Antenne e tumori: "Al momento nessun pericolo di salute a Miranda" - Tuttoggi.info

Antenne e tumori: “Al momento nessun pericolo di salute a Miranda”

Luca Biribanti

Antenne e tumori: “Al momento nessun pericolo di salute a Miranda”

Consiglio comunale straordinario per affrontare il tema dell'inquinamento elettromagnetico
Lun, 19/09/2016 - 20:14

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Il M5S aveva chiesto un consiglio straordinario sulla questione delle antenne di Miranda (tornata di interesse politico in città dopo la clamorosa protesta dell’ing. Brbanera) e, in conferenza di capigruppo, è stata scelta la data di oggi.

Una questione sempre molto delicata quella che riguarda il rapporto di causa effetto tra l’inquinamento dovuto a onde elettromagnetiche e il riscontro dell’aumento di patologie tumorale nella cittadinanza, temi molto sensibili che rischiano di creare panico e allarmismo ingiustificati.

Dopo un minuto di silenzio, per onorare la memoria del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, sono iniziati i lavori in aula.

L’Assessore all’Ambiente, Emilio Giacchetti, ha introdotto il tema con una breve cronostoria sulla presenza delle antenne a Miranda, un elemento presente da moltissimi, anni, molto prima che si potesse ipotizzare un boom così rapido nella diffusione delle nuove tecnologie: “A Miranda sono presenti numerosi impianti, già dai primi anni dalla diffusione dei mezzi di comunicazione, quando ancora non esistevano norme ben precise per la tutela dei cittadini.
Nel 2002  – spiega l’assessore – si è registrato un primo sforamento della soglia critica di attenzione di 6 V-metro, dati registrati da Arpa Umbria e dai rilievi del Comune. Nel 2009 c’è stato un ulteriore superamento dei limiti, in seguito al quale è stata emanata ordinanza sindacale riduzione a conformità per 28 emittenti, anche se non esiste una normativa chiara in tal senso: abbiamo avuto 7 ricorsi al Tar con i quali i gestori degli impianti hanno cercato di respingere l’ordinanza, ma 20 su 28 soggetti sono stati costretti a trasferire le proprie strutture lontano dai piccoli tralicci sparsi nel bosco”.

Tra le possibili soluzioni fornite dall’assessore per allontanare le antenne dal centro abitato di Miranda ci sono significativi incentivi, vale a dire concessione gratuita delle aree e l’impegno dell’amministrazione a finanziare la costruzione di nuovi impianti: “Abbiamo proposto forme di incentivazione dell’amministrazione con i gestori per spostare i propri impianti, anche con l’utilizzo gratuito dell’area per 5 o 10 anni, ma è stato risposto che le zone individuate non garantirebbero la stessa copertura di segnale. Ci siamo rivolti all’Unipg preventivo di 50-60mila euro per uno studio della copertura del segnale, operazione che comunque impiegherà diversi anni.

Tra le motivazioni che i gestori continuano a fornire sull’impossibilità di spostare le antenne ci sono i costi di realizzazione del manufatto e minore appetibilità commerciale per la carenza di segnale.
Il comune potrebbe contribuire con alcuni fondi per la realizzazione dell’impianto, cercando di recuperare fondi dalle tasse su acqua ed elettricità”.

Faliero Chiappini, il presidente della Prima Commissione ha sottolineato che: “Le questioni ambientali e la salute dei cittadini rappresentano un punto fondamentale del buon governo e la partecipazione dei cittadini all’assemblea lo dimostra. Devo ringraziare la Commissione per il lavoro svolto collegialmente sulla questione in un’ottica di partecipazione con i comitati e i cittadini, cercando di costruire un percorso confluito in un atto di indirizzo approvato dal consiglio.
Le Rocchette è un’area di proprietà del Comune, utilizzare una parte dei canoni idroelettrici per la costruzioni di un impianto delocalizzato rispetto a Miranda”.

L’intervento più interessante della discussione in aula è stato quello della dottoressa Luisa Valsenti, responsabile del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl 2 Umbria: “L’attenzione su questo tipo di problematiche risale al 1996, quando l’Oms (organizzazione mondiale della sanità ha ha dato un mandato allo IARC per studi sugli effetti di onde elettromagnetiche e l’incidenza sulla salute dei cittadini.

Nel tempo sono stati condotti numerosi studi – spiega la dottoressa- , uno è stato svolto su 13 paesi compresa Italia, concentrato sull’utilizzo dei cellulari per verificare se ci sia rapporto tra sviluppo di tumori cerebrali e onde elettromagnetiche
I risultati hanno portato lo IARC a classificare questo tipo di rischio nel gruppo 2 del proprio sistema di classificazione, cioè tra gli agenti definiti possibili cancerogeni. Significa – continua la Valsenti – che dagli studi epidemiologici e la sperimentazione fatti, anche su animali da laboratorio, è stato visto che c’è una limitata evidenza del collegamento tra l’insorgere delle patologie tumorali e i danni provocati dai campi prodotti dalle onde elettromagnetiche. Ancora non sono noti tutti gli effetti biologici delle sostanze, cioè ancora non siamo in grado di dire quali meccanismi di azione siano presenti. Devono essere fatti ulteriori studi per per poter dire se questi effetti provochino direttamente l’insorgere malattie.

Possibile cancerogene – spiega ancora la dottoressa – non equivale a prendere iniziative straordinarie di tutela di salute pubblica o a indicare precauzione particolari da parte delle amministrazioni, ma gli studi e la ricerca servono a dare informazioni rispetto all’utilizzo dei cellulari ad esempio.

Lo IARC con l’Oms ha deciso di studiare i bambini di oggi che sono coloro che saranno esposti per un lungo periodo di tempo alle onde.

Noti sono invece gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico a frequenze basse, cioè gli elf, quelle emesse dagli elettrodomestici in casa. Con un’esposizione superiore a un Mhz abbiamo un aumento della temperatura corporea e surriscaldamento dei tessuti, ma non c’è danno per la salute, solo effetti temporanei lievi. Questi studi hanno determinato i limiti che sono stati disposti per la tutela della popolazione.

Ho visto i dati Arpa dal 2013  – conclude la Valsenti – siamo ampiamente sotto i limiti di legge, alla metà del limite consentito. Posso dire che al momento non c’è pericolo per la popolazione.

Ben venga la delocalizzazione, ma non certo per la questione salute, ma per quelli legati alla percezione visiva, al benessere della popolazione, del paesaggio.

Per quanto riguarda il problema di aumento dei tumori a Miranda ci stiamo impegnando come dipartimento di approfondire questa tematica. Al momento, non sembra ci sia un aumento di tumori nella popolazione di Miranda rispetto alla media cittadina, umbra e nazionale”.

© Riproduzione riservata

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