Anna Maria Cenciarini sarebbe morta a causa di più di un colpo mortale. E’ quanto trapela dall’autopsia che si è svolta oggi all’ospedale di Perugia e sulla quale viene mantenuto il massimo riserbo. Un lungo esame, durato circa dieci ore dal quale sarebbero emerse una quantità di informazioni importanti che adesso dovranno essere messe a disposizione degli inquirenti.
Sembrerebbe che sul corpo della 55enne non ci siano solo le 8 lesioni di cui si è parlato in un primo momento, ma molte di più. Forse quasi il doppio. E una di queste, quella che ha colpito anche la carotide, potrebbe essere compatibile con un colpo sferrato dalle spalle della vittima. Non solo ma sul corpo potrebbero essere presenti alcune delle lesioni tipiche di un tentativo di “difesa”, elemento che ancora di più passa un colpo di spugna sulla possibilità che la vittima sia stata colta da un raptus autolesionista.
Se quanto appreso verrà confermato allora la Procura deciderà il da farsi e non si esclude che la posizione del figlio Federico Bigotti (21 anni) possa ancora variare, come già è stato, quando da testimone del dramma è divenuto l’unico indagato.
A riportate un particolare sul quale gli inquirenti avrebbero puntato l’attenzione è il quotidiano La Nazione che parla di una scena forse “ripulita”, perchè il sangue che avrebbero rinvenuto nella cucina del casolare dove Anna Maria è stata trovata in pigiama non sarebbe compatibile con la grande quantità di liquido ematico perso dalla vittima. E questo è un altro elemento tutto da valutare e comparare. Come c’è da indagare nelle ultime settimane di questa famiglia ormai sconvolta, nella quale ci sarebbero state discussioni, forse come o quanto in altre famiglie, ma che qui adesso pesano come macigni sulla posizione del figlio minore indagato per un tremendo crimine.
Intanto quello che emerge è lo scenario di una famiglia e una comunità sconvolta per un dramma che si è consumato ad una manciata di km dai confini della città, nel vocabolo sperduto di Varesina, fra le campagne sopra il santuario di Belvedere. L’eco di quanto accaduto, infatti, risuona ancora forte dentro le mura della città e a testimoniarlo sono le brevi e monosillabiche risposte dei cittadini intervistati sull’accaduto.
C’è sgomento e dispiacere nelle parole di quanti (e sono tanti) conoscevano Anna Maria. Tutti la ricordano come una donna e una madre di famiglia senza nessuna ombra. Molti tifernati hanno dichiarato di non aver mai creduto all’ipotesi suicidio. Federico, per chi lo conosce, è stato sempre un ragazzino con vari problemi di stabilità caratteriali, prima molto partecipe alla vita sociale nel rione di San Pio X (dove prima risiedeva) poi praticamente scomparso, soprattutto negli ultimi mesi. Lo stesso sindaco Luciano Bacchetta, ha ricordato con affetto Anna Maria, “donna seria, brava, silenziosa e soprattutto attaccata alla famiglia, fatto che rende ancor più sconcertante quello che è successo”.
Ha collaborato Davide Baccarini
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