di Gianluca Rambaldi (*)
Qual'è il senso profondo che muove alla scelta del consumo di prodotto biologici? Relegati al ruolo di meri consumatori da una società spinta unicamente dalla logica del profitto, è possibile uscire dalla passività dell'individuo compresso nell'ingranaggio pubblicità – consumo, attraverso una scelta consapevole, che mette al suo centro la qualità come eccellenza e non come apparenza. La salute del nostro corpo è determinata da un plurimo concorrere di fattori, interni ed esterni, che si relazionano al livello di soddisfazione e felicità personale. Orientarsi verso un consumo consapevole, che rifiuti l'avvelenamento globale del nostro cibo e del nostro pianeta, è innanzitutto un atto di amore verso noi stessi, preludio necessario all'armonia creatrice con l'ambiente e la società di persone che ci circonda. Consumare bio è sentirsi avanguardie in una nuova era, pionieri di un risveglio, anche se obbligati a confrontarci con gli ingombranti strascichi delle vecchie abitudini, le più pesanti e dannose.
Quanto possiamo illuderci che tutto vada bene così? Quanto possiamo scendere a compromessi con la nostra coscienza? In un mondo dominato dall'apparenza è ora che l'Uomo, nel senso maiuscolo del termine, torni ad imporre il suo ruolo primario. Non è forse scontato che è più importante spendere qualche lira in più perchè il nostro cibo, e quello dei nostri figli, sia un' eccellenza e non una spazzatura? Come è possibile preferire un piccolo risparmio in confronto ad un' abissale differenza qualitativa che determina la nostra salute? Operare una scelta di ecologia interiore equivale a spezzare le catene che ci costringono alla mediocrità che a volte ci è imposta, risvegliando la luce della differenza, rifiutando il grigiore dell'uniformità. I nostri piccoli atti quotidiani, sommati a quelli di altri come noi, possono essere rivoluzionari. Torniamo a vivere lo spirito sacro dell'umanità, prima che sia troppo tardi.
(*) Il Biologico
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