Al giovane genitore era stato negato l'ingresso in ospedale perchè non vaccinato (nonostante avesse esenzione), inscenò pure una protesta nel parcheggio | Ora si è riunito con moglie e figlia ma Christian promette battaglia con il suo legale
Finalmente Christian Iori – il neo papà a cui era stato negato l’ingresso in ospedale per assistere alla nascita della primogenita perché non vaccinato – ha potuto riabbracciare la moglie e la figlia Alisia dopo 10 lunghi giorni.
Il ricongiungimento con la sue donne, infatti, è avvenuto solo domenica pomeriggio (6 febbraio), fuori dall’ospedale di Città di Castello, nello stesso punto dove il giovane, lo scorso 27 gennaio, aveva inscenato una solitaria protesta (con tanto di cartello).
Christian, oltre al danno, aveva subito anche la beffa: primo, perché aveva tutte le carte in regola per l’accesso al nosocomio – un regolare certificato di esenzione dalla vaccinazione anti Covid-19 e addirittura un tampone negativo – e secondo perché l’autorizzazione ad entrare era effettivamente arrivata, ma solo dopo il parto (ovvero il giorno successivo, 28 gennaio).
Il neo papà aveva inoltre sottolineato più volte di non essere un ‘No vax’ – “in vita mia ho sempre fatto vaccini finché la salute me lo ha permesso…” – anche perché il motivo del differimento dalla vaccinazione era ed è dovuto ad una sua patologia, che per ora (almeno fino a metà febbraio) non gli permette di farsi inoculare dosi per combattere il Coronavirus.
Oggi Christian, allietato dall’arrivo della sua primogenita, è felice ma non riesce a dimenticare l’incredibile vicenda, “che non mi ridarà il parto di mia moglie né la nascita di mia figlia. Si è trattato di una brutta pagina di storia della Sanità Umbra”.
Il giovane di Deruta, infatti, ha dichiarato di voler andare fino in fondo insieme al suo legale Chiara Attala, “perché un episodio del genere non si ripeta mai più. Non lasceremo che questa situazione rimanga sospesa tra i se e i ma e cercheremo di dar seguito ad un procedimento legale già avviato, per far luce sulla situazione che ha condotto a quel divieto”.