Paolo Fresu a Umbria Jazz per due grandi produzioni che raccontano come forse meglio non si potrebbe la vena poetica e la voglia di ricerca artistica di uno dei maggiori musicisti italiani, e non solo.
La prima produzione, (14 luglio, ore 18, Basilica di San Pietro) è un lavoro assolutamente inedito frutto di una commissione di Umbria Jazz e della Sagra musicale umbra, una delle manifestazioni storiche (la prima edizione risale al 1937) del panorama europeo, votata da sempre a rappresentare la spiritualità attraverso la musica. “Il Laudario di Cortona” affonda le radici nella tradizione più profonda della religiosità popolare dell’Umbria e in generale dell’Italia centrale. Per comprendere la unicità storica, musicale, religiosa di questa raccolta basti dire che non se ne conosce esattamente la data ma probabilmente risale alla fine del Duecento, che assieme al Laudario Magliabechiano 18 custodito a Firenze è il solo manoscritto di laude italiano con notazione musicale giunto fino a noi, che è la più antica collezione conosciuta di musica italiana in lingua volgare, nonché l’unica del XIII secolo. Il testo è scritto in caratteri gotici e la musica in notazione quadrata . Il manoscritto contiene 66 laude, di cui le 44 della prima parte sono con musica.
Per rileggere con la propria sensibilità un testo del genere il Maestro Fresu ha previsto un quartetto di musicisti di estrazione jazz: Daniele Di Bonaventura, Marco Bardoscia
e Michele Rabbia, e l’Orchestra da camera di Perugia. Un organico complesso che semmai aumenta la curiosità e l’interesse per quello che si presenta come uno degli eventi del festival.
Il secondo progetto che Paolo Fresu presenta a Umbria Jazz, “Mistico Mediterraneo” (8 luglio, Basilica di San Pietro, round midnight) è uno dei più originali, pur all’interno di una produzione, quella del musicista sardo, che molto spesso ha fatto proprio dell’originalità e della ricerca i tratti distintivi. Elemento caratterizzante è la presenza del coro polifonico A Filetta, sigla storica della musica tradizionale della Corsica, fondato nel 1978. “Mistico Mediterraneo” è fissato nei bit di un omonimo disco Ecm, il secondo per la etichetta bavarese dopo Chiaroscuro, che era un duo con il chitarrista Ralph Towner.
La sinergia tra il coro corso ed il trombettista sardo, mutuata dalle comuni origini e culture mediterranee, nacque per caso ma con effetti dirompenti sul palco, ad Ajaccio, e fu approfondita e sviluppata in una idea che permettesse a musicisti jazz (con Fresu c’era Daniele Di Bonaventura) e ad un coro della tradizione popolare di collaborare alla ricerca di nuove frontiere della musica. Il repertorio comprende testi tradizionali di carattere sacro e profano, più materiale originale che si inserisce con mirabile coerenza nel contesto generale del progetto.
Per questo concerto Umbria Jazz ha ottenuto la riapertura della Basilica di San Pietro, luogo magico e solitamente sede dei concerti della Sagra musicale umbra, come avvenne tanti anni fa per “Officium” di Jan Garbarek ed il coro inglese Hilliard Ensemble. Non si poteva scegliere uno spazio migliore.