E la baby gang finisce agli “arresti”. Alle prime ore dell’alba, i Carabinieri di Corciano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare del collocamento in comunità, emessa dal Gip del Tribunale per i minorenni di Perugia. Si tratta dei tre adolescenti di origine albanese (di età compresa tra i 15 e i 16 anni), nei cui confronti sono emersi, a vario titolo, gravi, univoci e concordanti elementi di colpevolezza in ordine al reato di lesioni aggravate, commesso ai danni di un 19enne, operaio, di nazionalità marocchina.
Pestato
Erano i primi giorni di febbraio quando il ragazzo è finito in ospedale con 30 giorni di prognosi. Quasi tutti i coinvolti nella vicenda vengono da vite complicate. Ragazzi difficili, minori affidati a case protette o con qualche problema di rispetto delle regole. Il destino li ha fatti incrociare in un pomeriggio al centro commerciale.
Attenzioni alla fidanzata
Tra il ristorante e il chiosco delle patatine fritte, intorno alle 8 di sera, si sono sfidati a colpi di, «e tu che vuoi?!» e «ma tu chi sei?!». Qualche minuto prima una ragazzina era stata oggetto delle attenzioni di un gruppetto di adolescenti, ha raccontato un testimone. Poi inaspettatamente il fidanzato, 19enne, di origine magrebina, la raggiunge al centro commerciale. Lei gli racconta l’accaduto e poco dopo s’incendia la miccia. Nel corridoio si incontrano di nuovo, le frasi rito di sfida a chi è più forte e il 19enne tenta di sferrare un pugno al «capetto» della banda. Il fendente finisce nel vuoto, ma i quattro si scagliano sul ragazzo che finisce a terra, tenta ancora di difendersi e riesce anche a prendere per il collo il suo avversario, finche uno dei quattro lo colpisce con un calcio mentre si trova a terra lasciando nel sangue.
Pestato a sangue dalla baby gang perché ha difeso l’amica
Baby gang
Il giovane è stato soccorso da personale del “118” e trasportato presso l’ospedale “Santa Maria della Misericordia” per gli accertamenti clinici e le prime cure necessarie. I carabinieri identificano tutti i coinvolti, si tratta degli stessi giovani che nel corso dei mesi, avevano costituito una sorta di baby gang, i cui atti vandalici e comportamenti violenti avevano spesso generato timore negli avventori del centro commerciale e dell’intera zona.
Ragazzi difficili
L’episodio di febbraio, secondo gli inquirenti è sintomatico di una forma di “insofferenza” da parte di soggetti (nel caso specifico minori non accompagnati) nei confronti delle Leggi del nostro Stato dal quale sono stati accolti per essere avviati verso un corretto percorso educativo e di crescita, implicante l’acquisizione di un minimo senso di rispetto per il prossimo, per una completa integrazione e la realizzazione della civile e pacifica convivenza.
Comunità
I giovani, sono stati accompagnati presso comunità educative dislocate nel centro Italia, ove permarranno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria alla quale dovranno rispondere per le gravi accuse formulate. In caso di reiterazione stavolta potrebbero essere arrestati.