La Legge Balduzzi e la responsabilità in materia sanitaria sono state al centro di un incontro a Villa Umbra, dove giuristi e manager della Sanità pubblica si sono incontrati per dibattere su tematiche che hanno ricadute importanti sia di natura economica che sociale.
L’auditorio era composto di medici, coordinatori infermieristici, manager della sanità pubblica con incarichi importanti del Sistema Sanitario. Il DOttor Alberto Naticchioni, Direttore della Scuola di Amministrazione Pubblica, ha introdotto il dibattito. Di seguito, l’Avv. Fabio Alessandroni del Foro dell’Aquila (lo stesso che ha svolto la parte civile nelle vicende giudiziarie legate al terremoto, che si è concluso con la condanna della commissione antisismica) ha affrontato i concetti di “colpa grave” e di “linee-guida”, che espressamente vengono richiamate nel decreto Balduzzi per stabilire quando un medico è penalmente responsabile, accanto allo spinoso argomento sulla ratio della legge che nelle intenzioni vorrebbe porre un freno alle tante richieste di risarcimento danni per errori più o meno reali dei medici.
Risarcimenti in crescita – “Non è detto che anche rispettando le linee guida così come stabilito dalla comunità scientifica, il medico possa uscire indenne da un procedimento penale – ha sottolineato l’Avvocato Alessandroni. – Il professionista dovrà sempre dimostrare di aver usato il massimo del buon senso, della competenza, della capacità e della buona pratica medica, esentato dal doversi muovere entro quelle linee guida a volte standardizzate, ma che vanno adattate di volta in volta ad ogni singolo paziente”.
Alla Dottoressa De Lisio, Giudice del Tribunale Civile di Perugia, è stato affidato il compito di tratteggiare il rapporto giuridico che si stabilisce tra paziente e medico con le relative ricadute di obbligo di risarcimento nel caso in cui la prestazione sanitaria non sia stata eseguita secondo i criteri “della buona pratica sanitaria”. Il Magistrato ha fornito dati davvero sorprendenti: “I casi di richiesta di risarcimento danni per errori medici dal 2008 al 2011 sono in crescita esponenziale: basti pensare che sono pari a quelli avanzati dal 1991 al 2000. Oggi ci sono oggi più richieste di risarcimento di quante ce ne siano state negli ultimi sessant’anni”.
Il procuratore Regionale della Corte dei Conti, Agostino Chiappiniello, ha ribadito i concetti espressi anche in occasione della relazione annuale dei giorni scorsi: “ La stragrande maggioranza dei medici e degli operatori sanitari dell’Umbria sono professionalmente ineccepibili; rispettano le normative, sanno contenere la spesa pubblica, senza con questo togliere nulla alla richiesta di salute dei cittadini; vorremmo che tutti si attenessero a questi criteri, ma purtroppo ogni tanto si verificano delle disfunzioni del sistema, con errori, dimenticanze e sprechi che vanno combattuti”.
Il docente di Medicina Legale, dell’Università degli Studi di Perugia, Professor Mauro Bacci, ha toccato il tema degli apicali delle strutture sanitarie, costretti “ad attuare la medicina difensiva, che consiste nel far effettuare al paziente esami in abbondanza industriale, a volte inutili e spesso perfino dannosi per la sua salute. Tutto questo per mettersi al riparo da eventuali incolpazioni di carattere penale, senza con questo ricavarne alcun vantaggio sotto il profilo della sua estraneità in caso di procedimento penale.”
Le responsabilità – Le conclusioni del dibattito sono state affidate al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, manager di lungo corso della sanità pubblica che da anni si batte per la depenalizzazione delle eventuali responsabilità dei medici: Orlandi è stato introdotto a dare voce alle preoccupazioni dei medici dal moderatore del dibattito Emilio Duca, Direttore Regionale della salute, che ha anche illustrato la nuova disciplina in materia assicurativa, con l’attuazione di un sistema che dovrebbe permettere un sensibile risparmio della collettività sui premi assicurativi. Ha osservato Orlandi: ”La sanità pubblica va inquadrata nel contesto attuale economico e sociale che è sotto gli occhi di tutti, per una emergenza cronica. La Legge Balduzzi nelle intenzioni di chi l’ha scritta vorrebbe mettere argine alle tante richieste di risarcimento che vengono avanzate dai cittadini, ma gli effetti andranno valutati sul lungo termine, perché i contorni sono davvero ancora tutti da stabilire a proposito della colpa grave o lieve. La miriade di normative, di sentenze tra di loro stridenti, non favorisce quel clima di distensione tra cittadino e sistema sanitario pubblico che deve essere ristabilito.” Secondo Orlandi occorre arrivare quanto prima alla depenalizzazione delle pratiche sanitarie: “nella medicina moderna si agisce con una rete di professionisti, non c’è più un medico che si occupa di diagnostica e terapia; non è raro assistere che, per lo stesso evento, tutta la rete finisca nella gogna mediatica per presunti reati di natura penale, quando è a tutti noto che la grande maggioranza dei casi si concludono con una assoluzione”. I medici, secondo Orlandi operano in un clima di tensione e preoccupazione e dunque attuano la cosi detta medicina difensiva. Potremmo effettuare risparmi importanti, recuperare centinaia di milioni se tutte le componenti si confronteranno su questa situazione di emergenza. Non esistono più i presupposti socio-economici per ottenere risarcimenti con cifre da capogiro per errori medici, la vita umana ha un valore altissimo, questo è fuori di dubbio, ma va tenuto conto che nessuna Compagnia Assicurativa è più disposta a garantire il rischio medico. I premi hanno assunto costi altissimi, la Regione sta trovando una soluzione a questo problema, ma è chiaro che tutto passa con una rivisitazione di risparmi e di equo indennizzo”. (Ale. Chi.)
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