In un incontro a Perugia, il presidente Confcommercio della provincia di Perugia Giorgio Mencaroni, accompagnato dai membri di giunta della organizzazione, ha chiesto ai parlamentari umbri – Giampiero Bocci, Anna Rita Fioroni, Carlo Emanuele Trappolino e Walter Verini del PD, Ada Spadoni Urbani e Domenico Benedetti Valentini del Pdl – di farsi portavoce delle istanze e delle preoccupazioni della categoria presso il governo, “perché esiste il rischio concreto di chiusura per migliaia di imprese commerciali, che in questo momento non sono in grado di far fronte ad adempimenti e scadenze”, ha sdetto Mencaroni. “Non vogliamo essere i protagonisti in negativo di questa crisi: gli interventi del governo in materia di liberalizzazioni prendono di mira seriamente solo i nostri settori; si combatte giustamente l’evasione ma sul banco degli imputati finiscono solo i piccoli esercenti, che soffrono una crisi gravissima e che hanno bisogno di misure specifiche per superare l’emergenza”.
I parlamentari umbri hanno dichiarato la propria disponibilità ad adoperarsi, perché la voce delle imprese umbre del terziario arrivi nelle Commissioni e nelle aule parlamentari. E hanno concordato con Confcommercio sulla opportunità di redigere un elenco di priorità sulle quali concentreranno il proprio impegno.
“Le manovre del governo – ha sottolineato Mencaroni – irrompono in un contesto di eccezionale gravità per il settore del commercio, il primo a soffrire per la pesantissima crisi economica e il conseguente crollo dei consumi. Abbiamo a volte la sensazione che non ci si renda conto dell’entità dello sforzo che sostengono in questo momento le nostre imprese. Noi non siamo contrari a priori alle liberalizzazioni, ma devono coinvolgere tutti i settori, se vogliamo avere un mercato davvero aperto e concorrenziale. I consumi non si rilanciano stando più aperti. Come mai nessuno pensa ai costi e ai disagi che le aperture continuative comporterebbero per le piccole e piccolissime imprese, ma anche per la grande distribuzione, che ha margini sempre più risicati?”, ha chiesto Mencaroni.
“Occorre riconsegnare alle famiglie il potere d’acquisto che hanno perduto negli ultimi dieci anni, ma non lo si fa certo con misure aspre come l’aumento dell’Iva al 21%, la reintroduzione dell’IMU, il ricorso ad addizionali regionali o alla istituzione della tassa di soggiorno, che andrebbe solo ad aggravare le cose. Occorre inoltre apporre correttivi agli Studi di Settore, che non riescono a fotografare correttamente la situazione di tante imprese, che è in continuo e veloce peggioramento.
In questa situazione così difficile – ha aggiunto il presidente Mencaroni – le imprese del commercio sono state nell’occhio del ciclone sul fronte dell’evasione fiscale. Noi siamo favorevoli ai controlli, siamo per il rispetto delle legge e stiamo con gli onesti, ma non accettiamo la criminalizzazione di una intera categoria; non accettiamo che commercianti e operatori turistici siano periodicamente etichettati come evasori a causa del comportamento scorretto di pochi”.
Aeroporto e pedaggio – Il presidente di Confcommercio, che ha proposto ai parlamentari umbri di incontrarsi con una cadenza periodica per un confronto sui temi del settore, ha posto alla loro attenzione anche i problemi del pedaggio sul tratto della Perugia / Bettole e sulla E45 – dal quale dovrebbero essere comunque esclusi i residenti e i ricavi destinati al miglioramento delle stesse arterie – e del futuro dell’aeroporto regionale, a rischio insieme ad altri sette scali in Italia, nonostante su di esso siano stati effettuati investimenti per 40 milioni. Quella delle infrastrutture, secondo Confcommercio, è certamente un'altra emergenza per la regione e le imprese che vi operano.