“Pedinata” con il gps per scoprire che andava al supermercato durante l’orario di lavoro. Così gli agenti del corpo di polizia municipale intercomunale (Magione, Passignano e Tuoro) hanno seguito per quarantatré giorni gli spostamenti di una pubblica impiegata del Comune di Passignano tra l’aprile ed il giugno del 2015 verificando tutto il materiale raccolto, compresi appunto i percorsi rilevati dal satellitare – sotto autorizzazione della procura -, filmati delle telecamere di un negozio, e tabulati informatici del sistema di controllo delle presenze del personale.
Tutto è finito nel fascicolo del sostituto procuratore Paolo Abbritti che nei giorni scorsi ha chiuso le indagini facendo recapitare l’avviso del 415bis alla donna. Le accuse per le quali la funzionaria è indagata sono quelle di truffa aggravata ai danni dell’Ente per cui lavora, di falsa attestazione della presenza in servizio e anche di truffa informatica. Sembrerebbe infatti, stando a quanto emerso nelle fasi dell’indagine, che la donna avrebbe inserito manualmente nel sistema informatico che registra le timbrature delle false attestazioni senza che queste fossero autorizzate dal dirigente. Secondo quanto raccolto dalla Municipale e registrato anche attraverso i filmati delle telecamere di un negozio, la donna per ben 26 volte nel mese e mezzo in cui è stata “pedinata” si sarebbe allontanata dal posto di lavoro durante l’orario di lavoro, senza marcare il cartellino, per raggiungere vari centri commerciali della zona. Il grande centro di Corciano, ma anche magazzini di Magione e supermarket nella vicina Passignano. Non solo. In un’occasione durante il periodo degli straordinari per il servizio elettorale delle regionali 2015 avrebbe raggiunto il Comune per timbrare l’ingresso e poi se ne sarebbe tornata a casa per poi tornare in tempo per timbrare l’orario di uscita.
Contestazioni che cadono come una tegola sull’amministrazione comunale che si è dichiarata ignara sia del procedimento di indagine in atto che della presunta condotta della dipendente. “Non sono a conoscenza del fatto che vi fosse un’indagine in corso né tanto meno che una nostra dipendete sia stata raggiunta da avviso di conclusione delle indagini per queste o altre ipotesi di reato”. Così Ermanno Rossi, sindaco di Passignano esordisce in merito alle domande inerenti l’iscrizione al registro degli indagati della funzionaria pubblica del suo Comune, “del resto se così è – continua – ci affidiamo con fiducia al lavoro della magistratura e attendiamo di conoscere l’esito degli accertamenti”. Il sindaco spiega anche di non essere a conoscenza che vi fossero condotte illecite o sospette all’interno del palazzo, “se questo verrà accertato è evidente come sia proprio il Comune la prima parte lesa di questa vicenda, di cui ripeto, non siamo attualmente a conoscenza”. Questo a conferma del fatto che evidentemente l’indagine non è partita su input interno.