Da ingegnere responsabile della sicurezza dei cantieri a “ministro della salvezza delle anime”. E’ la storia del diacono della Chiesa perugino-pievese Antonio Paoletti, classe 1973, che il 13 maggio (ore 17) sarà ordinato sacerdote nel Santuario della Madonna di Fatima in Città della Pieve, uno dei primi luoghi di culto in Italia ad essere stato intitolato alla Beata Vergine apparsa nella nota località portoghese. Questo santuario mariano, in occasione del Giubileo del 2000, è stato dedicato anche ai “beati santi fanciulli”, tra i quali i pastorelli di Fatima.
Il 13 maggio non è una data casuale per l’ordinazione presbiterale dell’ingegnere Antonio Paoletti, fervente devoto della Madre celeste; innanzitutto, come lui stesso sottolinea, «in questo giorno, cento anni fa, il 13 maggio 1917, la Madonna apparve per la prima volta ai tre pastorelli. Per questo importante anniversario papa Francesco, il 13 maggio, sarà a Fatima e proclamerà santi due dei tre fanciulli a cui la Madonna apparve». Questo giorno per Antonio, che ha avuto una vocazione adulta al sacerdozio, è ricco di significati che riconducono alla sua “chiamata” a servire totalmente il Signore e la sua Chiesa. «E’ la data della nascita – sottolinea il futuro sacerdote – del gruppo-laboratorio di fede di giovani delle scuole superiori “Sentinelle” dell’Oratorio “San Giovanni Paolo II” dell’Unità pastorale delle parrocchie di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino, inaugurato nel giorno in cui si ricorda anche l’attentato a papa Wojtyla in Piazza San Pietro, avvenuto il 13 maggio 1981, ma è anche il giorno dell’arrivo (il prossimo 13 maggio) della statua pellegrina della Madonna di Fatima nel mio paese di origine, Leonessa, messo a dura prova dal recente terremoto».
Uno zio arcivescovo e la “scoperta” della vocazione in parrocchia e nella comunità del RnS.
Il legame con la cittadina reatina segna la formazione e la vita di Antonio Paoletti, nato in una famiglia con uno zio alto prelato: mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, cugino di don Concezio Chiaretti fucilato il Venerdì Santo del 1944 dai nazi-fascisti in ritirata da Leonessa. Sarà proprio mons. Chiaretti, insieme al cardinale Gualtiero Bassetti, al vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti e ad altri presuli, a ordinare presbitero Antonio a cui faranno festa, nella splendida cornice rinascimentale di Città della Pieve, tanti amici e le comunità parrocchiali dove ha prestato servizio, in primis Prepo, San Barnaba e Ponte San Giovanni. In quest’ultima sta svolgendo il suo ministero diaconale affiancando il parroco don Gianluca Alunni. A Prepo, in particolare nella comunità del Rinnovamento nello Spirito (RnS), ha “scoperto” la sua vocazione, grazie al parroco mons. Giuseppe Gioia, a don Fabrizio Crocioni, parroco e rettore del santuario mariano di Ponte della Pietra, e a suor Roberta Vinerba, francescana diocesana, teologa e catechista.
Il ricordo-legame dell’amico seminarista scomparso.
La vocazione di Antonio, come lui racconta, «è rafforzata dalla morte dell’amico seminarista Giampiero Morettini, con il quale condividevo il legame con la Vergine Maria. Non potrò mai dimenticare il momento in cui appresi la notizia della sua morte: mi trovavo a Fatima, in pellegrinaggio con i compagni del Seminario regionale …». Al termine del funerale di Morettini, racconta Antonio (la cui testimonianza è stata raccolta da suor Vinerba nel suo libro dal titolo: Con lui Dio non si era sbagliato), «quando abbiamo portato fuori noi seminaristi la bara di Giampiero, io sono uscito con la dignità del seminarista. Mi dicevo: questo è il mio posto, questa è la mia strada, questo sono io». Altro segno non trascurabile dell’amico Morettini per il futuro sacerdote è quello di trovare, nella messa della sua ordinazione del 13 maggio, lo stesso passo del Vangelo citato da Giampiero nel suo testamento spirituale nell’annunciare che il suo «passaggio sulla terra è terminato e, come dice Gesù, “vi vado a preparare un posto”».
Da ingegnere a sacerdote.
Antonio Paoletti, ingegnere per l’ambiente e il territorio, laureatosi all’Università dell’Aquila, prima di fare ingresso in Seminario lascia il lavoro di responsabile sicurezza, qualità e ambiente in un consorzio di aziende che operano nella costruzione di linee elettriche e impianti di energia da fonti rinnovabili. Un impiego di tutto rispetto e ben retribuito, ma la vocazione al sacerdozio è la sua unica e vera fonte di ricchezza nel metterla al servizio del prossimo, nel cui volto si rispecchia quello di Cristo. Nella comunità di Ponte San Giovanni Antonio è impegnato, come diacono e lo sarà ancor più come sacerdote, a costruire “pietre vive”, mettendo in sicurezza la loro anima nel predicare e testimoniare la Parola di Dio con opere di carità necessarie anche ad una comunità in continua espansione demografica e alle prese con un non sempre facile processo di integrazione dell’altro, del diverso, del prossimo.
Don Antonio Paoletti ha espresso il desiderio di celebrare la sua “prima messa” nella chiesa-prefabbricato di Prepo (che avverrà domenica 14 maggio, alle ore 11.45), dove è stato raggiunto, per la prima volta, dalla “chiamata” del Signore.