presidente Desideri – Federcaccia non intende assolutamente entrare, saranno le opportune indagini che verranno svolte dai carabinieri, chiamati ad intervenire proprio dai cacciatori della squadra cinghialisti “Lupi del Nese “, ad individuare le colpe dei soggetti presenti alle diatribe sorte tra le parti”.
Il responsabile della squadra ha anche spiegato a Desideri che, pur avendo l’assegnazione della zona, proprio perché teatro di discussioni preferiscono non frequentarla e conseguentemente non svolgerci le cacciate previste, “in quanto non vogliono arrecare disturbo sia alla signora che agli animali presenti all’interno della sua proprietà”.
“Le forze dell’ordine arrivate nel luogo, ribadisco su chiamata dei cacciatori – aggiunge Desideri – visionata la documentazione necessaria per svolgere l’attività venatoria in questione, non hanno riscontrato alcuna violazione, sia nei documenti presentati sia nelle distanze da mantenere previste dalla legge in vigore, dall’abitazione della signora”. Insomma, la squadra cinghialista avrebbe agito in piena regola.
“Scuse alla signora, ma se non si dovesse accertare la veridicità del suo racconto…”
“Federcaccia – prosegue il presidente Desideri – ribadisce con fermezza che difende e difenderà sempre i cacciatori di qualsiasi associazione venatoria essi appartengano nell’espletamento delle regolari funzioni che vengono svolte durante detta attività, nel totale rispetto delle leggi vigenti. Per il caso in argomento, Federcaccia ritiene necessario ed opportuno chiedere scusa alla signora laddove vengano accertate violazioni della legge e delle regole venatorie in vigore che regolano la caccia agli ungulati. Per tale accadimento, la signora ha ritenuto opportuno denunciare il fatto sui media, giornali locali e televisivi, e la cosa si può ritenere giusta, ma se si dovesse essere accertata la non vericidità della versione denunciata, verificheremo ogni utile azione per ottenere la condanna di condotta tesa ad impedire la legittima attività venatoria”.
Il ruolo del cacciatore
Desideri sottolinea che i cacciatori sono partecipi “alle necessità di salvaguardia del territorio, alla sua biodiversità, al contenimento degli inquinamenti, agli aiuti alle forze dell’ordine nei casi di protezione civile o al rintracciamento di persone scomparse. Sostengono il benessere degli animali da cortile, svolgono sicuramente la propria attività venatoria con diligenza e nei canoni permessi”.
Desideri ricorda poi che la recente sentenza del Tar dell’Emilia Romagna ha riconosciuto la funzione sociale della caccia e dell’esercizio venatorio “per il contenimento di queste specie che recano danno sia alle cose che alle persone, vedi incidenti stradali che quotidianamente vengono rilevati dalle forze di polizia”. E aggiunge: “Qualora un cacciatore dovesse abusare o non rispettare le regole che la sua licenza gli permette di espletare, sarà Federcaccia ad allontanare e denunciare le eventuali malefatte alle autorità competenti, senza se e senza ma”.
Il plauso alla squadra di cinghialisti
Desideri auspica una pacifica convivenza tra i cacciatori e il resto della società civile. E conclude: “Faccio un plauso alla squadra cinghialisti “Lupi del Nese” che si è trovata implicata in questa sgradevole situazione, ed inoltre perché ha dovuto interrompere la loro giornata venatoria in modo spiacevole”.