Piediluco tra guerrieri e palafitte | Il lago torna indietro nel tempo - Tuttoggi.info

Piediluco tra guerrieri e palafitte | Il lago torna indietro nel tempo

Redazione

Piediluco tra guerrieri e palafitte | Il lago torna indietro nel tempo

Sabato nuovo appuntamento con “A Terni non succede mai nulla” | Un salto nella fine del terzo millennio A.c.
Gio, 28/04/2016 - 13:01

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Il passato di Piediluco come non era mai stato raccontato. Il nuovo appuntamento con A Terni non succede mai nulla, rassegna di eventi curata dalle Coopsociali ACTL e ALIS, Indisciplinarte, Civita Cultura, farà fare un tuffo nel passato grazie all’incontro fissato per sabato 30 aprile alle 17 presso il Centro di Educazione ambientale di Piediluco, in via Noceta 13.

La conferenza “Segno di un’antica identità europea: il sistema insediativo protostorico del lago di Piediluco e dei laghi reatini”, curata da Carlo Virili, vuole esporre i risultati scientifici di cinque anni di ricerche archeologiche (scavi e ricognizioni) effettuati nella Piana di Rieti e nel lago di Piediluco dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma (Conca Velina Project 2011-2016) in un’area che costituisce il più grande bacino idrografico italiano e, per densità di siti, il più importante bacino archeologico di insediamenti perilacustri preistorici dell’Italia centrale.
All’appuntamento saranno presenti i rappresentanti dei Comuni di Terni, Rieti, Colli sul Velino, Labro e Rivodutri.

A partire dalla fine del III millennio a. C. si sviluppò, in un paesaggio non troppo dissimile da quello attuale, una fitta rete di villaggi di di tipo ‘palafitticolo’ in cui prese piede una fiorente produzione metallurgica (depositi di bronzi di Piediluco) – evidenzia Virili. È questo l’eco di un’antica presenza di elites guerriere capaci di controllare la produzione degli oggetti in bronzo, richiedere e acquisire oggetti esotici e preziosi (perle d’ambra, pasta vitrea e avorio) essendo inseriti in una rete di scambi e traffici commerciali mediterranei e nord europei. Il progetto è stato finanziariamente sostenuto da una rete di enti pubblici locali, una sorta di ‘unione dei comuni della Piana di Rieti’, che hanno voluto investire sul proprio patrimonio archeologico anche attraverso la lenta costruzione di una coscienza collettiva delle proprie identità. È in quest’ottica che si inserisce l’evento di sabato pomeriggio in cui si cercherà di divulgare i risultati scientifici delle ricerche cercando di coinvolgere la popolazione locale nella convinzione che questo tipo di manifestazioni possono esercitare una forma di ‘tutela indiretta’ oggi sempre più delegata alle realtà territoriali locali”.


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