LA PROVINCIA SI INTERROGA SULLA CRISI DEI CENTRI STORICI - Tuttoggi.info

LA PROVINCIA SI INTERROGA SULLA CRISI DEI CENTRI STORICI

Redazione

LA PROVINCIA SI INTERROGA SULLA CRISI DEI CENTRI STORICI

Lun, 13/12/2010 - 17:53

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Centri storici: malati incurabili o si può fare qualcosa per salvarli? La prima commissione consiliare permanente della provincia di Perugia si è riunita per parlare dei problemi collegati ai nuclei cittadini, sollecitata da un ordine del giorno del consigliere Paola De Bonis del Pdl.

Come relatori ed esperti sono intervenuti Corrado Fratini, docente di Storia dell'arte medioevale e moderna, Paolo Belardi, professore alla facoltà di Ingegneria dell'università di Perugia e l'urbanista Alessandro Bracchini. Fratini ha iniziato presentando una carrellata dei santi del nostro territorio. La sua relazione ha evidenziato lo stretto legame, da sempre esistente, tra i nostri “uomini di Dio” e le parti antiche delle nostre città, anche dal punto di vista della loro valorizzazione. Belardi ha poi spiegato che i centri storici devono diventare “fabbrica di conoscenza”. “Nella nostre regione – ha continuato – ci sono tantissimi capolavori, opere griffate sconosciute. Usciamo dall'ottica del Medioevo da tutelare e basta, rinnoviamo la nostra identità: pensiamo a Torino e alla sua evoluzione da città industriale a luogo bello da visitare. Il centro storico non è né finito né limitato, ne possiamo sperimentare l'ampliamento fisico anche attraverso il sottosuolo”. Anche per Bracchini è inscindibile il collegamento tra territorio e i nostri mistici: “accanto a un santo – ha spiegato – possiamo abbinare tranquillamente un centro storico: luoghi forti che caratterizzano noi umbri. Purtroppo al giorno d'oggi i centri sono sempre più disabitati, questo porta al degrado e all'arrivo dei diseredati: tutte le nostre città hanno compiuto grandi opere di riqualificazione ma i nuclei antichi si sono fermati. E' questa una visione troppo conservativa che all'estero non esiste: le mura senz'anima sono deserti”. “Attenzione – ha continuato l'urbanista – da un'indagine di Legambiente e Confesercenti risulta che un centro storico su cinque decadrà definitivamente. Per salvarli bisogna avere una visione il più ampia possibile, attivare delle ‘forze speciali' “. Secondo Il consigliere De Bonis, per esempio, a Foligno i residenti del nucleo cittadino sono stati spinti ad andare via “perché ne è stato alterato il tessuto sociale, con conseguenti problemi sulla sicurezza. Infine l'esponente del Pdl ha chiesto “Perché non è stato mai fatto un censimento degli abitanti della parte vecchia di Foligno?”. Daniele Pinaglia del Pd ha detto che il centro storico di Foligno avrà delle particolari difficoltà per il suo recupero, in quanto le attività commerciali se ne sono andate quasi tutte e ha proposto come soluzione una detassazione. Enrico Bastioli ha portato l'esempio della sua città, Bevagna, nella quale il centro è rimasto vivibile grazie a delle oculate scelte politiche. Piero Sorcini del Pdl è intervenuto parlando di Perugia: “il problema è nel degrado sociale: a corso Garibaldi sono rimasti solamente 16 residenti. Il Comune ha per tutta risposta permesso i cambi di destinazione, permettendo che fondi e garage diventino delle abitazioni. Abbiamo così creato i presupposti per l'isolamento. Non credo comunque che la Provincia potrà intervenire in un discorso di area vasta come questo in quanto andrebbe ad intaccare le scelte di sindaci e cittadini”. Anche per Edoardo Alunni del Pdl i nostri centri sono stati resi invivibili. La conclusione dell'incontro è spettata all'assessore all'urbanistica Carlo Antonini. “la Provincia in questo campo non ha una competenza specifica – ha esordito – ma c'è un punto: dobbiamo gridare che c'è un allarme europeo per i centri cittadini. E per noi come umbri è impensabile pensare che la nostra identità non si basi sulle nostre acropoli. Sarà il caso di investire in maniera più larga, coinvolgendo anche Comuni e Regione e perché si possa rispondere alla domanda di fondo: quale è la funzione dei centri storici nel terzo millennio?”. Altri incontri si svolgeranno, è stato deciso, per salvare le parti vecchie delle nostre città, peculiarità umbra da non dimenticare.


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