Il Natale di Santa Croce a Terni parla di solidarietà e inclusione - Tuttoggi.info

Il Natale di Santa Croce a Terni parla di solidarietà e inclusione

Redazione

Il Natale di Santa Croce a Terni parla di solidarietà e inclusione

Per il giorno di Natale Santa Croce offre ai detenuti di Terni il pranzo, accoglienza anche per chi è meno fortunato
Mer, 24/12/2025 - 08:53

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La Parrocchia di Santa Croce è nota nel panorama ternano come luogo nel quale il Vangelo vissuto assume i colori dell’accoglienza e dell’inclusione. Per vincere l’isolamento sociale di tanti ternani svantaggiati e il pessimismo di questo tempo segnato da crisi interne e internazionali la comunità multiculturale che fa capo alla piccola chiesa di via Cavour, nel centro storico di Terni, ha scelto anche quest’anno di vivere i giorni delle feste natalizie all’insegna della solidarietà.

Proprio nei giorni nei quali le famiglie si raccolgono per celebrare nell’intimità domestica la nascita di Gesù, diverse sono le iniziative che Santa Croce ha messo in cantiere per non lasciare soli quelli che non hanno né casa né famiglia e per i quali il Natale rischia di essere solo un’ulteriore conferma della solitudine e del disagio nei quali si dibattono vite difficili durante tutto l’anno.

In questo contesto già da un mese i bambini della comunità parrocchiale di Santa Croce hanno cominciato a preparare i cartoncini di auguri natalizi, personalizzati con disegni e frasi di saluto, indirizzati ai 580 detenuti del Carcere di Terni e che in questi giorni sono loro distribuiti.

Sul cartoncino si legge: “Caro amico, ti scrivo per farti sapere che noi bambini e bambine della Parrocchia di Santa Croce di Terni pensiamo a te: “Tanti Auguri di un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo!” Se nel tuo cuore c’è agitazione e tristezza, voglio dirti che noi ci ricordiamo di te e ti vogliamo bene! … Per il giorno di Natale ti offriamo con tutto il cuore un buon pranzo di festa. Quel giorno penserò a te e mi sembrerà di averti seduto accanto a festeggiare il Natale.”

Come promesso dai bambini, per il giorno di Natale Santa Croce offre ai detenuti di Terni il pranzo festivo tradizionale: lasagne, polpettone, piselli e dolci natalizi. Questa è una consuetudine che ormai va avanti da 5 anni e include le persone ristrette in carcere nella grande tavolata di festa delle famiglie ternane riunite per il pranzo natalizio.

Circa 300 sono gli ospiti attesi, sempre il 25 a pranzo, nella chiesa e negli altri locali della parrocchia. Anziani soli, famiglie in difficoltà, immigrati e persone senza dimora affolleranno i locali nella grande tavolata festiva. A servire il pranzo gli studenti della Scuola di lingua e cultura italiana che in quegli stessi locali durante l’anno studiano e preparano il loro futuro lavorativo. Un esempio di inclusione e solidarietà che abbatte frontiere etniche, religiose e culturali, mettendo le une accanto alle altre persone di fede cristiana (cattoliche, ortodosse ed evangeliche), musulmana, buddista, induista e sikh che sono giunte a Terni da più di 25 paesi diversi. Un’ “Internazionale dell’amicizia” che dimostra come la via del “dialogo ecumenico e interreligioso della carità” renda possibile vivere insieme in armonia e spirito di servizio, preparando per sé e per l’intera comunità cittadina un futuro migliore in cui c’è posto per tutti.

Infine il 30 dicembre la comunità parrocchiale allarga i propri confini raggiungendo il Carcere di Rieti, dove i volontari serviranno il pranzo festivo a 100 detenuti e festeggeranno con tombolate e regali con gli altri 350 presenti nella Casa Circondariale reatina.

“La nostra esperienza degli anni passati ci insegna che la gioia del Natale, se condivisa, si moltiplica.” dice don Roberto Cherubini, parroco di Santa Croce. “È quello che ci testimoniano i 50 volontari che stanno lavorando da settimane per realizzare le feste di Natale. Purtroppo da tante realtà ci giungono messaggi di segno contrario, che spingono a lasciare fuori quelli che sono giudicati un peso per la società e un disturbo per esistenze quiete, perse nel vuoto esistenziale. Tanto malessere, aggressività, scontentezza affondano le proprie radici nella pretesa di vivere in “un mondo a parte” che esclude le problematicità come un motivo di destabilizzazione. Noi abbiamo imparato che esse invece si sciolgono nella condivisione e nel dialogo, nel sostegno alla fragilità di chi fa più fatica di noi ad andare avanti. È il messaggio che papa Leone spesso ha sottolineato, e le sue parole che parlano di pace, inclusività e vicinanza agli ultimi ci confermano che la fede nel Dio che nasce a Natale, se vissuta nella solidarietà concreta, è un patrimonio di umanità capace di rendere migliore la vita di tutta la città.”


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