Il Consiglio regionale dell'Umbria ha iniziato i lavori della seduta odierna, interamente dedicata alla sessione di bilancio. Le presentazione dei tre provvedimenti che compongono la manovra (bilancio, legge finanziaria e collegato) è stata affidata a Fausto Galanello (Pd) mentre le osservazioni dell'opposizione sono state illustrate da Massimo Monni (Pdl).
L'entità complessiva della manovra economica in discussione oggi in consiglio regionale ammonta a 2 miliardi e 306 milioni di euro. Tra le voci di spesa più rilevanti ci sono la sanità (1 miliardo 650 milioni), i trasporti (100 milioni), le spese operative (96 milioni), il personale (66 milioni), il rimborso dei prestiti (3,9 milioni), la ricostruzione (4,3 milioni), le spese per il Consiglio regionale (20 milioni) e le spese di funzionamento (12,5 milioni). I principali interventi in ambito sociale (in milioni di euro) sono: non autosufficienza (7,97), fondo sociale (12,8), asili nido (2,8), istruzione (13,8), sostegno agli affitti (1), abbattimento rette scolastiche (1,1). Il totale delle spese a libera destinazione, al netto della sanità, passa da 469 milioni nel 2010 a circa 341 nel 2013, con un margine di flessibilità che passa dal 20,88 al 14,75 per cento. Flessibilità che si riduce, però, a meno del 4 per cento (circa 90 milioni di euro) nel 2013 se si considera l'obbligatorietà di alcune spese (personale, oneri del debito, funzionamento).
Le linee generali della manovra sono influenzate da: invarianza delle aliquote dei tributi propri regionali, diminuzione dell'imposta regionale sulla benzina (da 4 a 2,5 centesimi al litro e destinata agli interventi di connessi al terremoto di Marsciano), soppressione dell'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili, agevolazioni bollo per acquisto auto ad alimentazione ibrida, azioni di contenimento delle spese di personale (agli stessi livelli del 2003 e con 370 unità in meno rispetto al 2001) e funzionamento (ai livelli del 2004), ulteriore razionalizzazione degli interventi regionali di settore, con una più efficiente allocazione delle risorse disponibili, tutela della coesione e qualità sociale (salvaguardia delle fasce deboli della popolazione), prosecuzione del percorso di miglioramento dell'efficienza dei processi di accertamento e riscossione delle entrate, ottimizzazione e razionalizzazione del trasporto e della mobilità regionale, conti del sistema sanitario regionale in equilibrio.
La pressione fiscale regionale, intesa come rapporto fra gettito dei tributi regionali (senza considerare le compartecipazioni a tributi erariali, dove la Regione non ha alcuna potestà di manovra e che possono intendersi come trasferimenti dal bilancio dello Stato) e Pil umbro, è rimasta di fatto inalterata passando dal 2,85 per cento del 2000 al 2,81 per cento del 2011 (per il 2012 i dati non si discostano dal 2011). Nonostante la forte lotta all'evasione che ha permesso di recuperare importanti gettiti sui tributi regionali. La Regione, infatti, non ha attivato, se non minimamente, la leva fiscale a disposizione.
“Questa manovra non è in grado di dare soluzioni, in un momento di contrazione delle spese, alle gravi problematiche economiche e sociali. Ecco perché l’invarianza fiscale non può diventare un alibi per contenere e rimandare le riforme tanto attese tra tutte la riforma endoregionale e la razionalizzazione delle agenzie regionali”. Queste le prime parole del relatore per l’opposizione, il Pdl Massimo Monni, per questo: “ L’opposizione voterà contro la manovra finanziaria della giunta, predisposta in ritardo e con provvedimenti che non convincono”.
L'intervento finale è stato quello dell'assessore regionale al bilancio Vincenzo Riommi: “Tutte le Regioni sono impegnate in manovre finanziarie pesanti: Puglia, Lazio e Piemonte, tra le altre, si trovano a dover affrontare tagli molto forti e a risanare situazioni debitorie rilevanti. Alcuni elementi oggettivi vanno rilevarti. C'è stato un forte irrigidimento dei conti causato dalle scelte politiche nazionali, da scelte politiche nazionali che la Regione Umbria ha sempre criticato. Le politiche di austerità ci consegnano un Paese in difficoltà e non risanato. In questo modo viene meno l'utilità stessa delle Regioni, a cui viene tolta ogni discrezionalità di spesa. L'Umbria dimostra il coraggio di fare scelte senza prendere in giro i cittadini: questo bilancio è durissimo ma contiene scelte politiche chiare: invarianza fiscale, salvaguardia di alcuni servizi a massimo impatto e di qualità sociale per la Regione, salvataggio del trasporto pubblico, riforme. Le riforme sono state fatte in questi anni e questo ci ha permesso di abbassare le spese di funzionamento e del personale, tanto che quelle del 2012 sono più basse di quelle del 2001. In sanità, nonostante un taglio di 120 milioni di euro del fondo nazionale, riusciamo a tenere il bilancio in pareggio, con uno sforzo sofferto che una situazione sana ci consente di affrontare. Per le politiche di sostegno alle imprese utilizzeremo le risorse a ciò destinate, senza toglierne ad altri capitoli”.