(Carlo Ceraso) – E’ rivolta su Facebook ma anche Twitter e altri social network per il questionario che un docente di religione di un liceo di Perugia ha sottoposto ai propri studenti chiedendo loro di indicare “un voto da 0 a 10 alle principali colpe di cui ci si può macchiare” (testuale). Un compito che diversi liceali si sono rifiutati di consegnare denunciando il fatto all’associazione Omphalos che fa capo a Arcigay e Arcilesbica. Il problema che ha scatenato la furibonda polemica è che l’insegnante ha inserito, quali ‘colpe’, in un lungo elenco che va dal “fare la guerra” ad “abusare dei bambini”, anche l’”omosessualità”, il “suicidio”, le “esperienze prematrimoniali”, l’”andare in chiesa”, la “convivenza” e, dulcis in fundo, anche l’”adulterio (continuato)”, come se una trombatina di tanto in tanto potrebbe anche essere tollerata dal nostro.
Impossibile contattare il docente e il dirigente scolastico. Parlano invece e senza peli sulla lingua i vertici di Omphalos. “E’ sbalorditivo – commenta Emidio Albertini, Co-Presidente dell’Omphalos – che in una scuola pubblica si propinino simili esercitazioni, con evidente impatto nella sfera psico-emotiva degli alunni; mentre le cronache ci raccontano tanti casi di giovani ragazzi omosessuali che arrivano al suicidio perché si sentono soli, emarginati e derisi dai propri compagni, la scuola si mostra spesso carente nel fornire garanzia di inclusione a qualunque individuo nel gruppo classe, mancando inevitabilmente l’obiettivo fondamentale di disperdere atti di bullismo e discriminazione. Di certo, la richiesta di esprimere un voto alla “colpa” di essere omosessuali, all’utilizzo del preservativo o ai rapporti prematrimoniali contribuisce ad allontanare i ragazzi da una scoperta di sé e dell’altro civile e responsabile»”. “Un vero e proprio minestrone di contenuti alienati dai vari contesti e impilati in una folle rincorsa a “chi la fa più grossa”, senza alcun ordine logico e cognitivo: l’omosessualità se la batte con reati contro l’ambiente (inquinamento), la società (rubare) e l’umanità (infliggere la pena di morte). Che obiettivi specifici didattici si è prefisso questo docente? E quali sono gli indicatori del raggiungimento degli stessi?”.
“Abbiamo già presentato una denuncia all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni del Ministero per le Pari Opportunità – continua Patrizia Stefani, Co-Presidente dell’Omphalos – e chiediamo con forza anche l’intervento della Regione con una netta presa di posizione dell’Assessore Carla Casciari. Pratiche medioevali e discriminatorie come questa non dovrebbero trovare spazio nelle nostre scuole pubbliche”.
Intanto su Facebook la polemica impazza. “S’è dimenticato la voce ‘somministrare questionari idioti” scrive Francesco mentre Sergio aggiunge “manca anche la voce ‘non pagare l’Imu”. Maria Francesca ironizza dicendo “mi ero dimenticato che anche la convivenza è peccato capitale”, mentre Marco aggiunge “…che poi, infettare con l’Aids e abusare dei bambini è grave almeno quanto non pregare mai”. C’è anche chi vede nel questionario uno “strumento” e non un “fine”; così ad esempio Pietro posta: “penso che il prete abbia fatto una cosa fichissima e ha tutto il mio supporto. Invece che imporre e dire la posizione della chiesa, invita i ragazzi a pensare. Se poi tu pensi che una voce non sia un peccato ci metti 0 e va bene così, diverso sarebbe stato se avesse imposto che c’era un solo 0. O avesse chiesto di ordinarli per cui una sola cosa potesse essere alla fine”. Ribatte Carlo: “basta rileggere il questionario, se le parole hanno un peso, e capire che per il docente quelle sono colpe a prescindere, ai ragazzi stabilire se gravi con un punteggio da 0 a 10, ma sempre colpe per lui sono”.
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