L’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni “non è teatro di rovinosi valzer di primari né di emorragie fatali”. Anzi, “è vero il contrario” per il direttore generale Maurizio Dal Maso, che interviene sulla questione dei direttori di struttura complessa, tema molto sentito dalla stampa e dai cittadini, ma caro anche allo stesso Dg che non a caso dall’inizio del suo mandato ha deliberato diverse procedure concorsuali per la copertura delle direzioni vacanti di cui 10 già espletate (nefrologia, pediatria, oculistica, laboratorio analisi, radiologia, medicina interna e uro-ginecologia – queste due d’intesa con l’Università degli Studi di Perugia – oncologia, maxillo-facciale ed endocrinologia) ed 8 ancora da espletare (ortopedia, urologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, neurochirurgia, cardiologia, anestesia e farmacia ospedaliera), convinto che i direttori di una struttura rappresentino, nel bene e nel male, “il cuore del funzionamento dell’Azienda”.
“Come credo di aver dimostrato in questi primi due anni e mezzo di mandato – sottolinea Dal Maso – ritengo centrale e strategico il ruolo di quello che un tempo chiamavamo primario, da cui dipende necessariamente l’efficacia, l’efficienza, l’appropriatezza clinica ma anche la produttività nella gestione organizzativa e professionale di una struttura complessa ospedaliera. Ma il fatto che in questo periodo alcuni di questi noti professionisti lascino l’ospedale, tutti per raggiunti limiti di età e solo alcuni per scelte professionali personali, non apre scenari catastrofici. Si tratta di un fisiologico turnover, in atto in tutte le realtà nazionali e regionali, che va accolto con positività nella misura in cui apre la strada a giovani o comunque nuovi professionisti che possono dare (e quelli finora nominati lo stanno già dimostrando) importanti contributi ad una struttura ospedaliera ad altissima specialità come quella di Terni, che vuole diventare stabilmente un ospedale di insegnamento di riferimento nel panorama nazionale”.
“Non sarei quindi così preoccupato per questo ricambio che è in gran parte generazionale – prosegue Maurizio Dal Maso – anche perché i grandi professionisti che qui lavorano, o hanno lavorato, hanno anche saputo formare delle equipe di valore e certamente del loro livello. Cito come esempio il caso del dottor Sandro Carletti, che ha lasciato la neurochirurgia sotto la guida del facente funzione dott. Carlo Conti in attesa che sia bandito il concorso; ma lo stesso si potrebbe dire domani per i dottori Passalacqua, Crescenzi, Luzi, e per altri primari che nell’arco dei prossimi due anni lasceranno il nostro ospedale”.
Nessun problema e nessuna paura, quindi, per il Dg Dal Maso: “Andiamo sicuri verso il prossimo anno di attività con i professionisti che abbiamo in attesa di ‘arruolarne’ di nuovi, ma sapendo che quelli presenti sono tutti validi e in grado di mantenere la qualità assistenziale di elevato livello che il nostro ospedale eroga nell’interesse dei cittadini di Terni e non solo loro”. La dimostrazione sono i dati di attività che l’Azienda ospedaliera ha raggiunto in questi anni ultimi due anni come numero, grado di complessità e valore dei ricoveri e degli interventi eseguiti, percentuale di attrazione extraregionale, che è superiore al 20% della casistica trattata, e volume finanziario complessivo delle attività, che ha registrato un aumento del 3,1% nel 2017 e che anche quest’anno è in linea con l’aumento atteso.