Buoni pasto anti furbetti. C’è anche il problema della morosità tra le motivazioni che hanno spinto l’amministrazione comunale a varare il nuovo “Regolamento per la refezione scolastica” che verrà esaminato dall’assise cittadina nella seduta di mercoledì 20 dicembre.
Nella proposta c’è infatti scritto che «nel corso degli anni, molti utenti non hanno provveduto al pagamento di quanto dovuto, generando situazioni di morosità, a danno del Comune» e quindi, «al fine di evitare le suddette situazioni di morosità e, di conseguenza, realizzare un introito per il Comune, il servizio demografico e socio-scolastico ha predisposto un regolamento basato sulla introduzione dei buoni pasto, che dovranno essere acquistati dai genitori dei piccoli utenti, o da chi ne fa le veci, prima della fruizione del servizio».
Come funziona
Il servizio di refezione scolastica è appaltato fino al 31 marzo 2020 ad una ditta aggiudicataria per un importo complessivo che supera il milione di euro (1.107.700 euro per circa 47.000 pasti ogni anno, pari a 5,64 euro a pasto). Il costo è partecipato dalle famiglie degli alunni della scuola dell’infanzia e della primaria in base ad una serie di parametri legati a reddito e condizione economica.
Fino ad oggi, la compartecipazione alla spesa veniva regolata in base a tariffe mensili – liquidate dalle famiglie con cadenza trimestrale – che hanno però nel tempo generato situazioni di morosità da parte di numerosi utenti. Ad esempio, a maggio dello scorso anno il passivo rilevato dal Comune ammontava a circa 50.000 euro.
Per ovviare a questo tipo di situazione, è stato pensato di introdurre il sistema dei ticket giornalieri che saranno «disponibili in blocchetti da 10 o da 25». Spiega l’articolo 6 del regolamento che sarà sottoposto all’esame del consiglio comunale che «l’istituzione scolastica, tramite i propri addetti, raccoglie giornalmente, entro le ore 9,30, i buoni pasto degli alunni e li consegna, al massimo entro le ore 10, al soggetto esecutore dell’appalto del servizio mensa, comunicando altresì, anche il numero dei fruitori del corpo insegnante e personale ATA. Gli addetti dell’istituzione scolastica annotano su apposito registro i pasti prenotati sia per i bambini che per il personale insegnante ed ATA e ne trasmettono, mensilmente, copia all’unità operativa politiche educative del Comune, entro la prima settimana del mese successivo a quello di riferimento. Sono ammessi ad usufruire del servizio di mensa scolastica gli alunni che presenteranno, nel giorno di presenza alla mensa, il buono pasto. Il personale del soggetto gestore del servizio mensa trasmetterà, mensilmente, all’unità operativa politiche educative del Comune, entro la prima settimana del mese successivo a quello di riferimento, i buoni pasto raccolti nel mese antecedente». Sarà cura dei genitori compilare ciascun buono pasto con i dati del bambino: nome, cognome, scuola, classe di appartenenza e data di fruizione del servizio mensa.
Costi e sconti
Le tariffe “base” a carico delle famiglie restano quelle attualmente in vigore:
- 2,85 euro a pasto per la scuola materna e
- 4,41 euro a pasto per la primaria.
Esistono però esenzioni e sconti agganciati a reddito Isee ed al numero di utenti che usufruiscono del servizio. Servizio che sarà gratuito con reddito Isee fino a 6.524,27 euro; prevista una riduzione dell’80% della tariffa con reddito Isee fino a 7.829,48 euro; riduzione del 70% della tariffa per reddito Isee fino a 9.134,40 euro; riduzione del 60% per i redditi Isee fino a 10.439,31 euro; riduzione del 50% per redditi Isee fino a 11.744,23 euro. Oltre questa soglia, si pagherà tariffa piena. Inoltre, «per il secondo figlio che usufruisce del servizio mensa verrà applicata la riduzione del 30% sul prezzo dovuto secondo la fascia di appartenenza. Per il terzo figlio e seguenti, verrà applicata la riduzione del 60% sul prezzo dovuto secondo la fascia di appartenenza».
Sanzioni
Il regolamento precisa che «in caso di mancata presentazione del buono pasto, ai genitori verrà inviato un primo sollecito di pagamento nel quale si chiederà di provvedere alla regolarizzazione entro 10 giorni dal ricevimento dell’avviso. Scaduti i 10 giorni, qualora non sia stato regolarizzato il pagamento, l’ufficio competente del Comune provvederà all’invio di un secondo sollecito. In caso di mancata regolarizzazione dopo il secondo sollecito, e fino alla regolarizzazione della morosità, il Comune attiverà le procedure di recupero forzoso del credito. In riferimento alla sola scuola dell’infanzia, qualora non vengano esibiti buoni pasto per un numero pari a 22, il servizio in favore dell’utente verrà sospeso. Resta inteso che in caso di regolarizzazione ai sensi dei precedenti commi di cui al presente articolo, il servizio potrà essere riattivato».