Votata una variante al PRG, tra qualche imbarazzo di maggioranza, evoluzioni semantiche sul valore delle rotatorie e un po di "pobblemi"
Che non si dica che il destino non è cinico e baro con Spoleto! Nella giornata canicolare del 20 giugno, sotto una cappa di umidità amazzonica, il Consiglio comunale si è riunito per discutere due punti all’ordine del giorno di quelli che farebbero uscire gli occhi dalle orbite anche al povero Marty Feldman che qualche problema in tal senso ce l’aveva.
In un tripudio di mise estive, con evidenti problemi di sudorazione, magliette a pelle e sventolamenti senza ventagli, il massimo consesso cittadino discute al primo punto dell’Ordine del Giorno una mozione sul “Lavoro” presentata dal consigliere Piccioni di Insieme per Spoleto e sottoscritta da 17 altri consiglieri. Una buona coesione nelle intenzioni, uno di quei gesti che non si possono non fare difronte alla parola Lavoro.
Consiglio comunale, avvio con mozione sul lavoro
Diverso poi l’andamento della discussione che, come chiunque ormai poteva immaginare, non condurrà a nessun tipo di fatto pratico se non quello di essere favorevoli alle indicazioni della mozione che impegna il sindaco nella stesura di un piano pluriennale sulla materia fatto da incontri con forze sindacali e vari attori deputati, magari anche attraverso la creazione dei famigerati tavoli di lavoro, quei luoghi del pensiero debole che hanno normalmente nomi roboanti inversamente proporzionali alla carenza di soluzioni prodotte. Tuttavia, con 21 favorevoli, nessun contrario e un solo astenuto con tanti distinguo e qualche sproloquio sudato, il Consiglio approva la mozione. E siamo tutti più tranquilli, evidentemente.
Ed è qui che il destino cinico e baro, di cui sopra, inizia, lui sì, a lavorare per creare lo scompiglio mentale nei poveri consiglieri accaldati.
Rotatorie e centri commerciali con campi da tennis
Al secondo punto all’Ordine del giorno si discute una variante al Piano Regolatore Generale che apre le porte, udite udite, alla creazione di una rotatoria all’altezza del nuovo mega-distributore di Via Marconi, quasi in prossimità di Pontebari, la realizzazione di una area commerciale compresa tra 1.500 e 2.500 metri e la costruzione di un piccolo impianto sportivo di 3 campi da tennis e un blocco servizi di 185 mq, annessi, il tutto per un intervento monetario complessivo pari a 980mila euro (forse rivedibili in aumento, alla luce dei recenti aumenti delle materie prime).
Dell’importo totale, 389mila euro serviranno solo per la realizzazione della rotatoria, spese a completo carico della società proponente il progetto, la Berfin srl (Conad?). Previsti anche degli espropri per realizzare la nuova viabilità, con tanto di lettere di avviso già inviate. E, infine, si apprende che il costo degli oneri di concessione comunali, che si aggira sui 500mila euro, potrà essere soggetto ad un concambio con il costo della realizzazione del complesso sportivo, totalmente a carico della società proponente, la Berfin.
In una discussione di tal fatta, entra prepotente in gioco tutta una dinamica vecchia e polverosa che non può non tener conto delle opportunità economiche dell’investimento, dei posti di lavoro eventuali che si dovrebbero creare, della riqualificazione dell’area e del miglioramento della viabilità generale del tratto stradale a ridosso della popolosa area di San Venanzo.
Se non fosse che nei vari interventi tenutisi, e che invitiamo i lettori a riascoltare dalla diretta streaming del Consiglio (CLICCA QUI), tranne qualche rara eccezione, è sempre mancata la visione di cosa Spoleto vuole davvero in termini di economia, futuro e magari anche di opportunità di lavoro. Un bel cortocircuito con la discussione tenutasi in mattinata proprio sul tema Lavoro.
Tralasciando la triste realtà che chi investe a Spoleto ultimamente lo fa solo se si tratta di venire a drenare denaro nel settore alimentare-commerciale per poi trasferire questa ricchezza altrove e lasciando intendere che una decina di posti di lavoro in più (forse), nel settore, sarebbero il giusto riconoscimento alla città, è evidente invece come ancora oggi non si riesca a governare (magari anche con un sonoro NO) una pratica che alla fine dei fatti ci regalerà una viabilità non decisiva se non per il fatto che le auto in quel punto rallenteranno la loro corsa, un nuovo centro commerciale di cui nessuno con un minimo di raziocinio sentiva il bisogno, e 3 nuovi campi da tennis che dovrebbero compensare la prossima chiusura per questioni autorizzative del Circolo Tennis di Montarello (poco distante). Un trasloco insomma. Incluso quello del minimarket Conad di San Venanzo che si sposterà armi e bagagli nel nuovo complesso. A Spoleto si diceva “spogliamo un altare per rivestirne uno nuovo”.
Appare evidente come la sempreverde teoria del “non ci costa una lira, facciamolo”, si sposa perfettamente con la possibilità di elaborare un nuovo e fruttuoso piano di marketing turistico locale: quello del Turismo Supermercatologico. Un circuito virtuoso dove orde di visitatori si danno allo shopping alimentare compulsivo, girando nel breve volgere di pochi chilometri anche 3o 4 strutture della grande distribuzione, scegliendo tra prodotti scontati e offerte miracolose. Ci fosse almeno una volta l’Acqua di Lourdes in offerta, almeno potremmo farci un segno della croce come si deve, nella speranza che l’Apocalisse divina rimetta le cose in ordine.
Ma il destino cinico e baro fa approvare la variante-meravigliao, manco a dirlo, con 14 voti favorevoli, 5 contrari e nessun astenuto. Tra qualche imbarazzo di maggioranza più che evidente, qualche evoluzione semantica sul valore delle rotatorie e un po di “pobblemi”, la nuova via del Turismo Supermercatologico ci rende tutti più solidi, ricchi e concreti.