Caro direttore,
ho avuto modo di vedere l’invito alla presentazione della 51.ma edizione del Festival che si terrà a Roma il prossimo 21 aprile. Mi è caduto l’occhio sul logo della manifestazione e sono rimasto impressionato dalla somiglianza con quello del famoso disegno creato da Armando Testa per l’aperitivo Punt e Mes. Non li tova molto simili anche Lei? Grazie,
C.S.
Gentile lettore,
ammetto che mi era sfuggita la somiglianza fra i due simboli. Nel leggere l’invito ricevuto dalla nostra redazione, avevo solo notato che si poteva trattare di un ‘nuovo’ logo, il terzo in ordine di tempo, dopo il “Cavaliere su sfondo rosso”, apparso per pochi giorni sul sito del Festival, e quello dei ‘Due cerchi’ che campeggiava sul Bilancio di Previsione
Certo la somiglianza c’è, anche se i colori sono diversi, ombre incluse, e la ‘mezza sfera’ (di testiana creatività) non è comparabile con l’”ombra” stampata sull’invito diramato dal Festival.
E’ probabile però che per questo ultimo disegno ci si sia ispirati proprio al genio del creativo torinese.
Che, come si ricorderà, disegnò la campagna pubblicitaria per la Carpano (oggi Branca) riuscendo, magistralmente, a trasformare graficamente il nome del vermuth Punt e Mes: un punto (di amaro) e mezzo (di colce), in perfetto dialetto piemontese.
La Sua mail, però, ci ha convinto a telefonare al responabile dell’Ufficio stampa del Festival, Marco Guerini, che ha categoricamente smentito si tratti del logo ufficiale: “quello che compare sull’invito non c’entra nulla con il Festival – dice a Tuttoggi.info il titolare di Verbavolant – il logo ufficiale, infatti, sarà svelato dal Maestro Ferrara solo il prossimo 21 aprile”.
Fiuuuh!, meno male. Pensate voi a chiamare, in dialetto torinese, il festival: de duu mund…e mes!