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“No all'Italia senza province”, Terni aderisce all'iniziativa dell'Upi

Redazione

“No all'Italia senza province”, Terni aderisce all'iniziativa dell'Upi

Lun, 30/01/2012 - 15:01

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“No all’Italia senza le Province” è il titolo del programma di iniziative predisposto dall’Upi nazionale e da tutte le Province d’Italia per martedì 31 gennaio. Alle iniziative aderisce convintamente la Provincia di Terni organizzando, così come in tutti gli altri enti, un Consiglio provinciale aperto che si terrà alle 9,00 a Palazzo Bazzani. Al Consiglio sono stati invitati, tra gli altri, la presidente della Regione, il presidente del Consiglio regionale, gli assessori e i consiglieri regionali, i parlamentari eletti in Umbria, il presidente del Cal, il presidente dei Piccoli Comuni-Anci, i sindaci del territorio provinciale, il presidente della Camera di Commercio, il pro rettore del Polo scientifico e didattico di Terni, le associazioni di categoria, i dirigenti scolastici, i presidenti degli ordini professionali, il presidente del Coni. La giornata di mobilitazione vuole far comprendere alle comunità il valore demagogico e propagandistico della campagna contro le Province e cosa accadrebbe all’Italia e ai cittadini con la cancellazione delle Province. Il Consiglio sarà quindi un momento di riflessione e dibattito e soprattutto un’occasione per dare sostanza e concretezza all’operazione-verità che l’Upi sta portando avanti attraverso dossier e studi, come quello elaborato dalla Bocconi sui reali costi delle Province, sui servizi resi ai cittadini, sull’utilità e il valore di questa istituzione e sulle falsità rispetto agli inesistenti risparmi che deriverebbero dalla loro abolizione. Ricorso alla Corte Costituzionale – La Regione Piemonte (presidente Cota) ha depositato formalmente alla Corte Costituzionale il ricorso contro il del decreto Monti nella parte contenente le disposizioni sulla riorganizzazione delle Province sostenendo l’illegittimità costituzionale di tali provvedimenti. Nel ricorso si sostiene la violazione dei commi da 14 a 21 dell’articolo 23 del decreto legge 201/2011 e degli articoli 5,114 e 117 della Costituzione, “anche sotto il profilo – si legge nel ricorso – di violazione del principio di leale collaborazione”.

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