Terremoto sanità umbra, 'cave canem' o 'cagnolinum'? - Tuttoggi.info

Terremoto sanità umbra, ‘cave canem’ o ‘cagnolinum’?

Sara Cipriani

Terremoto sanità umbra, ‘cave canem’ o ‘cagnolinum’?

Tra nomine e dimissioni si consuma lo scontro politico del PD umbro | Dopo la 'chiamata' a Roma, arrivano le annunciate dimissioni dell'assessore alla Sanità
Mer, 17/02/2016 - 15:18

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E’ una girandola di voci, una ridda di annunci e smentite, sicuramente uno scenario poco edificante quello che si sta consumando da due giorni a questa parte sul palcoscenico della politica regionale umbra. Tema della pièce: le nomine per il rinnovo delle cariche a direttore della sanità regionale. Un pretesto o solo l’occasione ‘buona’ per la maggioranza di governo locale per fare i conti con le proprie identità e fronteggiarsi in campo aperto, una volte per tutte. Così il braccio di ferro tra l’uno e l’altro schieramento del Pd (i due più forti fra quelli che operano al momento in Umbria) ha dato spettacolo traducendosi in uno scontro frontale tra presidenza e assessorato alla sanità. Epilogo: le dimissioni dell’assessore alla sanità Luca Barberini.

Le dimissioni –  E sono arrivate, questa mattina dopo l’ennesima smentita, le due righe formali che sanciscono la ritirata dell’assessore dalla partita della Regione. “E’ venuto meno il rapporto di fiducia” si legge nella missiva, ma tra quelle righe si interpreta ben altro. Si comprende di giorni di confronto decisamente poco costruttivo e basato su schemi di gioco disegnati in atre stanze, indicazioni che lasciano poco margine alla costruzione di quel sistema che dovrebbe mettere il #cittadinoalcentro, come recita uno degli slogan più consumati in tema di sanità di questa legislatura. Di mancati confronti con il territorio da chi preposto, per verificare esigenze e necessarie prerogative delle nomine in ottemperanza delle necessità e della crescita del sistema sanitario regionale, verifiche alle quali erano stati concordati due mesi di proroga rispetto alla naturale scadenza del 31 dicembre. Di un braccio di ferro di cui la partita del contendere sembra essere solo pretesto e l’assessore più vittima che interprete.

La ‘chiamata’Conferma ne è la convocazione dei giannizzeri ‘bocciani’ umbri al gran completo, al cospetto dell’Onorevole Sottosegretario. Barberini, Guasticchi, Porzi, Smacchi, Brega convocati in tutta urgenza ieri sera a Roma per una riunione il cui significato va molto oltre la momentanea debacle sulla ‘battaglia’ nomine, vinta ieri in prima istanza dalla ‘tignosissima’ Presidente Marini, e che porta alla luce uno scontro ormai aperto su campi molto più ampi. Tutti da comprendere. Comunque, forse presumibili in una regione che si appresta a crescere e a divenire Italia mediana. Su tutto incombe il quadro nazionale, in cui sembra profilarsi una lunga fase preelettorale la cui data delle votazioni non è certa e potrebbe arrivare molto prima di quanto si pensi.

L’ex-assessore si ‘smarca’ Certo non ha brillato per presenza e per argomentazione l’assessore Barberini, stretto nella trattativa tra la sua Giunta e intuibili ingerenze di corrente. E prova un po’ goffamente a smarcarsi sui social, ormai sempre più spesso espressione diretta delle querelle politiche locali – Renzi docet – dalle critiche che aleggiano insistenti di essere portavoce o braccio esecutivo di volontà politiche terze. Non penso avere bisogno di cani da guardia” scrive l’ormai ex-assessore questa mattina, in un post di Facebook praticamente contemporaneo all’invio ufficiale delle dimissioni. Un refrain del post già pubblicato ieri sera: “Questo è Nelson – riferito alla foto – l’unico “cane da guardia” che ho. Non sento il bisogno di averne altri…” . Non è di amici a quattro zampe, infatti, che sembra abbondare il politico regionale. Altrimenti ‘Cave Canem’.

Le conseguenze – Le dimissioni aprono comunque uno spaccato di crisi interna alla maggioranza la cui evoluzione è oggi poco prevedibile. E questo è un dato di fatto, mentre l’opposizione, che in questi giorni tornava ad incalzare sulla legittimità del governo regionale, ribattendo sull’incoerenza tra dati exit poll e risultati elettorali di giugno 2015 – della serie ‘facciamocene una ragione’ -, gongola al davanzale in attesa di una auspicata crisi. Difficile invece immaginare i possibili scenari nel futuro della Regione. Due forse i più plausibili: un Consiglio diviso nella forte compagine piddina nella quale 5 dei 12 rappresentanti invece di fare squadra potrebbero diventare opposizione interna. Oppure un semplice, forse più probabile, riassestamento delle cariche nella compagine governativa, una soluzione che potrebbe fare gola a qualche consigliere finemandatario. Con buona pace di Luca Barberini la cui uscita di scena, è l’unica certezza della partita. E tanti saluti a Nelson.

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